Steve Hackett live at Anfiteatro Vittoriale - Gardone Riviera (BS)
08/07/2018
Di Marco Pessina
A conclusione di
questo mini tour di quattro date c'era questa di Gardone sul Lago di Garda,
sponda bresciana. Nell'anfiteatro che si trova all'interno di questo autentico
museo nazionale, si esibiva l'ex chitarrista dei GENESIS, STEVE HACKETT.
Il colpo d'occhio
che si ha in questa location é notevole e noi, che siamo piazzati sopra di
tutti, possiamo ammirare lo splendore del panorama lacustre alle spalle del
proscenio. L'anfiteatro é pieno in ogni ordine di posti. Non é ancora buio
quando lo speaker ci avverte che lo show sta per iniziare. STEVE e la band
entrano in scena alle 21,15 precise, come da orario programmato e piazzano
subito PLEASE DON'T TOUCH, brano strumentale title track dell'omonimo lavoro
solista datato 1978. Si ha subito il il sentore che sarà un bel
"sentire", perché l'acustica é perfetta e il volume é quello giusto,
non quello da orecchie che fischiano per intenderci.
La band é
collaudata da tempo e presenta GARY O'TOOLE, ovvero l'uomo che percuote la
batteria in giacca e cravatta incurante del clima. A destra di HACKETT c'é ROB
TOWNSEND e i suoi innumerevoli strumenti a fiato. Dietro c'é il fido ROGER KING
e le sue tastiere e, sul lato sinistro dell'ampio palco, si piazza il bassista
di turno che questa volta é JOHN REINGOLD. NAD SYLVAN alla voce farà il suo
ingresso in scena più avanti nel concerto. Il resto lo fa HACKETT con la
pulizia di suoni della sua inossidabile GIBSON. EVERY DAY scatena subito
l'entusiasmo del folto pubblico, intanto che l'atmosfera si fa più consona ai
live, dato che ormai é buio. Gli applausi a fine brano certificano
l'apprezzamento, con un HACKETT diventato più loquace con gli anni e il suo
lungo elogio alla location e al Bel Paese ne é la testimonianza tangibile.
BEHIND THE SMOKE, data la tematica del testo più che mai attuale, offre
l'opportunità al chitarrista britannico di ricordare al pubblico di essere
stato anche lui e la sua famiglia un rifugiato. Recentemente ha anche
manifestato la sua contrarietà alla Brexit e al governo inglese. EL NINO viene
attaccata subito dopo in rapida successione. Si alza un pò d'aria e in
lontananza lampeggia, pubblico e band devono lottare con le zanazare presenti
in buon numero. Per il resto tutto gira alla perfezione e ci sono applausi
convinti anche in mezzo all'esecuzione dei brani che si susseguono senza
soluzione di continuità. Dopo IN THE SKEPLETON GALLERY, STEVE presenta WHEN THE HEART RULES OF
MIND, ricordandoci la collaborazione con STEVE HOWE in epoca GTR. Sarà
l'unica concessione a quel periodo. ICARUS ASCENDING ci introduce a SHADOW OF
HYEROPHANT presa nella parte conclusiva, che col suo ossessionante crescendo
rossiniano scatena l'ovazione finale. Intanto SYLVAN ha guadagnato il proscenio
accompagnato dagli applausi del pubblico che aumenteranno di vigore all'attacco
di DANCING WITH THE MOONLIGHT NIGHT, che di fatto ci introduce nel mondo
GENESIS. Impeccabile l'esecuzione come sempre. C'é il tempo anche per ONE FOR
THE VINE da WIND AND WUTHERING, che con i suoi fraseggi mette in risalto la
band semmai ce ne fosse stato bisogno. INSIDE OUT precede l'annuncio di
FOUNTAIN OF SALMACIS che scatena entusiasmo ulteriore con SYLVAN che si
destreggia da par suo.
Ci avviamo
lentamente verso quei pezzi che hanno lasciato un marchio indelebile nella
storia GENESIS. L'intro di piano ci porta diritti a FIRTH OF FIFTH. Non
finiremo mai di apprezzare il fantastico assolo di chitarra che fu costruito
all'epoca, eseguito peraltro mirabilmente da HACKETT. Alla fine del brano ci
sarà lo stand up generale per il giusto tributo. Neanche il tempo di rilassarci
e parte l'intro di chitarra di THE MUSICAL BOX, che ancora oggi può essere
giustamente considerata un simbolo nonostante sia stata concepita nel lontano
1971. Essendo al clou dello show la gente comincia ad alzarsi e, a questo
punto, c'é da chiedersi cosa manchi ancora all'appello in questa magnifica
serata. Dalle chitarre acustiche imbracciate stando seduti un'idea ci viene. E
difatti parte la lunghissima SUPPER'S READY, che tiene incollati in religioso
silenzio durante i suoi 22 minuti, conclusi da HACKETT con alcune variazioni
sul tema nell'entusiasmo generale. Siamo arrivati alla fine e ci viene
presentata la band. Non ci sarà comunque da attendere molto per il bis che
puntualmente arriva. Sarà un medley di MYOPIA/SLOGANS/LOS ENDOS.
L'ovazione finale
sancirà la fine della serata. Che cosa dire ulteriormente se non ringraziare
HACKETT e soci per questo concerto denso di emozioni.
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