Cheat the Prophet –
“Redemption”
di Alberto Sgarlato
La storia dei Cheat
the Prophet, dal New Jersey, è davvero particolare, emozionante e
coinvolgente: amici di lunghissima data (e, nel caso di due componenti su tre,
fratelli), affiatati musicalmente da sempre, collaboratori nei rispettivi
progetti musicali da decenni, giungono però al loro album d’esordio con il nome
di Cheat the Prophet, intitolato “Redemption”,
soltanto all’inizio del 2025.
In realtà i componenti avevano già suonato
insieme sotto il nome di Ars Nova (soltanto omonimi del gruppo prog giapponese
e di un quartetto romano nato nel 1974) e, successivamente, come Nepenthe,
monicker adoperato dal 1993 al 1999, con la pubblicazione di un album nel 1997.
E arriviamo, quindi, a questo nuovo progetto,
avviato durante il periodo del Covid-19, che consegna alla storia il suo primo
album intitolato “Redemption”.
La formula in power-trio, che vede il
bassista-cantante Matt Mizenko e il chitarrista Todd Mizenko ambedue impegnati
anche dietro le tastiere e nella programmazione di loops e di tappeti, con il
drummer Jamie Boruch a chiudere il triangolo, fa immediatamente pensare ai Rush
nel loro periodo anni ‘80, quello maggiormente caratterizzato dalla commistione
e sperimentazione tra neo-prog, elettronica e new-wave.
Le sonorità dei Cheat the Prophet, però, sono
drasticamente diverse e si muovono su ben altre coordinate: in particolare la
chitarra, presente e “marmorea”, richiama alle ultime frontiere del metal-prog
più moderno ed eclettico.
Le progressive band statunitensi, inoltre,
hanno da sempre una grande cura nelle armonie vocali, secondo uno stile varato
già ai tempi di Kansas e Styx per passare nel corso dei decenni attraverso
Magellan, Spock’s Beard e Echolyn.
Ecco, appunto: il nome degli Echolyn non è
qui certo citato per caso. Troviamo proprio il chitarrista di questa band,
Brett Kull, impegnato dietro al banco di mixaggio per rendere perfetto,
limpido, ben dipanato e “grosso” quanto basta l’ottimo sound di “Redemption”.
Abbiamo citato Rush ed Echolyn. E in comune
con queste due band i Cheat the Prophet hanno anche l’approccio mentale,
caratterizzato da un sapiente amalgama di citazioni letterarie, riflessioni
filosofiche e umorismo spesso surreale e spiazzante. A cominciare dal nome
della band, tratto da una citazione del romanzo del 1904 “Il Napoleone di
Notting Hill”, di Chesterton. Secondo l’autore, “Imbrogliare il profeta” non è
altro che una metafora dei destini dell’umanità descritta come un gioco per
bambini, nel quale l’unica regola è “Aspettare che tutti gli uomini
intelligenti siano morti, seppellirli bene e poi andare a fare qualcos’altro”.
E ora passiamo alla musica: si parte con “Chaos”,
ma è tutt’altro che caotica questa perfetta alchimia di incastri matematici tra
tastiere e chitarre. Un pianoforte volontariamente suonato in modo asciutto e
percussivo si interseca bene con le sonorità dure della chitarra; il cantato,
morbido ed elegante, suona molto “anni ‘80”, evocando il ricordo di Talk Talk,
Tears for Fears (dei quali i Nepenthe avevano molto tempo fa anche eseguito una
cover), mentre quando la melodia si apre nel ritornello ricorda i Pendragon del
periodo tra “The window of life” e “The masquerade overture”.
Le linee basso/batteria così presenti,
effettivamente, richiamano i Rush, ma dal quarto minuto un duetto
elettroacustico di chitarre sorprende l’ascoltatore. Finale metal-prog dalle
melodie arabeggianti al sapor di Dream Theater. Partenza deflagrante per quello
che fin dalle prime note si afferma già come un album eccellente.
Con “Bad bitch” le atmosfere
svoltano verso un seducente metal-prog a tinte dark, uno degli episodi più duri
del disco, tra batterie elettroniche industrial, cantato a tratti sussurrato e
a tratti urlato, chitarre ora arpeggiate, ora a riff, Hammond distorti e bass
synthesizers sibilanti.
Ma i Cheat the Prophet sono sempre molto
abili a sorprendere, ed ecco che in direzione opposta va la dolce e commovente
ballad “Marvelous World (Losing Season)”, dominata dal
piano, dalla chitarra acustica e da eleganti tocchi di percussioni, su cui si
erge una grande prestazione vocale solista e corale, il tutto proiettato verso
il crescendo finale. Una delle vette dell’album.
Nel progressive rock spesso i chitarristi si
ritagliano degli “interludi” acustici in situazioni totalmente solitarie. Gli
esempi più celebri sono quelli di Howe negli Yes (“The Clap” o “Mood for a
day”) e di Hackett nei Genesis (“Horizons”), ma si potrebbero citare anche “T.
O. Witcher” di Steve Morse nei Kansas, “Broon’s Bane” di Lifeson nei Rush, il
duetto elettroacustico “The end of the endless majority” di Clive Mitten e Andy
Revell nei Twelfth Night… anche Todd Mizenko non si sottrae a questa nobile tradizione
e con “Paper white" (11.16) ci regala 4 minuti di pura poesia.
Gli undici minuti di “Whisper”,
la traccia più lunga dell’opera, iniziano con un Mellotron che, proprio come
dice il titolo, sembra “sussurrato” nelle prime note. Ma rapidamente il pezzo
cresce, in un sublime connubio tra il metal più moderno (nel cantato, nei riff
di chitarra, del drumming e nel basso molto presente) e il progressivo rock più
classico (nelle sonorità vintage delle tastiere e nei meravigliosi ricami di
pianoforte). In questa traccia, grazie alla lunga durata, la band riesce a
esprimere al meglio le sue varie sfumature espressive.
Un puro esercizio di funambolismo è la
conclusiva “Zaff’s Fez”, momento strumentale da meno di un paio
di minuti di durata, caratterizzato dall’alternarsi tra sorprendente velocità e
altrettanto sorprendenti rarefazioni.
Concludendo: che voi siate fans del
neo-progressive, del metal, della dark-wave, della fusion o del math-rock,
questo disco si imporrà come uno dei “must have” del 2025, a riprova della
grande varietà espressiva di cui la band è capace.
Ora non resta che sperare che Todd, Matt e
Jamie, a.k.a. Cheat The Prophet, dopo un percorso di crescita durato oltre 30
anni, facciano presto seguire a questo album di esordio altre pubblicazioni,
imponendosi come meritano nell’Olimpo delle più interessanti realtà progressive
del Nuovo Millennio.
https://www.cheattheprophet.com/
https://open.spotify.com/album/6EXrDjPtVXP8IQY8Lc5kTq?si=8Qg_b-TVR8KW8WvPDxUP8g
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