Il 13 dicembre 1971 Ciao 2001 dedica la copertina al gruppo genovese Nuova Idea.
Sempre nello stesso anno il chitarrista Marco Zoccheddu lascia la band per formare gli Osage Tribe.
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
Una Serata nella storia del Prog:
ELP a Montreal, 9 dicembre 1973
Immaginiamo di essere all'interno del Montreal Forum
la sera del 9 dicembre 1973. Non un concerto qualunque, ma il fulcro del
leggendario Brain Salad Surgery Tour degli Emerson, Lake & Palmer (ELP), un tour che
molti considerano il culmine assoluto della loro carriera.
Gli ELP, all'epoca, erano la band progressive rock più
sfarzosa e tecnologicamente avanzata del mondo. Il palco era uno spettacolo a
sé stante, e la musica che ne scaturiva era un torrente di virtuosismo.
Questa particolare performance, pur essendo tecnicamente una
registrazione "non ufficiale" (un bootleg), è incredibilmente cara ai
fan perché cattura la band al massimo della sua potenza, spesso con una qualità
sonora sorprendentemente nitida.
Quella sera, Keith Emerson si esibì in modo
mozzafiato, affrontando le sue tastiere e sintetizzatori con l'energia di un
direttore d'orchestra impazzito, soprattutto durante l'epica suite di venti
minuti, "Karn Evil 9". L'esecuzione di Montreal di questa
traccia, con la sua iniezione di fantascienza distopica, è considerata una
delle migliori mai registrate dal vivo.
Greg Lake, il cuore melodico del trio, forniva l'ancora necessaria tra la complessità di Emerson e il dinamismo di Carl Palmer. Durante il concerto, si prendeva i suoi momenti di tranquillità, scambiando le immense pile di strumenti elettronici con una chitarra acustica per emozionare il pubblico con ballate come "Lucky Man", offrendo un gradito respiro prima che la tempesta prog riprendesse.
Infine, Carl Palmer cementava il tutto con una potenza e una precisione quasi meccaniche, regalando al pubblico l'immancabile e travolgente assolo di batteria, a dimostrazione che gli ELP non erano solo composizione cerebrale, ma anche puro rock and roll muscolare.
Insomma, il concerto di Montreal del 1973 è una finestra sonora su una band al culmine del proprio successo e della propria ambizione creativa, un must per chiunque voglia capire il vero significato del rock progressivo di quell'epoca.
La strada verso Woodstock
Di Antonella Oliveri
Il cambiamento è una caratteristica specifica della vita
sociale e, se è vero che tutte le società sono soggette a dinamiche di
mutamento in qualunque momento della loro storia, è altrettanto vero che esiste
un nesso molto stretto tra le generazioni e i processi di cambiamento. Per
comprendere quale processo di mutamento sociale abbia portato al festival di
Woodstock e ai “three days of peace and music” dell’agosto 1969, è necessario
partire dalla generazione che ne è stata protagonista.
Quando si parla di generazioni occorre distinguere tra quelle
in senso biologico e demografico, definite coorti, e il concetto di generazioni
intese come insieme di coetanei che condividono determinate esperienze
storiche, le quali si traducono nella nascita di particolari stili di pensiero,
nello sviluppo di uno specifico lessico generazionale e in un insieme di
esperienze e valori condivisi. Su questo significato di generazione si
concentra l’opera del sociologo Karl Mannheim, che affronta l’argomento nel
saggio Il problema delle generazioni (1928). Per Mannheim il dato
biologico, cioè nascere, crescere e invecchiare, non è sufficiente per
un’analisi: essa può essere condotta solo prestando attenzione ai processi
storico-sociali entro i quali le generazioni nascono e si succedono. Egli individua
tre strutture fondamentali: la collocazione generazionale, che riguarda
individui che hanno condiviso lo stesso periodo storico e fatto esperienza
degli stessi eventi; il legame generazionale, che indica la possibilità di
partecipare attivamente ai destini e ai problemi comuni del proprio tempo; e
l’unità di generazione, che si manifesta come risposta unitaria, determinata da
affinità e esperienze condivise. Si è parte di una stessa generazione perché si
partecipa a un destino comune: “Ogni generazione condivide il destino del
proprio tempo, recupera il passato e si proietta nel futuro”.
