Filippo Andreani- “La prima volta”
di
Andrea Zappaterra
Non
ho molta simpatia per il mondo del calcio, che relegherei volentieri a sport
minore (e forse gli
farebbe recuperare un pò di serietà e sano agonismo), ma in questo bel
lavoro di Filippo
Andreani gli episodi sportivi citati sono risalenti a
un'epoca in cui c'erano ancora certi valori e sono presi a pretesto per parlare di temi ben più
profondi, che riguardano la politica e la società anche dei giorni nostri. Un
filo rosso che unisce un pò
tutte le canzoni dell'album, quasi un pretesto per affrontare tematiche più
complesse.
Il
genere cantautorale scelto (solo per dare un'idea) è un mix tra De Andrè, De
Gregori, Bertoli e Bersani, anche perchè
Filippo stesso ne cita brani nelle sue canzoni, richiamando
musicalmente lo stile classico,
atmosfere leggere e trasognanti che mettono soprattutto in risalto il
testo, degno di considerazione e attenzione, ma anche accenni
di punk rock dove emerge la provenienza di Filippo.
Canzone
per Delmo ad esempio
ricorda un pò le Nuvole, di De Andrè,
con la voce dello stesso Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli Cervi massacrati
dai nazisti, vicenda che si snoda tra mondo reale e l'aldilà: “…sono un bambino di 70 anni che parla con
il cielo …”, arricchito dalla voce di Marino Severini,
da sempre grande estimatore di Filippo.
E
Roma è il mare è
una impietosa fotografia della capitale inquinata da malapolitica,
cattolicesimo, delinquenza, soffocata da poteri deviati “ che crocifiggono le
nostre buone intenzioni”,
temi cari a Nanni Palestrini con la voce anche di Sigaro (Banda Bassotti).
Che
ti sia lieve la terra tratta da un
articolo di Gianni Mura è
dedicata a Gianni Brera, un rock senza
fronzoli con cori da stadio.
Gigi
Meroni, scritta a quattro mani con il concittadino Luca Ghielmetti,
parla della grande “Farfalla granata” -fantasista
di anni passati, elegante nel dribbling, lontano dall'egocentrismo degli
attuali assi del calcio,
morto a soli 24 anni in un incidente stradale- e della sua storia
sentimentale con Cristiana Uderstadt.
Qui è immaginato nell'aldilà,
con i grandi calciatori e cronisti deceduti a giocare a carte nientemeno che
con Nostrosignore.
Il
prossimo disco dei Clash, il
brano forse più punk che tocca il delicatissimo tema del lavoro e del mondo
sindacale,
che accetta ormai condizioni sfavorevoli per i lavoratori ai quali non rimane
altro che attendere amaramente soltanto l'uscita del prossimo disco dei Clash.
Tito,
brano con Steno dei Nabat, uno
slow ska dall’andatura in levare che cita appunto i Clash di Jimmy
Jazz, quasi una lettera scritta dall’autore al se stesso bambino, per
raccontare un epoca in cui il calcio era solo un gioco, con frecciate al calcio
moderno e alle tessere del tifoso.
Veloce,
toccante ricordo di Speedy Angel, voce scomparsa prematuramente della punk band
Potage.
Lettera
da Litaliano, dedicata ad uno
dei più complessi ed enigmatici
cantautori degli anni 70, Piero
Ciampi,
ed ad una sofferta storia d’amore: ... Per sapere cos'è la solitudine bisogna essere stati
in due ...
Numero nove, toccante tributo allo sfortunato calciatore
sbocciato proprio nei Blues del Como,
Stefano Borgonovo,
morto di SLA nel 2013 e fondatore di una onlus per combattere questa terribile
malattia. ”Ti risparmierò il calcio moderno perchè non
val più la pena”,
frase mitica e profumo di rock e di calcio diverso.
20
Gennaio 2014, data
di nascita della figlia Annarella, brano conclusivo quasi solo voce e piano ( Franco
Barbera) molto tenero e poetico.
Il tutto scritto,
suonato e cantato come se Joe Strummer facesse un disco di cantautorato
folk, grazie anche all’apporto di una storica band del punk italiano come i Linea
e di alcuni amici ospiti come Marino Severini dei Gang, Sigaro della
Banda Bassotti, Steno dei Nabat, Rob dei Temporal Sluts e Robi degli
Atarassia
Un disco che è scaturito dalla lettura de “Il
coraggio del pettirosso” di Maurizio Maggiani, un libro nel quale
Filippo ha ricordato quanto un tempo era sfrontato, determinato e libero,
proprio come il pettirosso della copertina, un uccello piccolo ma molto
combattente.
“La prima
volta” è interamente suonato da Filippo Andreani con i Linea,
una delle punk band più longeve della scena italiana.
Gianmarco “Gimmy” Pirro: chitarre acustiche ed elettriche, ukulele, slide guitar
Federico Bratovich: chitarre elettriche
Silvio Calesini: basso
Fulvio “Devil” Pinto: batteria
Franco Barbera: pianoforte
Luca Bossi: rhodes, juno, hammond
Linea e Atarassia Gröp: cori
Biografia
Filippo Andreani, nato a
Como nel 1977. Mica un anno a caso.
E’ avvocato ma non
esercita la professione perché farebbe la fine del medico di Spoon River. Nel
frattempo fa l’impiegato ma è già al Sogno Numero Due.
Dal 1993 al 2008 ha
suonato negli Atarassia Gröp, per cui ha scritto tutte le canzoni. Con questa
band ha suonato su centinaia di palchi in Italia e all’Estero.
Dal 2012, per due anni, ha
suonato negli Erode, leggendario combo punk dei primi ’90.
Ha pubblicato due dischi a
suo nome: “La Storia Sbagliata” (concept album in cui ripercorre – tra storia e
fantasia – l’incredibile vicenda del Capitano Neri e della staffetta Gianna,
partigiani della 52esima Brigata Garibaldi operante sul Lago di Como) e
“Scritti con Pablo”, i suoi scritti corsari.
Per l’inizio del 2015 è prevista
l’uscita del suo terzo disco solista, “La prima volta”, in cui convivono le sue
grandi passioni: i Clash, la canzone d’autore italiana, il calcio che fu, gli
amici che ha, i figli che avrà.
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