Karnataka + Il Rumore Bianco live al Club Il Giardino - Lugagnano
(VR)25/03/2017
di Marco Pessina
Reportage fotografico di Renzo De Grandi
Partita anche
quest'anno nel glorioso Club veronese la rassegna dedicata al rock progressivo,
che lo staff del locale mette in scena ormai da diversi anni, riscuotendo i
favori di un pubblico sempre più appassionato, che si riversa al Club da ogni
parte del nord Italia. Tale appuntamento annuale é da considerarsi unico nel
suo genere, almeno nel nostro paese. Per la partenza sono state scelte due band,
una d'oltremanica e una nostrana, quanto mai diverse tra di loro ma
estremamente interessanti. I britannici Karnataka, alfieri del neo prog di stampo
sinfonico e i veronesi Il Rumore Bianco, giovani virgulti che pescano
tratti musicali molto diversi nel loro insieme e quindi difficilmente
catalogabili. Tocca proprio a loro aprire la serata in un set dedicato al loro
primo album.
Dopo l'EP d'esordio MEDIOCRAZIA, recentemente é uscito ANTROPOCENE,
ed é su questo lavoro che la band ha impostato il proprio set d'apertura. Il
locale é pieno, ma per questo genere di show non é più una novità ormai. Bella
la prova del sestetto veronese che comprende: THOMAS PESSINA (tastiere), MICHELE
ZANOTTI (chitarra e sax), ALESSANDRO
DANZI (basso), fondatori della band e quindi membri di vecchia data.
Completano la line up: ALESSANDRO ZARA (voce), GIACOMO BANALI (chitarra) e PIETRO PIZZOLI (batteria). Nei 50
minuti a loro disposizione, i sei ragazzi veronesi hanno ben impressionato il
folto pubblico presente in sala e sono stati salutati da calorosi applausi.
Il tempo di
spostare gli strumenti e tocca agli headliner della serata e cioè i KARNATAKA,
nell'ambito del loro tour europeo "SECRETS OF ANGELS IS A TRIUMPHANT WORK".
La giunonica HAILEY GRIFFITHS con la
sua splendida voce e con il suo fisico prorompente fa la sua comparsa in scena
dopo un lungo brano strumentale, accompagnata da IAN JONES membro fondatore della band al basso. Completano la line
up JIMMY PALLAGROSI (batteria), il
chitarrista di chiare origini italiane ENRICO
PINNA e il tastierista CAGRI
TOZLUOGLU.
Forti della loro
ventennale esperienza ci presentano uno show che comprende l'esecuzione di due
album interi, tratti dalla loro mezza dozzina di pubblicazioni. THE GATHERING
LIGHT del 2001 nella prima parte, dove la band si scatena con un suono più hard
che sinfonico. La GRIFFITHS salterà in continuazione durante tutto il set,
dimostrando un grande controllo della voce che non avrà mai tentennamenti di sorta
durante tutto il concerto.
La parte del "leone" la fa PINNA con i
suoi prolungati assoli, assecondato da PALLAGROSI, un autentico martello, forse
anche troppo per qualche purista del genere. IONES e TOZLUOGLU fanno da
contorno, con quest'ultimo spesso sovrastato dai suoni lancinanti della
chitarra. Applausi convinti alla fine della prima parte. Un breve stop e si
riparte con quello che é il lavoro più recente del quintetto britannico e che
dà il nome al tour. Album datato 2015. Nella seconda parte ci sono momenti un
attimo più intimi, dove la GRIFFITHS dà un saggio delle sue doti vocali ben
assecondate da movenze sinuose, ora verso i compagni della band, ora verso il
pubblico. Il tempo passa veloce e subito dopo la mezzanotte, PINNA presenta
l'ultimo pezzo, ma ci tranquillizza dicendoci che dura venti minuti. Si tratta
della title track dell'album, che a nostro avviso é il brano migliore della
serata, con il suo inizio celtico ed il suo crescendo ricco di cambi di ritmo e
dove finalmente sentiamo la tastiera di TOZLUOGLU che si sbizzarrisce in
notevoli svisate ricche di tappeti di note tipici del progressive autentico.
Lunghi applausi finali da parte del folto pubblico ad accompagnare la band che
lascia il proscenio soddisfatta.
Una buona serata
di musica e, come si diceva una volta, buona la prima.
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