Finisterre + Höstsonaten Live
Genova-Teatro La Claque
Di Andrea Zappaterra
“Il concerto di sabato 9
novembre - Finisterre +
Höstsonaten Live - è
stato un evento magico, consumato davanti a un pubblico partecipe e attento. Il
tutto insieme ai miei amati Höstsonaten e Finisterre, due gruppi di grandi amici e splendidi musicisti.”
Questa la
sintesi di una serata fantastica estrapolata dalle parole di Fabio Zuffanti,
poliedrico (a dir poco) artista che costituisce una punta di diamante,
un’eccellenza non solo nel panorama musicale/artistico Prog/Rock ma ormai da un po’ di tempo anche in qualità di scrittore,
con libri e biografie di sicuro interesse e articoli sulla stampa.
La sua dote
principale, secondo me (e questi concerti lo hanno dimostrato), oltre
all’indubbio estro artistico, è quella di aggregare, coinvolgere, scoprire
talenti, essere il faro o meglio il riflettore che proietta sui suoi compagni
di viaggio una luce meravigliosa che ne evidenzia la grande bravura e
virtuosismo, con brani che sembrano usciti dalla nostra stessa fantasia, come
un sarto che confeziona vestiti di straordinaria eleganza per i suoi
collaboratori ancor di più di quello che ognuno individualmente possiede come
dote naturale.
È accaduto
anche sabato sera con la presenza sul palco di alcuni artisti che brillano già
di luce propria, ma che in questo contesto hanno dato il meglio di sé stessi
proprio per questa magia che si crea.
Inizia il
concerto con Höstsonaten Live eseguendo dal vivo “The Rime of the Ancient Mariner”,
un classico del repertorio di Fabio
composto con il grandissimo Luca Scherani, una delle migliori
firme musicali del prog italiano, ed ecco salire sul palco lo stesso Scherani
alle tastiere, Dario Canepa alle percussioni, la
fantastica Joanne Roan al clarino e flauto traverso, la bravissima Alice
Nappi al violino, l’immancabile Marcella Arganese alla chitarra
elettrica, Edmondo Romano con zampogna e strumenti a fiato, aggiungendo
un tocco esotico al plot narrativo.
Poi un
compendio di ugole da far paura, a cominciare dal grande Alessandro Corvaglia,
Gianmarco Farnè,
Alessio Calandriello e infine
Simona
Angioloni, che alternano la lettura di alcuni brani del racconto di Samuel Taylor Coleridge con stupendi brani cantati, emozioni
vibranti che si levano tra le luci dei riflettori avvolti dai fumogeni e
colpiscono il cuore del pubblico, in un incanto di suoni. In particolare, è
piaciuto l’emozionante duetto Corvaglia
/ Angioloni, l’incredibile voce di Calandriello che ha preso note impossibili, la potenza della
voce di Farnè. È qui che si
vede l’incredibile capacità aggregante di Zuffanti che sa unire queste meravigliose voci in un unico
afflato.
Sul palco
rimangono tutti e quattro i cantanti a salutare mentre si chiude virtualmente
il sipario su un pubblico piacevolmente stupito ed osannante ed ecco la seconda
parte del concerto con i mitici Finisterre, che in occasione dei loro 25 anni hanno festeggiato con questo
splendido concerto e un nuovo LP doppio con i loro brani rimasterizzati per
l’occasione.
Ecco salire
sul palco oltre a Fabio al basso Boris Valle pianoforte, wurlitzer, organo, Agostino
Macor ai sintetizzatori, mellotron, organo combo, glockenspiel, Stefano
Marelli alla voce e chitarra elettrica, Andrea Orlando alla
batteria, wind chimes e Martin Grice al sax e fiati. Il
pubblico ammutolisce di fronte alle prime note che si propagano con l’esecuzione
dei loro brani storici, “Macinaacqua,
macinaluna”,” Isis”, “Canto antico”, “Aqua”, “Asia”, “EYN”, “Phedra”; la voce di Marelli
è suadente e incantatrice, perfetti i tempi e i controtempi, ottimi gli
assoli.
La musica dei Finisterre è quanto di più vario e
ardito si possa immaginare, fino al brano “…dal
Caos” dove si tocca addirittura il Free Jazz.
Dopo quasi tre
ore di concerto si arriva alla fine senza accorgersene e viene eseguito
l’ultimo brano come bis.
Si rimane
contenti di aver assistito ad un evento speciale, ricco di emozioni oltre che
di musica sopraffina, elegante, una vera gioia per i sensi, felici che esista
chi fa questo genere e con questi risultati in una città come Genova dove
sarebbe bello che tutti ci rendessimo conto, un giorno, della fortuna di avere
artisti di questo genere.
Un po’ di
testimonianze audio con l’ausilio delle fotografie di Simona Campi e Stefania
Garzadori.
Nessun commento:
Posta un commento