La sera dell'8 dicembre 1980, alle 22.51, al termine di un pomeriggio trascorso al Record Plant Studio, mentre John Lennon si accingeva a rincasare con la moglie e si trovava di fronte all'ingresso del Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell'Upper West Side a New York), un venticinquenne squilibrato di nome Mark David Chapman esplose contro di lui cinque colpi di pistola colpendolo alle spalle quattro volte (il quinto colpo non andò a segno) mentre esclamava: «Hey, Mr. Lennon». Uno dei proiettili trapassò l'arteria succlavia e Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo salendo i gradini che portavano alla guardiola della sicurezza mormorando «I was shot…» ("Mi hanno sparato"), prima di cadere al suolo perdendo i sensi. Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto.
«Non ho paura di morire, sono
preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da
un'auto per salire su un'altra.»
J.L. (1969)
Il 14 dicembre 1980 milioni di
persone in tutto il mondo risposero all'appello di Ono di fermare ogni attività
per 10 minuti di silenzio in onore di Lennon. Trentamila si riunirono a
Liverpool e circa 225 000 persone si recarono a Central Park, vicino al luogo
del delitto. In questi dieci minuti, ogni stazione radiofonica di New York City
sospese le trasmissioni.
«Non rimpiango niente di quello che
ho fatto, davvero, a parte forse di aver ferito altre persone. Non rinnego
niente.»
(J.L. 1971)
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