www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

mercoledì 27 maggio 2015

Inner Drive-"Oasis"


Allora… potrei… potrei iniziare… o forse meglio se… no, dunque, perché… però volevo anche… anche se… certo, sì, appunto, ecco! O no? Azz… non è facile, non per me per lo meno. C’è talmente tanto che, come spesso mi capita, mi sembro inadatto, inadeguato, seppur incuriosito. La mia curiosità in fondo è il seme della mia inadeguatezza. Il voler conoscere annulla la peculiare presunzione umana. Allora conosco: ascolto e imparo. Non sono un recensore, sono un ascoltatore. Uno che si emoziona con e per la musica. La musica mi dà le stesse sensazione di un orgas… sto esagerando. Seconda, subito dietro. E stavolta c’è tanto da imparare e tanto di che emozionarsi. C’è tanto, davvero tanto in Oasis degli Inner Drive. Loro sono russi e nella musica che fanno si annusa la tradizione, l’estro e nello stesso tempo la compostezza, la disciplina. La fantasia al servizio della metrica. Tecnicamente indiscutibili, musicalmente indecifrabili: progressive certo, ma anche fusion, jazz, flamenco, psichedelia e chissà quant’altro ancora, dove io non arrivo. Sono in un po’, i musicisti che hanno dato vita a questo disco strumentale zuppo di tecnica, estro e fantasia. Babà col rhum insomma! Guidati dal limpido talento del tastierista Sergey Bolotov gli Inner Drive si compongono con Alexei Klubochkin, basso  (nelle tracce 1, 3, 6, 8, 9), Fedor Kozharinov, batteria (1, 3, 6, 8, 9), Dmitry Shtatnov, basso (2, 7), Vimal Nikonov, batteria (2, 7), Inna Klubochkina, violino (1, 3, 9), Natalia Filatova, flauto (2, 5, 6, 7, 10), Tatiana Kanevskaya, chitarra (8), Anatoly Gladkov, chitarra (6). Fin da subito, con Way to the Unknown, la follia e l’isteria del genio ci indicano la strada che percorreremo, fatta di sussulti e soprassalti per poi proseguire con la malinconica spensieratezza di Oasis, pezzo che dà il nome all’album. Terza traccia, Inspired by Pink Floyd, beh… che ve lo dico a fare! Il titolo già la dice lunga. Non vi aspettate la chitarra di Waters, quella no, ma l’atmosfera, l’ipnotismo cerebrale, quelli sì. Full Moon viaggia che è un piacere già dalle prime battute e mantiene le vele piene di vento per tutta la sua durata. Il vento si placa in Life in Our Minds e le prime note fiabesche si alternano in seguito con altre più avventurose, fino a diventare frenetiche, compulsive. Cambi di direzione che Garrincha in confronto era un bambino piccolo! Si scavalla la metà e si arriva a Elephants, traccia numero sei. Sarà l’influenza del titolo, ma questo pezzo mi dà un senso di matriarcale, di protettivo. Un brano che dà sicurezza. Lost dream allora. E qui la malinconia si attacca alla pelle. “Malinconidermide” mi verrebbe da dire. Un abbinamento titolo-musica particolarmente azzeccato. Un viaggio interstellare non poteva mancare in un disco simile e quindi ecco Chaos ad assolvere al compito. La puntina scorre sul disco di Saturno, la luce di Venere mi abbaglia, la maestosità di Giove incombe. Ma anche un drink nel bar di Star Wars! Aibga, oltre ad essere la traccia numero nove dell’album, oltre ad essere un pezzo intenso, suonato, come tutto il disco, con passione crescente, è anche un hotel, in Russia, tra le montagne, a Krasnaya Polyana. Chissà, forse è nato proprio lì, o forse… chissà. AIBGA è anche l’acronimo di All Island Banana Growers Association Limited, un associazione no profit giamaicana. Non c’entra niente, lo so, però, come dicevo, ascolto e imparo. Imparo di tutto. Il disco è quasi finito, manca poco e mi rendo conto di non aver scritto niente che possa somigliare ad una recensione, che l’emozione ha avuto la meglio, che ho cercato di trasformare in parole quelle sensazioni che vivide appaiono nella musica di questi talentuosi ragazzi russi. Ma nessuna parola può rendere l’emozione così come fa la musica. E poi un minuto e quaranta di Transience, che morbida come seta ci conduce amorevole e frusciante verso il silenzio. Finito. Oasis è finito. E io comincio. Comincio a capire che esiste una musica affascinante, intrigante, a tratti seducente, tra il classico e il dirompente, fatta di cuore, cervello e scariche elettriche, che comandano muscoli e nervi. Ascolto e imparo. La musica degli Inner Drive.


Tracklist
01) Way to the unknown
02) Oasis
03) Inspired by Pink Floyd
04) Full Moon
05) Life in our minds
06) Elephants
07) Lost dreams
08) Chaos
09) Aibga
10) Transience

LINE UP
Sergey Bolotov – keyboards,
Alexei Klubochkin – bass guitar (1, 3-6, 8, 9)
Fedor Kozharinov – drums (1, 3-6, 8, 9)
Dmitry Shtatnov – bass guitar (2, 7)
Vimal Nikonov – drums (2, 7)
Inna Klubochkina – violin (1, 3, 9)
Natalia Filatova – flute (2, 5, 6, 7, 10)
Tatiana Kanevskaya – guitar (8)
Anatoly Gladkov – guitar (6)
Composed by Sergey Bolotov
Mixed by Roman Savin at Silence Records
Mastered by: Graham Goldman, Masterdisk
Cover artwork: Konstantin Poletaev
Cover design: Yulia Kolesnitska
Publishing label: Lizard Records

Contacts and web pages:





Nessun commento:

Posta un commento