La generazione che ha condiviso il grande mutamento sociale
degli anni Sessanta e Settanta, opponendosi alla cultura e al sistema dominante
e animata da un forte spirito di contestazione, è quella dei Baby Boomer, i
nati tra il 1946 e il 1964. In particolare, i nati nella prima decade, dal 1946
al 1955, furono protagonisti delle grandi trasformazioni sociali e culturali di
quegli anni. Essi rappresentavano una generazione numerosissima, frutto del
boom demografico seguito alla fine della guerra, e beneficiarono anche del boom
economico che garantì alle famiglie maggiori possibilità di istruzione per i
figli. A metà degli anni Sessanta il numero di giovani studenti con accesso
all’università era molto più elevato rispetto alle generazioni precedenti, e
ciò contribuì a plasmare un contesto fertile per i movimenti giovanili.
Negli Stati Uniti il catalizzatore più potente fu la Guerra
del Vietnam, che con il coinvolgimento militare e la leva obbligatoria alimentò
un grande movimento pacifista. Le università divennero il fulcro delle
proteste, fino a episodi drammatici come il massacro della Kent State
University nel 1970, quando la Guardia Nazionale sparò sugli studenti.
Parallelamente si svilupparono i movimenti per i diritti civili, che portarono
alla nascita di gruppi radicali come il Black Panther Party, oltre la non-violenza
di Martin Luther King Jr., e la controcultura hippy, il Flower Power, che
rifiutava i valori borghesi e il consumismo. La musica divenne il linguaggio
comune di questa cultura, il centro intorno al quale si muoveva la generazione,
con eventi simbolo come Woodstock. Nel negare i valori dei genitori, gli hippy
proponevano comunitarismo, vita in comune lontana dai modelli familiari
convenzionali, spiritualità con interesse per filosofie orientali e
ambientalismo, liberazione sessuale favorita dalla diffusione della pillola
anticoncezionale introdotta nel 1961, e psichedelia, con l’uso di droghe come
l’LSD per espandere la coscienza e accompagnare il rock psichedelico.
In Gran Bretagna la contestazione giovanile si manifestò
nella rivoluzione culturale della Swinging London, che passava dalla musica dei
Beatles e dei Rolling Stones alla moda di Mary Quant e alla rivoluzione
sessuale. Nel resto d’Europa il Maggio francese del 1968 fu animato da spirito
antiautoritario e opposizione al Vietnam, mentre la Primavera di Praga e la
successiva invasione della Cecoslovacchia alimentarono la disillusione verso il
modello sovietico.
L’uso di sostanze psichedeliche ebbe grande rilevanza in
questa esplorazione di nuovi modelli. L’LSD fu utilizzato per amplificare la
creatività e molti artisti, scrittori e musicisti ne fecero esperienza. Nacque
così il rock psichedelico, con i Grateful Dead, i Pink Floyd, Jimi Hendrix, i
Doors, i Jefferson Airplane e persino i Beatles. Negli Stati Uniti Ken Kesey,
autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, fondò i Merry Pranksters e
diffuse l’LSD attraverso viaggi e performance improvvisate. A New York conobbe
Timothy Leary, psicologo di Harvard, che divenne figura centrale nella
diffusione della sostanza. Leary, convinto che gli psichedelici potessero
elevare il livello spirituale degli americani, fondò una comunità a Millbrook e
ordinò grandi quantità di LSD e psilocibina dalla Sandoz. Quando nel 1965 le
spedizioni furono interrotte, la produzione passò a laboratori clandestini che
sintetizzarono milioni di dosi di “Orange Sunshine”. San Francisco divenne il
centro della diffusione, con matrimoni hippy celebrati nei parchi e l’LSD come
sacramento.
