Tony Pagliuca live al
Club Il Giardino - Lugagnano di Sona (VR) 13/02/2016
di Marco Pessina
Era una sera
programmata da tempo al Club. L'occasione era quella di offrire un giusto
tributo a chi, purtroppo, non è più con noi. Il riferimento è d'obbligo per GERMANO SERAFIN,
grande polistrumentista trevigiano, che fece parte delle ORME dal 1975 fino all'inizio degli anni '80. TONY PAGLIUCA ha voluto così ricordare un amico e lo ha fatto
assieme ai suoi due figli, ALBERTO (chitarre, basso e voce) ed EMANUELE
(batteria). Considerando le concomitanze, c'è un buon pubblico in sala. Se
tributo doveva essere, non poteva di certo non iniziare con IL TRENO, brano che introduceva uno di
quegli album dimenticati della discografia delle ORME: PICCOLA RAPSODIA DELL'APE, un disco totalmente acustico in cui
GERMANO diede il proprio contributo anche come autore. Sul palco appare in
tutta la sua maestosità un bellissimo pianoforte a coda, per una situazione
quasi minimale ma che fa il suo effetto. Si prosegue con RACCOGLI LE NUVOLE, altra chicca dallo stesso album con ALBERTO
PAGLIUCA che si arrampica nel canto sulle tonalità che furono disegnate
all'epoca per TAGLIAPIETRA. Occorre dire che il tutto è opportunamente riarrangiato
e non potrebbe essere altrimenti, ma il pubblico mostra di apprezzare molto. Se
questi brani sono stati eseguiti dal vivo, probabilmente solo un paio di volte
dalle ORME, di sicuro fu suonata ancora meno IO CHIEDO, brano tratto dall'album solista di PAGLIUCA, che fu
cantato in sala d'incisione da DANILO AMERIO. I brani sono allungati e lasciano
spazio alle improvvisazioni che via via si susseguono. Un'altra chicca è
offerta subito dopo con l'esecuzione di WAKE
UP, brano che fa parte di un progetto dedicato a PAPA FRANCESCO, costruito
in studio con l'orchestra e rielaborato per l'occasione: curioso il testo
scritto e cantato in latino. Con PAGLIUCA fioccano gli aneddoti e le curiosità,
al punto che più che un concerto nella prima parte sembra quasi un recital con
il contatto diretto col pubblico. Così, il pianista veneziano, ci parla di
festival di SANREMO e della due partecipazioni della band alla kermesse
nazional-popolare, arrivando a dirci che MARINAI
sarebbe stata MARGHERA in origine, con un altro testo che parlava di
operai. E così viene eseguita. Il set iniziale si conclude con una versione
semi acustica di IMMAGINI da COLLAGE. Dopo una breve pausa, il
concerto riprende con l'esecuzione de il MAGO,
voce e ukulele a cura di ALBERTO PAGLIUCA. Incominciano le improvvisazioni e c'è
spazio anche per una canzone di PRESLEY, sempre con l'ukulele. Ci sarà
addirittura una versione di BLUE MOON,
canzone vecchissima con una improvvisazione nel mezzo in stile jazz. Non manca
qualche incertezza, ma poco male, come dirà TONY "c'è anche l'emozione, non siamo dischi".
Il pubblico apprezza e
il concerto ritorna in direzione ORME, con ERA
INVERNO. TONY e i suoi ragazzi non si risparmiano di certo e regalano
alcuni passaggi interessanti, come nell'assolo di batteria di EMANUELE in mezzo
a CEMENTO ARMATO, che ci fa capire
esattamente la sua bravura con una performance molto applaudita. C'è anche una GIOCO DI BIMBA, stravolta da un intro
prolungato di TONY al pianoforte. A questo punto si ritorna su quello che era
lo spirito iniziale, cioè il tributo a SERAFIN. ALBERTO PAGLIUCA rende omaggio
al chitarrista trevigiano dicendo di essersi ispirato a lui fin dagli inizi del
suo percorso musicale. E quindi c'è spazio per gli assoli che creò GERMANO in
una mini suite che comprende IN OTTOBRE
e INSIEME AL CONCERTO tratte da VERITA' NASCOSTE. Il concerto non può
finire che con un pezzo che è ormai passato nella leggenda ORME, e parliamo di UNO SGUARDO VERSO IL CIELO. Possiamo
senz'altro affermare concludendo, che un concerto di PAGLIUCA non è mai uguale
a quello fatto in precedenza, ma ragionandoci sopra, è un pò la filosofia del
tastierista veneziano. Finisce con il giusto tributo di applausi a mezzanotte
inoltrata.
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