RocKalendario
del secolo scorso – Settembre
di Riccardo Storti
1955 – 10 settembre. Il primo successo di Chuck Berry, Maybelline, raggiunge la posizione più alta in classifica, il numero 5 nella Billboard Top 100. Quando Berry portò per la prima volta la canzone a Leonard Chess, il brano si intitolava Ida May, ma il proprietario della casa discografica pensò che fosse "troppo rurale".
Così, notando una scatola di mascara sul pavimento dello studio, Chess esclamò: "E che cavolo! Perché non chiamiamo questa dannata cosa Maybelline?", modificando accortamente l’ortografia per evitare problemi con la nota azienda di cosmetici.
1965 – Il 25 settembre negli USA balza al n. 1 dell’Hit Parade, la controversa Eve Of Destruction di Barry McGuire. Siamo in piena Guerra Fredda e il tema cupo e apocalittico del brano fu così divisivo da essere bandito dalla programmazione di alcune radio statunitensi. Pensate che la canzone fu inizialmente offerta ai Byrds, che però la rifiutarono, mentre i Turtles ne incisero una versione, pubblicata nel loro album di debutto del 1965 (It Ain't Me Babe), poco prima che fosse registrata quella di McGuire.
Il cantante, anni dopo, ricordò che Eve of Destruction era stata registrata in una sola sessione di registrazione, un lunedì mattina (12 luglio), leggendo il testo scarabocchiato su un foglio accartocciato. Il giovedì successivo, alle 7 del mattino, ricevette una telefonata dalla casa discografica che gli consigliò di accendere la radio: quella canzone stava passando già in onda.
1975 – È Settembre quando esce uno dei capolavori assoluti del jazz-rock italiano: La Valle dei Templi del Perigeo. La copertina resta un’icona e anche il disco è divenuto presto una pietra miliare tale da sevidenziare la maturità del gruppo. Dopo l’esordio di Azimuth e il bis con Abbiamo tutti un blues da piangere, questo nuovo disco impone il Perigeo all’attenzione di un pubblico sempre più vasto.
Oltre al title track, si distinguono i guizzi frizzanti dell’opener Tamale e di Looping, l’ossessivo 5/4 di Il mistero della Firefly, l’intimismo da colonna sonora di Pensieri e di Alba di un mondo, i passaggi carioca di Cantilena e le evocazioni tra fusion e World Music nella conclusiva Un cerchio giallo. In line-up, oltre al consolidato quintetto (Biriaco, D’Andrea, Fasoli, Sidney e Tommaso), si aggiunge la presenza di Tony Esposito con le sue percussioni.
1985 – 3 settembre. Steve McQueen sbarca in USA. No, non si tratta dell’attore, bensì dell’album della pop band inglese Prefab Sprout che, in primavera, aveva pubblicato il disco in Gran Bretagna, mentre l’uscita negli States mutò titolo in Two Wheels Good, probabilmente ispirandosi alla moto cavalcata dal cantante e chitarrista Paddy McAloon, ritratta in copertina.
Un album che vendette tantissimo grazie soprattutto ai singoli When Love Breaks Down, Appetite e Goodbye Lucille #1.
1995 – 21 settembre, irrompe Buon compleanno Elvis di Luciano Ligabue. Abbandonato il ticket con la storica band d’appoggio dei Clan Destino, Liga balla da solo dando alle stampe un disco più vicino alle radici rock, blues, se non addirittura, folk rock: l’acustico e l’elettrico convivono placidamente tra ballad e r’n’r.
Sarà un successo di vendite da paura anche grazie ad una serie di singoli (Certe notti, Viva!, Hai un momento, Dio?, Quella che non sei, Seduto in riva al fosso, Vivo morto o x e Leggero) che faranno da traino alla diffusione del 33 giri. Tra i musicisti, l’hammondista Pippo Guarnera, che alcuni di noi ricordano quale collaboratore dei Napoli Centrale e di Eugenio Finardi.
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