Le esperienze transpersonali indotte dagli acidi mettevano
gli individui in connessione con gli altri, con la natura e con gli animali,
rendendo inaccettabile l’omicidio e alimentando le proteste contro la guerra.
Centinaia di migliaia di dosi furono distribuite persino ai soldati al fronte.
Le manifestazioni pacifiste si intensificarono e l’LSD divenne simbolo dei
movimenti di protesta. Nel 1967 la Summer of Love portò a San Francisco
migliaia di giovani in cerca di pace e libertà. Il presidente Nixon arrivò a
definire Leary “l’uomo più pericoloso d’America” e lo condannò a vent’anni di
carcere per possesso di marijuana.
Nonostante la messa al bando dell’LSD nel 1966, la diffusione non si arrestò. Woodstock fu il luogo in cui tutti questi filoni si incontrarono: mezzo milione di giovani vissero tre giorni in una vera e propria utopia di pace, amore e libertà, dimostrando che un’alternativa, per quanto effimera, era comunque possibile.
L'Ahmet
Ertegun Tribute Concert è stato un evento di beneficenza realizzato in
memoria del produttore discografico Ahmet Ertegün alla O2 Arena di Londra il
10 dicembre 2007.
L’attrazione
principale fu rappresentata dai Led Zeppelin,
che eseguirono il loro primo concerto full-length dopo quasi tre decenni dalla
morte di John Bonham avvenuta nel 1980, e fu l’unica reunion del gruppo.
Il figlio di Bonham, Jason,
suonò la batteria durante il set della band, e fornì anche i cori in due
canzoni.
Secondo il Guinness
World Records 2009, il concerto detiene il record mondiale per la "più
alta domanda di biglietti per un concerto musicale", circa 20 milioni di
richieste.
Nell'ottobre
2012 uscì Celebration Day, un film concerto che documenta
l'evento. Sia il film che la performance dei Led Zeppelin sono stati molto apprezzati.
Una versione
abbreviata del concerto è stata trasmessa dalla BBC nel Regno Unito l'8
dicembre 2012.
Jimmy Page
commentò all’epoca…
Sapevo che i biglietti sarebbero terminati rapidamente, ma l'ondata di euforia che precedette il concerto andò oltre ciò che avrei potuto immaginare...
Setlist
"Good
Times Bad Times"
"Ramble
On"
"Black
Dog"
"In
My Time of Dying"/"Honey Bee"
"For
Your Life"
"Trampled
Under Foot"
"Nobody's
Fault but Mine"
"No
Quarter"
"Since
I've Been Loving You"
"Dazed
and Confused"
"Stairway
to Heaven"
"The
Song Remains the Same"
"Misty
Mountain Hop"
"Kashmir"
First Encore:
"Whole
Lotta Love"
Second Encore:
"Rock and Roll"
Una bella iniziativa discografica
per iniziativa di AMS di Matthias Scheller e Volo Libero del citato Claudio
Fucci. L’elegante cofanetto in edizione limitata si intitola Analogy/Earthbound
the complete works; contiene la summa della produzione edita e inedita di
Analogy ed Earthbound, forse il primo fenomeno musicale trans-europeo per
dimensione, artisti partecipanti e culture che vi si fusero.
Il
compleanno di Sophya Baccini
Compie gli anni
oggi, 10 dicembre, Sophya Baccini,
cantante, compositrice, musicista.
Voce
particolarissima, una delle poche "donne prog" del panorama musicale
italiano.
Inizia con i Presence, gruppo di "dark-progressive", per proseguire come solita con il suo gruppo Aradia.
Molto richiesta dai colleghi come corista o seconda voce, specialmente con gli Osanna, dove spesso è "special guest", sia sui dischi, che in concerto.
