Francesco, Rudy e
Vittorio (con la maschera di Lino Vairetti)
Wazza
Roma, Auditorium Parco della Musica, 24
giugno 2013. Ci si perdonerà la forzatura
metaforica: poche forme d’espressione musicale possono
rimandare l’idea di un volo
magico con la
stessa forza del rock progressivo. All’indomani della sua scomparsa,
a colui che di quel volo si fece interprete, quel Claudio Rocchi mai sufficientemente considerato in
vita, la cavea dell’Auditorium tributa con commozione quello che è
solo il primo di una lunga serie di convinti applausi. A dividersi il
palco ci sono infatti due realtà che il nostro prog può a buon diritto
considerare totemiche: i partenopei Osanna di Lino
Vairetti e, soprattutto, il Banco del Mutuo Soccorso.
Osanna con Gianni Leone e David
Jackson
Meno noti ai più, gli Osanna hanno
indirizzato la loro opera a una assai preziosa contaminazione di influenze, che li ha visti mescolare con gusto
Genesis, free jazz e architetture classiche sul grintoso canovaccio di un folk
rock a metà tra Zeppelin e Jethro Tull. E Commedia dell’Arte: trucco sgargiante e movenze istrioniche, Vairetti
e compagni ripropongono con passione e istinto una formula che il tempo pare
non aver affatto scalfito. Fra cadenze latine, granitici incisi ritmici e
citazioni di Zeppelin ed Hendrix, il quintetto di Napoli si concede ospitate illustri
(insigne sinonimo di Van Der Graaf Generator, David Jackson suona due sassofoni contemporaneamente
e il suo cesellare illumina come sempre la scena, mentre le tastiere dell’eccentrico Gianni Leone portano
un pò del brio del Balletto di Bronzo in brani già di per sé traboccanti
vigoria come i classici Uomo, Oro
caldo e O Napulitano) e si guadagna l’applauso grato che spetta ad ogni
storia fantastica ben raccontata.
Spendere parole sul Banco è in realtà operazione assai più
complessa: cosa si può dire di una band simile, senza scadere nella più vuota e
trita celebrazione? Si può
raccontarne il concerto: quel concerto che è un oceano di onde calme come landatura di Francesco Di Giacomo, e che come la sua impareggiabile voce si
increspa improvviso e drammatico. È un passato che appare tutt’altro che remoto,
quello dei primi tre album (il debutto omonimo, ma anche i mitologici Darwin e Io
sono nato libero) dai quali la band attinge nel confezionare la scaletta. Che siano la natura mutante di Metamorfosi o il monolite marziale di Cento mani e cento occhi (in una versione tra le più complete
di sempre), la dolcezza inconsolabile di 750000anni fa
l’Amore? o quella rassegnata di Non mi rompete, la ricerca che
è dietro a queste ineguagliabili composizioni le rende e sempre le renderà punti
di riferimento indispensabili:
che lo sappiano o no, questi ragazzi. E
chissà, forse davvero non lo sanno: giocano, improvvisano pause e rincorse,
sorridono, mostrano la solita cura di suoni al tempo stesso classici e moderni,
ringraziano e salutano quasi timidi come certi adolescenti e a fine show fanno
ricordare che novanta minuti di Banco non differiscono granché dai sessanta
degli Osanna. Finiscono dannatamente troppo presto.
24 giugno 2013: nell’ambito della rassegna Luglio suona bene, la magica atmosfera della cavea
dellAuditorium
Parco della Musica di Roma ha illuminato la scena di un doppio concerto allinsegna del rock progressive, con gli storici
gruppi Osanna e Banco del Mutuo Soccorso, fondati negli
anni ’70 e
ancora oggi più che mai presenti ed attivi sulla scena musicale italiana.
Hanno aperto la serata gli Osanna, pittoreschi nei
loro travestimenti ispirati alla maschera di Pulcinella e alla commedia dell’arte napoletana; l’istrionico Lino Vairetti, cantante e
fondatore del gruppo, ha esordito dedicando l’esibizione a Claudio Rocchi, figura di
spicco del rock progressive italiano recentemente scomparso.
Accompagnati da due ospiti d’eccezione, il
sassofonista David Jackson e il tastierista Gianni
Leone, gli Osanna hanno riproposto in chiave arrangiata alcuni dei loro
brani più famosi, come Oro caldo, L’uomo, In
un vecchio cieco e O Napulitano, suonando
con passione ed energia e citando i Led Zeppelin e a Jimi Hendrix.
L’entrata
in scena dei Banco del Mutuo Soccorso è stata anticipata dalla
proiezione del videoclip di Imago Mundi, brano
composto e interpretato insieme a Franco Battiato in occasione
della riedizione di Darwin!, uno degli
album più interessanti ed amati del gruppo.
Il concerto ha poi avuto inizio con le malinconiche
note di Canto nomade per un prigioniero politico, accolta da
uno scroscio di applausi. Francesco Di Giacomo, vibrante e tenorile
voce del gruppo, ha poi salutato il pubblico con un pensiero per Claudio Rocchi
e con una battuta sulla condanna di Silvio Berlusconi nel Processo Ruby (c’è anche
una buona notizia, ma quella la tengo dentro con malcelata gioia, ha ironizzato
l’artista).
Dopo l’esecuzione
di Metamorfosi e di Cento mani e cento occhi, il tempo è corso via velocemente
dietro alla struggente interpretazione di 750000 anni fa
l’amore?, cantata
da Di Giacomo con il solo accompagnamento della tastiera di Vittorio
Nocenzi, e della bellissima ed onirica Non mi rompete.
Il cantante ha poi dedicato il brano L’evoluzione allo
scrittore Pier Vittorio Tondelli, che lo amava in modo particolare, ed ai ragazzi che rappresentano il progetto di mandare
in scena a teatro Darwin!.
Per l’immancabile
bis, che ha chiuso in bellezza lo splendido concerto, il Banco ha suonato l’epica R.I.P., al
termine della quale tutto il pubblico si è alzato in piedi per rendere omaggio
alla forza e alla bellezza di unispirazione che il passare del tempo non ha
minimamente offuscato.
Simona Ruggiero
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