(Octopus
Records, 2016)
Mathì
Francesco
Tedesco: batteria e percussioni
Antonio
Marano: piano, synth
Francesco De
Simone: voce e chitarre
Dario Menna:
basso
Antonella
Bianco: chitarre
PETALI
RIDENTI
Ascoltando i Mathì, almeno per quanto riguarda i loro primi due
lavori, risulta difficile stabilire se ascoltiamo musica prestata alla poesia o
viceversa.
Le atmosfere musicali del primo lavoro, “PETALI RIDENTI”, sono lievi, quasi sfuggenti, e viaggiano quasi
parallelamente alle liriche che in alcuni momenti quasi improvvisamente
irrompono con frasi a tinte forti: “hai
le trame dei capelli massacrati”, un quadro, un dipinto che stride non poco
con il sottofondo musicale.
Si viaggia sempre dolcemente senza rendere nascosti i sensi, le
sensazioni, il tatto, la vista, che non vengono mai tenuti in secondo piano,
fino ad arrivare a sentire presente altri sensi, o meglio gli “extrasensi”
della favola, della trascendenza figlia di una ricerca travagliata molto
intima, che forse porta al di fuori del proprio corpo e del proprio stesso
essere, in un luogo anelato e sconosciuto… “Altrove”.
Non mancano le immagini strettamente legate alla natura, che
vengono raffigurate sia nelle immagini dei vari protagonisti delle varie storie,
sia nel contesto in cui si trovano avviluppati, nella cui immersione vi è un
tentativo forse vano di risposta.
Sensualità, spiritualità, sofferenza, gioie, dolori risescono a
trasparire con evidenza in ciò che i Mathì propongono… sogno “Cuore di fata”,
il sollievo raggiungibile nella loro dimensione onirica.
Le scelte musicali dei Mathì sono apparentemente semplici e forse
questo per dare maggiore risalto alle liriche, che in certi momenti per i toni
e la loro coloritura possono sorprendere.
(IN)
QUISCENZA
In questo secondo lavoro, in senso cronologico, i musicisti proseguono il proprio percorso di ricerca e fa comparsa
un’ immagine nuova, non presente nel loro lavoro precedente, è una realtà
“pesante”, sgradevole e nemica, è la prigionia, la mancanza, la negazione della
libertà.
Libertà mancante, tipico della condizione umana che è necessario
ritrovare in se stessi, nella propria consapevolezza, oppure in qualcosa che
sta “oltre di noi”, la preghiera, la speranza che da ciò può derivare, ma
l’uomo sa anche ribellarsi a questa misera e lercia condizione e maciullare la testa della serpe dimenticando
le pene.
L’immagine della cella della prigione evidenzia ancora di più
questa necessità di libertà, c’è angoscia e paura della via del non ritorno
(Abisso).
FIGURA
Sono trascorsi tre anni dal loro lavoro precedente, c’è qualcosa
di nuovo nei Mathì: il suono...
Già dalla prima traccia (Sensi)
si sente qualcosa di più “energico “, di positivo, qualcosa che avvicina la band a sonorità e
ritmiche incalzanti vicine, molto vicine, al rock più genuino.
I tormenti e i travagli dei lavori precedenti non sono scomparsi,
ma sembra che la band in questo bellissimo lavoro abbia finalmente cercato e
trovato una nuova modalità, o una strategia attiva di fronteggiamento, un
esempio esasperato di ciò si trova in Cannibale,
brano dalle liriche talmente intrise di sadismo da apparire paradossalmente
ironico.
Io non ti
amo…
Brano esemplare è Sincera,
il protagonista sembra essere uscito quasi definitivamente dal suo sofferente
torpore: io sono il ghiaccio, il buio,
sarò forte, sarò la morte.
Sìi, sarò la morte, forse il coraggio di affrontarla data la mia
nuova FORZA, è probabilmente questo il mood, di questi brani della band, la
voglia, o quantomeno il tentativo di ribellione anche dalle ideologie dalle
omologazioni tipiche della nostra “strana” epoca, dalla quale forse è meglio
fuggire.
Confessioni
di uno sbronzo è l’esempio
di chi si è arreso chiedendo con rabbia e tristezza ( questo è un brano molto
vicino al blues) “aiuto” al liquido rosso, che oltre a rappresentare il colore
della passione, l’essenza a volte pugnace e combattiva, è anche colore del
sangue.
Il sangue, la ferita e la conseguente sofferenza sono sempre
presenti nelle liriche di questa che ormai è divenuta una vera e propria band.
Tre lavori di grande impatto emotivo, originale, tormentato,
sanguinoso e trascendente.
I Mathì hanno iniziato con il gusto e forse la necessità della
sperimentazione, in breve tempo, pur rimanendo fedeli al loro stile scrittorio,
e grazie alla vena poetica di Francesco De Simone hanno saputo forgiare uno
suono diverso che dà loro modo di acquisire un maggiore equilibrio tra parte
musicale e parte lirica, un piacevolissimo e interessante connubio grazie anche
al loro indubbio talento musicale, sia dal punto di vista compositivo che dal punto
di vista esecutivo.
Bio dalla
rete
Mathì è un progetto poetico-musicale nato nel 2008 dalla mente del
napoletano Francesco De Simone. L'intenzione è quella di ricamare con note le
suggestioni "metafisiche" della poesia, sovrastare la realtà di
immagini pure ed evocative fino a perdersi in esse. Dopo aver inciso
"Petali ridenti" (autoproduzione, 2010) ed "(in)quiescenza"
- pubblicato per la torinese Controrecords nel 2013 -, è in atto la preparazione
di un nuovo album in uscita per la Octopus Records di Giuseppe Fontanella (24
Grana). Si tratta di un'opera che mescolando musica e fotografia, affronta il
tema dei volti come storie.
I Mathì sono stati selezionati per il premio Fabrizio De Andrè
2014, hanno calcato il palco del Meeting del Mare, Teatro Trianon di Napoli,
ZIF - Zungoli In Festival, Frequenze Mediterranee, Rievoluzioni Summer Fest e
avuto l'onore di condividerlo con Franco Battiato, ex C.S.I., Cristiano Godano
(Marlene Kuntz), Cesare Basile, Erica Mou, Diego Mancino.
Il videoclip del singolo "A ritmo di pioggia" estratto
dall'album "(in)quiescenza" è stato premiato al Concorso “Storie
d’acqua”, ha ricevuto la nomination al PIVI 2014, il premio più prestigioso per
i videoclip indipendenti italiani, è stato in lista al MArteLive 2014 nella
sezione videoclip ed allo SchermoNapoliCorti 2014, rassegna del NapoliFilmFestival.
info &
contatti
website: www.mathiband.tk
e-mail:
mathiband@live.it
booking: f.tramontano@subcavasonora.com
label:
octopus records
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soundcloud.com/mathiband
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youtube: www.youtube.com/mathiduende
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