Happy Birthday Sophya
Wazza
THE MAGICIAN’S BIRTHDAY:
TEN YEARS OF DARK COMPANION RECORDS
Di Andrea Pintelli
Dieci anni. Per un’etichetta discografica indipendente, oggigiorno, sono tanti. Per chi incessantemente promuove cultura, oltre a produrre dischi, sono tantissimi. Dark Companion Records, splendida creatura del funambolico e inesauribile patron Max Marchini, è la festeggiata. Per celebrarla, alle ore 21.00 dei giorni 12, 13, 14 dicembre 2025 si terranno all’auditorium Santa Margherita di Piacenza concerti, jam, showcases, in cui si avrà l’opportunità di incontrare, condividere, respirare l’armonia, l’eccellenza e l’importanza che da sempre la contraddistinguono. Per cui, siete (siamo) tutti invitati a partecipare: estimatori o neofiti, in ogni caso mossi dal demone della curiosità e alla ricerca della grande bellezza.
E allora tanti auguri di buon compleanno, in magia, in
continuità, in qualità. Già perché le sue fila sono popolate di artisti di
livello mondiale, che hanno in sé le caratteristiche di questi tre sostantivi.
Inutile elencarli tutti, sta a voi visitare l’esauriente sito internet, il cui
indirizzo è riportato in calce a quest’articolo, per trovarli, conoscere,
viverli attraverso le loro opere. Esso si apre con una frase che non lascia
spazio a dubbi: “Esplorare la musica con una qualità audio senza compromessi”.
E poi: “L'obiettivo di Dark Companion è quello di riunire l'eccellenza
musicale di un'ampia gamma di generi: dalla canzone d'autore al folk, dalla
musica classica contemporanea al jazz, dalla musica sperimentale alla musica
classica, sia di tradizione occidentale che orientale. Il suono è tutto.
Crediamo che il klang sia al centro della musica, quindi dedichiamo
tutte le nostre energie a garantire che i nostri dischi, sia in vinile che in
CD, offrano la qualità sonora più vibrante, realistica e di alta qualità possibile.”
Tutto ciò è reso possibile, anche, grazie ad Alberto Callegari,
mirabolante ingegnere del suono dell’Elfo Studio, di Tavernago che da
sempre è partner operativo.
Quattro nuovi lavori sono stati pubblicati contemporaneamente in occasione di tale ricorrenza. Quattro signori dischi. Iniziamo da Priska, artista (cantante, compositrice, polistrumentista) di origine francese trapiantata in Friuli-Venezia Giulia, giunta alla quinta incisione, seconda con l’etichetta piacentina. Intitolato “Popurì” ha come protagonisti “la sua scrittura delicata, capace di evocare scene intime ed evocative e la sua voce vellutata e ambrata, che ricorda Bridget St. John e Patty Waters. Priska racconta storie inquietanti e profonde e questo nuovo album, cantato e scritto in diverse lingue, rappresenta un chiaro passo avanti nel suo straordinario talento compositivo. Undici composizioni originali più una toccante cover di Air De Neige, capolavoro di Sergio Endrigo.” In ordine sparso: E Invece Sono qui, straniante; Au Revoir, giocosa; Scum, intensa; Samurai, pop; Prisonniers, delicata; Celle d’Hier, fosca; Orion, dolcissima; Mon Ovni, carezzevole; Can You See Me, affettuosa; Elle, intima; Air De Neige, eterna; Frank, personale.
