Il 7 settembre 1978 il mondo del rock perse uno dei
suoi personaggi più carismatici e irrefrenabili: Keith
Moon, batterista dei The Who, si spegneva a soli 32 anni. La sua
morte, causata da un'overdose accidentale di un farmaco che stava assumendo per
combattere l'alcolismo, pose fine a una vita vissuta al massimo, senza freni e
senza mezze misure.
Conosciuto come "Moon the Loon" (Moon il matto),
Moon era molto più di un semplice batterista. La sua tecnica unica, energica e
caotica, si distingueva per l'uso massiccio dei tom e dei piatti, e per un
approccio che lo vedeva protagonista, non semplice accompagnatore. Il suo
stile, che lo portò a essere considerato uno dei più grandi batteristi di tutti
i tempi, si fondeva perfettamente con la sua personalità debordante e
autodistruttiva.
Al di fuori del palco, Moon era noto per i suoi eccessi e le
sue bravate leggendarie: dalla distruzione di hotel e di set di batterie,
all'abitudine di far esplodere i bagni con la dinamite. Il suo spirito
anarchico e la sua inarrestabile ricerca di divertimento lo resero un'icona del
rock, ma lo portarono anche verso una spirale di dipendenze che si rivelò
fatale.
La sua scomparsa, avvenuta nell'appartamento che era stato di
Mama Cass Elliot, un'altra stella del rock morta tragicamente, segnò un punto
di svolta per i The Who, che non si ripresero mai completamente dalla perdita
del loro batterista. Nonostante la sua vita sia stata breve, l'eredità di Keith
Moon rimane immensa: un talento inimitabile e una personalità esplosiva che ha
lasciato un segno indelebile nella storia della musica rock.
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