Commento di Fabio Rossi
Gruppo: NichelOdeon/InSonar &
Relativies
Album: INCIDENTI – Lo schianto
Genere: Inclassificabile
Casa discografica: Snowdonia
Anno: 2021
Tracklist:
1. Non Esistono
2. How Hard Tune!
3. Variations on The Jargon King
4. Il Barbiere degli Occhi
5. Con Dedica
6. Senza Ritorno
7. La Scatola
8. L'ultima Sigaretta (Fantasmi ad Argun)
9. Idiota/Autoritratto (Tadzio’s Death)
10. Ho Gettato mio Figlio da una Rupe perché non Somigliava a Fabrizio Corona
- Parte I: “Ho Gettato mio Figlio”
- Parte II: “Cento Vite”
- Parte III: “Il Coro dei Critici all'ultima Sponda del Commiato”
13. Sabbia Scura
14. Del Mondo gli Occhi (New Moses)
15. Nyama (Gettarsi oltre)
16. La Montagna e il Trono
17. Out Let – Viae di (s) PHjga
0
Line up:
Claudio Milano (Tutti i suoni vocali su tracce
2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 13, 15, 16, Suoni pre-vocali e
introduzioni teatrali su tracce 11, 12, Screaming su traccia 12, Cori ed
effetti vocali su traccia 8,
Diamonica e pianoforte su traccia 9, Percussioni su tracce 4, 16,
Sintetizzatore su tracce 6, 13, Soundscapes su tracce 4, 9, 15, Elettronica su
tracce 13, 14, 15, 17)
Paolo Siconolfi (Editing, Missaggio, Mastering, Sound designer su tracce da 1 a
17, Elettronica
su tracce 2, 4, 6, 8, 9, 13, 15, Soundscapes su tracce 4, 11)
Erica Scherl (Violino su tracce 2, 4, 7, 8, 10, 11, 12, 15, 16)
Evaristo Casonato (Oboe su tracce 2, 4, 7, 8, 15, 16, Flauti su tracce 4, 7, 8,
16, Sax contralto su tracce 7, 16, Corno inglese su traccia 16)
Paolo Tofani Krishna Prema (IPad su tracce 3, 16)
Vincenzo Zitello (Theremin Moog su traccia 4)
Laura Catrani (soprano su tracce 1, 14)
Coucou Sèlavy (Voci teatranti su tracce 11, 12)
Dalila Kayros (Voce estesa su traccia 15, Soundscapes su traccia 14)
Cinzia La Fauci (Voci dei fantasmi su traccia 8)
Stefano Luigi Mangia (Voce estesa su traccia 15)
Massimo Silverio (Voce solista su traccia 8, Violoncello su tracce 8, 9,
Chitarra elettrica su traccia 9)
Paola Tagliaferro (Voci di tutte le madri su traccia 8, zither su tracce 8, 14)
Paola Tozzi (Voce su traccia 17)
Vittorio Nistri (Sintetizzatore, Elettronica su traccia 15, 17, Chitarra
classica su traccia 15, Pre-edit su traccia 15)
Stefano Giannotti (Sintetizzatore su tracce 5, 9, Piano elettrico su traccia 9,
Pianoforte preparato su traccia 7, Batteria e percussioni su traccia 9,
Harmonium su traccia 9)
Gianni Lenoci (Pianoforte preparato su traccia 5)
Camillo Pace (Contrabbasso su tracce 13, 15)
Francesca Badalini (Pianoforte a coda su tracce 4, 16, Pianoforte preparato su
traccia 4)
Andrea Grumelli (Basso fretless, Basso su tracce 2, 4, 15)
Andrea Quattrini (Batteria, Percussioni, Elettronica su tracce 4, 7)
Stefano Ferrian (Chitarra elettrica su tracce 3, 15)
Raoul Moretti (Arpa elettrificata su traccia 15)
Andrea Murada (Percussioni autocostruite, percussioni su traccia 16)
Fabio Amurri (Pianoforte su traccia 7)
Pierpaolo Caputo (Ghironda elettrificata autocostruita su tracce 4,16)
Mimmo Frioli (Batteria, Percussioni, Pre-edit, Registrazione su tracce 3, 10,
11, 12)
Giovanni D'Elia (Basso su tracce 3, 10, 11, 12)
Danilo Camassa (Chitarra classica, Elettrica su tracce 10, 11, 12)
Mauro Corvaglia (Chitarra elettrica autocostruita su traccia 3)
Domenico Liuzzi (Sax tenore su tracce 3, 15, Fagotto su tracce 15, 16)
Max Pieretti (Sintetizzatore, Sezione conclusiva su traccia 7)
Fulvio Manganini (Basso stick su traccia 7)
Alessandro Palma (Batteria su traccia 16)
Ulisse Tonon (Fisarmonica su tracce 7, 14, Fisarmonica elettrificata su traccia
14, Pianoforte
preparato su traccia 14)
Sisto Palombella (Fisarmonica su traccia 1)
Claudio Pirro (Chitarra elettrica, Acustica su traccia 2)
Marco Lucchi (Mellotron su traccia 8)