Passiamo a “Chansons d’Automne”, nuovo album del leggendario John Greaves. “Si tratta di (quindici) canzoni con una sottile vena di malinconia, eseguite insieme al suo compagno di tante avventure, Lurent Valero alla viola, e alla brillante giovane violinista Mirabelle Gilis, mentre l'ex Henry Cow suona il pianoforte e canta. La sua voce è davvero incredibile, come sabbia e colla, intensamente teatrale ed espressiva. I brani si susseguono, alternando nuove composizioni a brani scritti ora con Peter Blegvad o basati su testi di poeti amati, come Apollinaire. Un album memorabile, intenso, diretto e delicato la cui atmosfera è ben descritta dalla copertina.” Brother Fox, profonda; Le Guetteur Mélanconique, teatrale; Au Lac de tes Yeux Très Profonds, impressionista; The Bee Dream, onirica; Le Pont Mirabeau, poetica; Avalanche, struggente; Saturne, emozionante; Summer on Ice, visionaria; Colloque Sentimental, affettiva; Je Pense à Toi Mon Lou, passionale; The Price We Pay, d’altrove; Swelling Valley, allucinata; Chanson d’Automn e, malinconica; Séguidille, veemente; Mutations, spassosa.
Craig Fortnam & Laurent Valero, membri della maestosa North Sea Radio Orchestra, concretizzano la loro collaborazione con “Empty Vessels”, ossia un debutto memorabile. Craig e Laurent sono “un nuovo duo dalla creatività esplosiva e dallo straordinario livello musicale che esplora i confini tra musica rinascimentale, classica, medievale, folk e contemporanea. Come di consueto per Craig Fortnam, meglio conosciuto come la mente dietro la North Sea Radio Orchestra, e Laurent Valero, anche lui membro dell'ensemble in occasione dell'acclamato tributo alla musica di Robert Wyatt, Folly Bololey, pubblicato da Dark Companion nel 2019, e collaboratore di John Greaves in numerose registrazioni e performance dal vivo. Registrato in Inghilterra e in Italia presso i leggendari Elfo Studios, dove l'album è stato anche masterizzato dallo stesso Alberto Callegari, Empty Vessels ospita un'altra protagonista dell'avventura di Wyatt, la cantante Annie Barbazza, che ha cantato magistralmente con la sua voce ammaliante in due splendidi brani. La ghironda è eseguita da James Larcombe e conferisce una speciale atmosfera medievale ad alcuni brani straordinari. La musica è davvero fantastica: offre un mix unico di generi e stili, come ormai è diventato un marchio di fabbrica del geniale compositore inglese, ed è sempre intrigante. Un mix che richiama la musica folk elisabettiana e medievale, unito alla scrittura di canzoni contemporanee.” In The Silent Places, elettronica; White Swan, bucolica; Cries Of London, weirdy; Bourée, trobadorica; Inky, splendida; Cathedral, inusuale; Letting Go Not Letting Go, fiastroccando; Empty Vessels, immaginifica; In The Magic Number, esoterica; Snowthing, magica.
Ultimo, ma non ultimo, “Winter Tales” di capitan Max Marchini. Più che un disco, un tesoro fatto di gemme, a cominciare dalla copertina, firmata da Max stesso. Le sue parole a tal proposito: “Cinque anni dopo l'uscita di "Songs From The Harbour", per celebrare il decimo anniversario della Dark Companion Records nel peggior modo possibile, ecco una seconda raccolta di schizzi musicali, idee o, più onestamente, solisistiche sessioni notturne durante le quali raccolgo i miei pochi pensieri, esplorando suoni, riverberi e rifrazioni elettroacustiche. Noto che alcune di queste canzoni, al di là del loro consueto intento introspettivo e malinconico, in qualche modo richiamano l'inverno o il tardo autunno, forse perché sono nato durante una forte nevicata in un nebbioso novembre di secoli fa. Se riesco a trasmettervi questa sensazione, significa che questo album ha avuto uno scopo. In questi dieci anni di attività, la Dark Companion è cresciuta e grazie ad essa ho incontrato persone meravigliose, musicisti dalla curiosità insaziabile, straordinari ingegneri del suono, fotografi, amanti della musica, anime piene di desiderio e grazia. Ed è a tutti loro che è dedicato questo mio umile lavoro.” In dettaglio: Hail From The Mountains, sostanziale; Green Adventures Part I, esplorativa; Ultramarine Woodland, stanziale; BergKristall, surreale; Morning Haze, caliginosa; Green Adventures Part II, ricognitiva; The Forest Dream Of Awakening, fiabesca; Celestial Evenings, sperimentale; Fata Morgana, stregata; Green Adventures Part III, indagatoria; The Horned God Of The Witches, oscura; Of Evenings Without You, mesta; Melting Snowflakes, visionaria; Green Adventures Part IV, orientativa.
