I 30 anni degli OAK
Non a tutti gli artisti, non a tutti i gruppi è dato compiere 30 anni di attività. D'accordo: gli OAK sono composti in sostanza da Jerry Cutillo, sono quasi un suo nome d'arte, ma comunque sia il fatto che il suo progetto artistico abbia raggiunto il trentesimo anno di età è cosa notevole.
Per festeggiare questo evento
Jerry, cosa non da tutti, ha chiamato accanto a sé due grandissimi artisti,
musicisti, amici per accompagnarlo non solo nei suoi album ma anche in questo
concerto: stiamo parlando di David Jackson e Jonathan Noyce. Non
devo certo spiegare a chi legge chi sia Jackson, ex componente dei Van Der
Graaf Generator, e Noyce, ex componente dei Jethro Tull.
Il concerto si è tenuto al Caffè Letterario, locale di Roma lungo la via Ostiense, un posto forse abbastanza inusuale per certi tipi di sonorità, però molto accogliente e con un pubblico attento e interessato a quello che gli OAK avrebbero proposto.
La serata è stata introdotta prima dell'esibizione da due conduttori d'eccezione: Maurizio Baiata e Francesca Fabris, che hanno chiamato sul palco e fatto testimoniare diverse persone, giornalisti e altro del settore musicale, che sono vicini agli OAK e che conoscono bene Jerry. Sono venuti fuori, oltre agli apprezzamenti, i caratteri della loro musicalità, che riescono sempre a sorprendere per varietà e sonorità, che mescolano alla perfezione il genere straniero rock con le sonorità acustiche e mediterranee, tipiche della nostra cultura, per creare delle alchimie sorprendenti e molto godibili.
Dopo queste varie testimonianze,
visto che l'evento non era stato pensato per essere solo un concerto, ma una
serie di momenti celebrativi dei 30 anni degli OAK, sono stati mostrati diversi
video associati all'ultimo loro album: Lucid dreaming and the spectre of Nikola Tesla.
Infine, i musicisti sono saliti sul palco per offrire il meglio di sé e della produzione OAK di questi ultimi dieci anni, degli ultimi tre album: Giordano Bruno, Nine witches under a walnut tree e il succitato Nikola Tesla, da poco uscito e dedicato allo scienziato, detto scopritore del ventunesimo secolo per le sue idee modernissime e anche visionarie (ricordiamolo: uscito per Aereostella come il primo, mentre le streghe è stato un vinile auto prodotto).
Per dare corpo alle sonorità della serata, sul palco, oltre ai già citati Jackson ai fiati, Noyce al basso e naturalmente Cutillo a voce, flauto, chitarra e tastiere, sono saliti Dikajee alla voce in alcuni brani, Lucrezia Testa Iannilli al bodhran, Francesco De Renzi al piano, Salvatore Scorrano alla batteria.
I sette brani presentati sono
andati in ordine temporale, dall'album più vecchio al più recente, in
un'escalation musicale di un'ora circa che ha saputo lasciare il segno nel
ricordo dei presenti, e non solo per la bravura massima dei musicisti.
La partenza è subito di impatto,
con la solenne Campo dè fiori e La cena delle beffe, con la sua
aria incalzante che rimane in testa. David ha trovato piena espressione con i
suoi due sax in Diana/Morgana, il pezzo da lui preferito, e dove è anche
emersa la splendida vocalità dell'ospite Dikajee.
C'è stato poi il tempo di un
omaggio ad Allcock con la sua splendida Murfatlar, per non dimenticare
che anche lui ha collaborato con gli OAK.
Si è proseguito con lo strumentale
stregato Janet Boyman, per poi entrare nella più recente fatica di
Jerry, un album osannato dalla critica internazionale, per cui al banchetto
erano presenti magliette, Cd e vinili. Dall'evocativa The comet and the dreamer, dove le voci si intrecciano un una ballata che affascina, il
concerto si è chiuso con White wings, che prende corpo e chiude potente
e delicata col flauto di Cutillo.
Al termine erano tutti a dirsi: “Ma come, è già finito?”. Sì, quando si sta bene il tempo passa velocemente.
Il resto sono complimenti,
applausi a scena aperta e la consapevolezza di aver assistito a uno show
difficile da trovare per qualità e intensità.
Questo più che un concerto è stata
una summa della concezione musicale di Cutillo degli OAK, un riscoprire brani
significativi dai suoi ultimi tre lavori, ma nessun pezzo nei suoi album è di
secondo piano!
Alla fine dal banchetto è sparita
anche la bottiglia di aglianico marchiata OAK, e se chi vi scrive qui si
facesse un autoscatto vedreste la maglietta raffigurate la copertina di Tesla.
In un panorama che invero offre
poco al Progressive rock, posto che l'opera degli OAK è bella musica senza
stili, speriamo proprio di non dover arrivare al quarantesimo anniversario per
riavere Jerry sul palco. Chi lo sa, forse assieme a gruppi che han fatto la
storia del genere in Italia (e nel mondo!), forse in festival italiani un po'
più a nord, lo rivedremo, lo rivedremo...
Tracklist:
Campo
dè Fiori (Giordano Bruno)
La
cena delle beffe (Giordano Bruno)
Diana/Morgana (Giordano Bruno)
Murfatlar (Serving Suggestions - Maartin Allcock)
Janet Boyman (Nine witches under a walnut tree)
The Comet and the Dreamer (Lucid dreaming and the
spectre of Nikola Tesla)
White Wings (Lucid dreaming and the spectre of Nikola Tesla)
Max Polis
Autore del libro Storie di Prog Rinascimento.
Direttore artistico del GPI,
Giovedì Progressivo Italiano su ProgSky Radio http://www.progsky.com
ogni giovedì 22 ore dedicate esclusivamente al Prog Rock Italiano e Affini, dalle 6 del mattino fino a notte fonda.
Conduttore di Prog Rock Polis, trasmisisone in onda ogni giovedì dalle 18.00 alle 20.30 nell'ambito del Giovedì Progressivo Italiano di ProgSky.
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