Habelard2 – Il dado è
tratto
Di Andrea Zappaterra
Compositore dal 1977, Sergio Caleca che si cela sotto lo pseudonimo di Habelard2,
suona tastiere, chitarre e basso elettrico. Dopo brevi esperienze con vari gruppi
progressive-rock , ha iniziato un'attività di ricerca solista, spostandosi su
elettronica, contaminazioni new age, rock, folk e altre.
Sin dal 2013 ha iniziato a comporre album “Solo” e questo
strumentale “Il dado è tratto”, realizzato
nel febbraio 2019 (ma con brani composti anche in anni precedenti), è un
progetto Prog che rievoca molta musica del passato - sia per qualità che per
sonorità -, in cui Caleca si cimenta con keybords, chitarre, basso percussioni e
quant’altro, anche se a livello compositivo Moreno Piva risulta coautore per le tracce "E7sus2”, “Il pianto della Iena” e “Idiosincrasia”.
Sette i brani per 53 minuti di ritorno ai tempi eroici del prog.
“Bad Shape” Inizia
con chitarra acustica e batteria che fanno da base all’inserimento di un
sintetizzatore e fiati, intrecciando melodie folk, bucoliche, inneggianti alla
spensieratezza, un pò come alcuni brani cult della PFM, mentre si aggiungono
pianoforte, mellotron e altri vari strumenti a completare la ricchezza di
suono.
“Carne, Ingranaggi,
Tibie e Pulegge”, a parte la singolarità del titolo, ha un inizio molto
ieratico, scandito da un Synth introduttivo e quindi un susseguirsi di
chitarra, basso e percussioni in un riff misurato e cadenziato, quasi un
rincorrersi di effetti sintetici con una vena melanconica, in un crescendo di
ottimo effetto.
“Idiosincrasia”, un
Progressiv/Rock che non può far a meno di richiamare alla mente certi brani del
BMS con una dinamica sfuggente dalla consuetudine melodica, con controtempi che
interrompono l’iter sonoro per capovolgere in poche battute l’enfasi creata,
tutto ovviamente condito con effetti speciali.
Si prosegue con “Il
pianto della Iena”, un piacevole susseguirsi di melodici accordi di chitarra
e impennate di synth alla EL&P di cui rievoca molte sonorità.
“Empty Pages”,
introdotto da un bel giro di chitarra acustica, riprende il discorso dei primi
brani, con un enfasi molto addolcita e ripetitiva, ma priva di quegli effetti
sintetici che entrano in gioco solo nel finale.
“E7sus2” è un pezzo
jazzato, eseguito con un pianoforte leader a trainare lo swing dei fiati e si
apre come un fiore creando un atmosfera avvolgente, eterea, che preclude al
solito inserimento del synth e dei fiati per poi terminare in un’alternanza in
crescendo di vari strumenti.
“Il dado è tratto” è
l’ultimo brano, rievocante sicuramente composizioni di
Genesis/El&P/BMS in un
Jazz/Rock/Fusion molto equilibrato dal punto di vista tecnico, ma qui sta il
merito dell’arista e cioè compenetrare varie sonorità “archetipi”, che abbiamo
ancora in testa dei tempi passati, e amalgamarle sapientemente creando nuovi
organismi geneticamente modificati da buon gusto e capacità esecutive.
Un grande plauso quindi all’artista che ha appreso dal
passato tutte queste tecniche raffinate di composizione riuscendo come un
grande puzzle ad incastrarle tra loro con un risultato sorprendente.
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