Quattro opere diversissime fra loro, ma accomunate da quanto detto sopra, in fiero e autentico stile Dark Companion.
Abbracci diffusi.
Compie gli anni oggi, 9 dicembre,
Alan Sorrenti cantautore.
Nel 1972 pubblica il suo primo album
“Aria”, disco che lo colloca nell’area progressive, tanto da meritarsi
l’appellativo di “Peter Hammill italiano”.
Nel 1977 la sua carriera ha una
svolta con l’album “Figli delle stelle” in stile pop-dance, l’omonimo brano
diventa una dei tormentoni più venduti ed ascoltati.
Dopo un periodo di fermo, ultimamente si e riavvicinato al progressive, collaborando spesso con la sorella Jenny.
Happy Birthday!
Wazza
Nato a Napoli, 9 dicembre 1950, ma di famiglia italo-inglese, debutta come cantautore nel 1972, facendosi notare al Festival d’Avanguardia e Nuove Tendenze con una proposta musicale progressive-mediterranea, caratterizzata da un uso della voce originale (per l’Italia, ma evidentemente ispirato a Tim Buckley). Messo sotto contratto dall’etichetta Harvest, esordisce discograficamente con ARIA (1972), realizzato con la partecipazione del violinista Jean-Luc Ponty. Sia questo album sia il successivo, COME UN VECCHIO INCENSIERE ALL’ALBA DI UN VILLAGGIO DESERTO (1973), che vede la collaborazione di Francis Monkman, violinista dei Curved Air, e di David Jackson, sassofonista dei Van Der Graaf Generator, sono strutturati con la prima facciata occupata interamente da una lunga suite che dà il titolo ai dischi, e da una facciata B con brani più brevi e meno sperimentali (“Vorrei incontrarti”, per il primo LP, e “Serenesse”, per il secondo).
Gli ottimi riscontri di critica e i buoni risultati di vendite dei primi due album preludono a una svolta: l’uscita su 45 giri di una versione del classico della canzone napoletana “Dicitencello vuje”, che entra in classifica ma suscita contestazioni da parte dei fan. Un album di transizione (ALAN SORRENTI, 1974) è seguito, nel 1976, da SIENTEME, IT’S TIME TO LAND, che contiene brani per la maggioranza cantati in inglese. Nel 1977 la brusca svolta verso una pop-disco music di sapore internazionale frutta l’enorme successo di vendite di FIGLI DELLE STELLE, singolo e album, e del successivo L.A. & N.Y., che contiene un altro 45 giri vendutissimo, “Tu sei l’unica donna per me” (con cui vince il Festivalbar). Buon successo commerciale ottiene anche il singolo “Non so che darei” (1980), inclusa nell’album DI NOTTE. Nel 1981, una svolta rock con il singolo “La strada brucia” spiazza il pubblico, che non risponde a questa proposta né a quella funky-rock del successivo album ANGELI DI STRADA (1983) e a quella oriental-buddista di BONNO SOKU BODAI (1987).
Avrebbe compiuto gli anni oggi, 8 dicembre, Ray Shulman, il più picccolo dei fratelli "Giant", bassista, violinista, polistrumentista, membro dei favolosi Gentle Giant.
Dopo lo scioglimento della band, come il fratello Derek, si é dedicato alla carriera di produttore discografico.
Ci ha lasciato il 30 marzo del 2023.
Wazza