Luca Olivieri (Glockenspiel su tracce 4, 15)
Lorenzo Sempio (Chitarra, Sintetizzatore per chitarra, Rumori &, Effetti su
tracce 1, 8)
Jody Bortoluzzi (Sintetizzatore, Suggestioni su traccia 8)
Ivano Nardi (Batteria, Percussioni su traccia 15)
Franco Poggiali (Sintetizzatore su traccia 17)
Daniele Onori (Chitarra elettrica, Acustica su traccia 17)
Le
diciassette composizioni del nuovo progetto artistico di Claudio Milano sono state denominate dall’autore
stesso “Senza Valore”. Ho sorriso quando ho letto il comunicato stampa perché
conosco bene Claudio e so quanto ami essere ironico: “Un disco SENZA VALORE, non è leggero e spensierato, non parla di
rinascita nel “dopo-pandemia”, il cantante del progetto non è bono, non è
pansessuale e non è ventenne. “INCIDENTI-Lo Schianto” è pronto per divenire il
più grande fallimento di Snowdonia e Claudio Milano ne va fiero (ma senza
montarsi la testa).”
La
casa discografica, dunque, avrebbe avuto il coraggio di immettere sul mercato
un prodotto assolutamente inutile, per l’appunto senza alcun valore, andando
incontro a un investimento rovinoso?! E il nostro Milano? Ha definitivamente compromesso
ogni velleità di poter partecipare al Festival di Sanremo o a X Factor?! Ma che
peccato! (mi sono permesso un lieve sarcasmo anch’io).
L’album,
in realtà, è una fucina densa d’idee a cui l’artista pugliese ha dato forma
incidendole su disco, con l’ausilio di una pletora di collaboratori di prim’ordine
(compagni di viaggio, come lui ama definirli) rompendo un silenzio che durava
da molti anni.
Chi
si aspettava un orientamento più lineare e diretto rispetto alle produzioni precedenti
può terminare qui la lettura di questa recensione perché “INCIDENTI -Lo
schianto” rappresenta la quintessenza dell’avanguardismo più oltranzista in
aperta controtendenza con le banalità che dominano il mondo delle sette note.
Tuttavia, non è nemmeno eccessivamente serioso come potrebbe sembrare: a tratti
traspare una vena comica e ilare davvero intrigante. Si evidenza sempre quell’irresistibile
e amabile impronta teatrale che contraddistingue la proposta di Claudio. Coloro
che hanno particolare propensione alle strutture sonore più ricercate, alla
sperimentazione e all’innovazione troveranno nel disco tanto di quel materiale
da rimanere sbalorditi. Ci lamentiamo tutti che la musica ristagna su posizioni
consolidate da tempo e che ormai non c’è più spazio per qualsivoglia tipo di
evoluzione; approcciando con la dovuta attenzione a quest’autentico miracolo
italiano, capirete che le cose non stanno affatto così. Tutto in Milano nasce da
un estro che definirei irrefrenabile e spontaneo, nulla è precostituito e ciò
accresce maggiormente la stima incondizionata che ho per il suo indefesso
lavoro di ricerca.
L’album
è una feroce invettiva alla decadenza ormai irreversibile della società
occidentale che viene derisa, specie nell’esilarante e schizofrenica traccia “Ho Gettato mio Figlio da una Rupe perché non
Somigliava a Fabrizio Corona”, suddivisa in tre parti. Di spessore le parti
vocali e chi già conosce Claudio sa che usa la voce come uno strumento alla
pari di Demetrio Stratos e Giuni Russo (ascoltatelo in Variations
on The Jargon King su testo di Peter Hammill).
L’opera potrebbe apparire disomogenea, ma in realtà risulta coesa e pregna di riferimenti culturali e alchimie sonore di ogni tipo. Un contenitore d’ingegnosità allo stato puro dal quale ognuno può attingere per accrescere la propria esperienza musicale, sbizzarrendosi tra sfumature progressive, folk medievale, escursioni jazzistiche, elettronica e altro ancora. Il segreto è approcciare senza alcun pregiudizio: rimarrete soddisfatti.
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