Che il mondo dello spettacolo sia pieno di “agenti”, manager, prestanome poco affidabili, gatti & volpi di ogni specie non è una novità. Tanti musicisti, per inesperienza o eccesso di fiducia, spesso sono stati “solati”. Ho trovato questo “sfogo” di Corrado Rustici, uno dei più grandi musicisti e produttori italiani (più conoscuto all’estero che in Italia), in cui anche lui parla della sua esperienza con il suo gruppo “Cervello”.
Di tutto un Pop.
Wazza
Oggi chiedo venia e faccio una cosa
che non ho mai fatto e che quasi sicuramente non rifarò mai più, ma che - alla
luce della recente pubblicazione del Live del Cervello - mi regala
l’opportunità di rimuovere antichi sassolini da una delle mie scarpe.
In primis vorrei mettere in chiaro la
paternità delle musiche e dei testi di Melos, il primo ed unico album in
studio del Cervello.
Le musiche di Melos furono composte da me - con il prezioso contributo di Antonio Spagnolo - e i testi da Gianluigi Di Franco.
Nel 1973 ci venne offerto - e
firmammo - un contratto discografico con la Ricordi.
Ci venne anche detto, da chi ci
procurò il contratto, che essendo minorenni e non ancora membri della SIAE,
dovevamo temporaneamente usare dei “prestanome” per far sì che i brani
potessero venire pubblicati.
Da giovani ingenui e sprovveduti accettammo che due persone, “Gianpietro Marazza” e “Ermanno Parazzini”, - che non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere - comparissero “inizialmente” come autori delle musiche e dei testi, fiduciosi che appena legalmente possibile ci saremmo iscritti alla SIAE e che ci sarebbero stati (giustamente) restituiti i nostri diritti autoriali… cosa mai avvenuta!
Sono molto consapevole che il
contesto è l’Italia, ma mi sono sempre chiesto come queste due persone si siano
sentite in pace con l’idea di ricevere - per 46 anni - i diritti d’autore di
brani composti da altri.
Potrei capire un paio d’anni - per ripagarsi dello sforzo di aver messo la loro firma su un paio di fogli… ma 46?
È - per me - un’idea eticamente inconcepibile… e credo che, dopo tanto tempo e 20 ristampe in tutto il mondo, la cosa più giusta e moralmente corretta, sia quella di restituire - agli autori dei brani - i loro giusti e sacrosanti diritti (non parlo dei soldi ricevuti).
Non nutro molte speranze, ma forse
San Gennaro, o la Madonnina del Duomo di Milano, illumineranno i cuori e le
menti delle persone in questione, ispirandole a contattarmi per rimettere le
cose a posto.
Vediamo se la fede che ho nello spirito umano è giustificata, oppure no.
La seconda cosa di cui vorrei parlare
riguarda un Bootleg di un live del Cervello - in circolazione su E-Bay e su
Youtube.
Nel 1974, Il Cervello fece un concerto a Pomigliano D’arco insieme al “Il Rovescio della Medaglia”.
La nostra esibizione fu registrata -
per nostro uso privato e mai intesa come materiale da pubblicare - da un nostro
amico/tecnico di sala.
Diversi anni fa, per ingenuità e forse anche ignoranza sui diritti di proprietà intellettuale, questa registrazione venne fatta circolare - da chi aveva accesso alla registrazione - su una cassetta e purtroppo, come spesso accade, questa cassetta finì nelle mani di qualcuno non necessariamente “ancorato” moralmente.
Mi è stato segnalato che nel 2015, un furbetto mise all’asta - illegalmente - parte di questa registrazione, vendendola addirittura per Euro 5,800:
https://www.popsike.com/LP-RARE-ITALIAN.../252207945773.html
A parte l’illegalità di tale azione e
la vergognosa avidità di tale furbetto, quello che mi interessa di più è
avvertire tutti i fan del Cervello (in Italia e all’estero) che questa registrazione
non vanta della nostra approvazione e di - per favore - non continuare a dare
sostegno a tale comportamento disonesto e immorale.
Mi fermo qui…
Seppure consapevole della quasi certa
inutilità di questo post, in esso rimane ciò che ho detto.
Chi ha orecchie per sentire
(Corrado Rustici)
Grande Rustici
RispondiEliminaIl mondo è pieno di bastardi che vivono come parassiti sfruttando il lavoro degli altri. Bisognerebbe riuscire ad estirparli dalla società ma temo si impresa difficilissima. Complimenti a voi anche se in ritardo di 50 anni.
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