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mercoledì 24 febbraio 2016

FERMOIMMAGINE - “FRAMMENTI”, di Andrea Zappaterra


FERMOIMMAGINE - “FRAMMENTI”

Frammenti, il secondo disco del duo romagnolo uscito lo scorso Novembre raccoglie dieci canzoni di cantautorato electro-wave minimale e vibrante: loro sono i FermoImmagine, da Luigi Maresca (nife) e Mirko Ravaioli (mrk).
Il disco arriva a due anni dal precedente “Foto ricordo” e vede la band romagnola collaborare con Lorenzo Montanà nelle vesti di produttore, che ha seguito il progetto dalla fase di scrittura dei brani sino all'approdo in studio di registrazione, dove i FermoImmagine - anche grazie alla collaborazione con Gianluca Lo Presti (Nevica su quattropuntozero/Nevica NOISE) - hanno sigillato le dieci tracce.
Come per l'opera precedente, anche “Frammenti” dunque si muove in un solco wave ed elettronico tipicamente anni ottanta, ma con un approccio profondamente diverso sia per quanto riguarda la scrittura dei brani che la scelta dei suoni. E' nato così un lavoro maggiormente leggero ed aperto rispetto al passato: il suono è meno freddo e rigido e trova una propria autonoma identità in brevilinei frammenti ambient-IDM come in ritmiche e chitarre più lineari e dirette.
Frammenti” è insomma un disco più contemporaneo nei suoni ma lo è anche nelle atmosfere, ricalcate al meglio dalla copertina, un disegno minimale di Luigi Maresca. Ogni brano è come un bagliore di luce bianca che investe in modo soffuso la realtà di tutti i giorni, raccontandone lo spaesamento e la precarietà esistenziale, dove tutto, a cominciare dall'anima, sembra disaggregato e impossibile da accorpare. “Frammenti”, appunto, che possono essere brandelli biografici o visioni oniriche, scampoli d'osservazioni metropolitane oppure punti fermi che si dissolvono nel tempo della memoria evanescente e nello spazio degli affetti incomunicabili. Ma anche pezzetti di uno specchio in cui ci si riflette quasi d'improvviso, accorgendosi che comunque si r(esiste) alla sofferenza e alle perdite, conquistando magari una nuova consapevolezza e una nuova affinità. Perché in fondo sta proprio qui la grande forza di questo lavoro dei FermoImmagine: la capacità di essere vicino a chi ascolta di una manciata di canzoni che penetrano sottopelle, abbagliano, scaldano. E fanno sentire meno soli. Ecco brevemente una descrizione dei brani con  piccoli cammei di testo, che non si può fare a meno di apprezzare, poesie metropolitane e intimiste , liriche degne del miglior mondo cantautorale italiano.




1.      La Gabbia
Ci sentiamo un pò tutti prigionieri di qualcosa, sia un cliché, una moda, un modo di vivere una situazione familiare che ci blocca...
Vendere, comprare, comprare, vendere. Soltanto questo posso fare. Vendo il mio tempo, la mia dignità, calpestata, maltrattata.”

2.      11.12.13
Il nostro mondo fatto di vetrine luccicanti che attraggono ma che dietro hanno il vuoto dell'ipocrisia, regali sprecati per colmare gli affetti umani che non riusciamo più a donare!
Vetrine. Le guardo distratto e sorrido. Le guardo pensando: c'è il vuoto. Ipocrita, che cerchi in scatole di carta quello che tu non sei.”

3.      Sono calmo
Un attimo di pace e di tranquillità in cui ci si accorge di stare bene.
Sono calmo sto bene, niente mi trattiene, niente mi pesa mi blocca, sono come il vento che soffia. Sono calmo sto bene, niente mi trattiene, niente mi pesa mi blocca, sono come un fiore che sboccia.”

4.      Fiore di Campo
Musicalmente il brano più anni ‘80, la libertà e la semplicità di un fiore di campo contrapposto alla nostra condizione umana.
Io che son schiavo di questo correre senza sosta per sopravvivere. Prigioniero tra cose e persone che non mi appartengono, non mi servono.”

5.      Nebbia
Immagine allusiva, calzante di un mondo che ci avvolge ma che non ci fa vedere nulla dell'esterno ma solo al nostro interno.
Io non vedo nulla, solo un muro freddo. Freddo, sempre uguale. Mi sento perso in questo limbo senza tempo. Non trovo niente di quello che mi consola. Non mi riconosco. Sono circondato da fantasmi che mi seguono come colpe dimenticate. Mi restano soltanto ricordi e rimpianti.”

6.      Pugile
Di pugni in faccia oggi se ne prendono tanti in mille modi e siamo un pò tutti pugili, l'importante è non arrendersi e combattere!
Vita di pugni in faccia, nello stomaco. Dolore per qualcuno che non c'è più, per qualcosa che è ancora lì, che preoccupa, lacera dentro. Allora cado, mi sento svenire, manca il fiato, in ginocchio, mi rialzo lentamente,
ancora colpito gravemente. Sono giù, non c'è tempo, devo far presto.”


7.      Attimi
Forse la più ermetica lirica ma sempre con un sottofondo di malessere legato al nostro modus vivendi.
Ora solo un parcheggio di auto messe alla rinfusa, a nessuno importa. Individui che passano di fretta, distratti, impegni da rispettare, orari da seguire. Niente urla gioiose, anche qui silenzio. “

8.      Distante
Anche questo un brano musicalmente anni ‘80 con un grande volo pindarico nell'infinito.
Gesti ripetuti, sempre uguali, utili agli altri, unitili per me. Guardo in alto, fisso il cielo, faccio un salto, spicco il volo, su, sempre più su. Guardo giù, ora tutto così distante. Da qui è bellissimo, la terra un puntino nel buio più profondo. Solo il silenzio, miliardi di stelle, senza fiato, distante anni luce. Da lontano un richiamo forte e chiaro, torno indietro velocissimo, incandescente.”

9.      Ansia
Sicuramente uno dei mali del nostro tempo, paragonerei questa lirica ad una di Gaber per il modo narrativo di descrivere uno stato d'animo come il grande Giorgio sapeva fare!
L'ansia che non ti lascia, ti mangia dentro, ti consuma, ogni attimo ti tortura, non hai pace, è sempre lì, non ti abbandona. L'ansia del futuro, del presente. L'ansia che ti spegne lentamente, come una fiamma che brucia velocemente, senza illuminare, che si perde nel buio. L'ansia che ti blocca, non ti lascia pensare, non ti lascia fare. Sei impotente, sono impotente, ti guardo senza poter far nulla, poterti aiutare, cosa fare.”

10. 40 anni
Si tirano le somme di una vita al traguardo dei 40 anni con questa (fatemelo dire) splendida poesia carica di significato.
Vecchie foto riflettono lo stesso viso pulito, privo di ferite, gli occhi sempre quelli. Libero di fare, pensare, sognare. Ora costretto a qualcosa che non controllo, eppure ancora libero. Aggrappato a sogni che il vento come il tempo che passa me li porta via, me li porta via.”
                                                                     
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