Quarantatré fa ci lasciava Rino Gaetano,
“genio dell’ironia”!
Per non dimenticare...
Wazza
Il re del pop-rock umoristico
italiano nasce il 29 ottobre 1950 a Crotone e nel 1960 si trasferisce
con la famiglia a Roma, nel quartiere popolare di Monte Sacro.
Rino Gaetano ha dunque delle origini che una volta si definivano “umili”, proletarie, ma che lo avvicinano alla realtà delle piccole cose e a quella capacità tutta italiana di sdrammatizzare le tragedie sociali o personali. Aspirante geometra, coltiva i primi interessi artistici più per il mondo del teatro che per quello musicale, recitando la parte della Volpe in una versione di Pinocchio e componendo le prime canzoni alla chitarra con stile sarcastico, un modo di fare musica popolare, poco in linea con la tendenza seriosa e ideologica di quel periodo.
Nei primi anni Sessanta suscita la
curiosità di due discografici romani, Sergio Bardotti e Vincenzo Micocci,
quest'ultimo proprietario dell'etichetta IT, una creatura della major RCA, per
la quale incide nel 1973 un 45 giri con lo pseudonimo di Kammamuri's,
personaggio salgariano e suo eroe letterario. Questo singolo conteneva la
canzone I love you Maryanna, un brano calypso, giocato sul filo del doppio
senso: Maryanna come marijuana; il lato B del disco, proponeva invece un brano
dixie-charleston intitolato Jaqueline.
Il primo 33 giri di Rino Gaetano
Ingresso libero, pubblicato nel 1974, viene per lo più ignorato ma nel 1975 con
il singolo intitolato Ma il cielo è sempre più blu, una sorta di filastrocca
sui vizi e le contraddizioni della società italiana, insomma quasi una
canzone-manifesto, finalmente l'artista rompe l'indifferenza della critica.
Nel 1976 esce l'album “Mio
fratello è figlio unico” – che include la famosa, divertente e sarcastica “Berta
filava” – imponendo Rino Gaetano come cantautore fuori dagli schemi,
“grillo parlante” per antonomasia e anarchico nelle associazioni dei testi, i
quali possiedono l'insolita qualità di divertire e al contempo di far
riflettere su argomenti tanto delicati quanto difficili da affrontare nelle
canzonette; aveva messo la satira sociale e politica nella musica pop.
Nel 1977 esce l'album “Aida”,
che contiene l'omonima canzone – appassionata e dal sapore un po' amaro,
dedicata all'Italia e alla sua storia – l'anno successivo esce il 33 giri “Nuntereggae
più” (1978) e, in un periodo nel quale il reggae è poco conosciuto nel
nostro Paese, ottiene un vero e proprio successo con il singolo estratto
intitolato “Gianna”, canzone portata al Festival di Sanremo del 1978,
dove Rino si presenta come un classico artista da varietà, indossando frac e
cappello a cilindro, ovviamente un esibizione rara per quel tipo di platea,
abituata a distinguere tra cantanti popolari, cantautori impegnati e attori
televisivi da spettacolo leggero.
Sul palco del Teatro Ariston Gianna
si piazza al terzo posto, preceduta da Un'emozione da poco di Anna Oxa e
da E dirsi ciao dei Matia Bazar, ma raggiunge il top nelle classifiche
di vendita e ci rimane per diverse settimane.
Nel 1979 pubblica l'album intitolato “Resta
vile maschio, dove vai?”, con il brano omonimo scritto da Mogol, per il
periodo estivo lancia un'altra canzone estratta da questo 33 giri, la
divertente ballata intitolata “Ahi Maria”; quest'ultimo LP segna per
Rino il passaggio dall'etichetta IT alla multinazionale RCA. Seguono diversi
tour di successo ma anche l'inizio di una crisi artistica, alla quale Rino
Gaetano tenta di dare una svolta, anche attraverso la tournée con Riccardo
Cocciante e i New Perigeo, dalla quale sarà tratto un Q-disc live intitolato Q-Concert,
pubblicato nel 1981.
L'ultimo album inedito di Rino, “E
io ci sto”, esce nel 1980 e rimane una sorta di previsione su ciò che le
indagini di “mani pulite” avrebbero messo drammaticamente in luce, oltre un
decennio dopo.
Il 2 giugno 1981, un incidente stradale – immediatamente paragonato a quello di Fred Buscaglione, altro sfortunato umorista della canzone – ci impedisce di sapere quant'altro ancora avrebbe detto questo giullare degli anni 70. Le sue canzoni, in gran parte attuali e spesso riproposte in antologie rievocative, hanno aperto la strada a molti gruppi musicali e artisti più o meno ispirati che hanno fatto e fanno umorismo usando parole e musica, anche se in anni sicuramente più facili per la satira e l'ironia.
La grandezza artistica di Rino
Gaetano non consiste però solo nel tradurre comicità in musica, seguendo la
tradizione del varietà, nel satireggiare personaggi e politica, come i
cantastorie popolari e i canzonieri di protesta facevano da tempo, o
nell'ironizzare sulle mode e i costumi dell'epoca, come anni prima aveva fatto
Fred Buscaglione, ma sta anche nel fatto che lui ha seguito quella strada
quando nessun altro nella musica italiana lo stava facendo, in un decennio dove
le hit-parade ospitavano Mogol-Battisti, le piazze ascoltavano i cantautori
impegnati e il Paese si preparava agli anni di piombo. Solo quando la sua auto
si schianta contro un camion, all'alba di un giorno di primavera a Roma,
perdendo la vita a soli 31 anni, pubblico e critica lo consacrano
definitivamente. E da allora ancora oggi la gente non ha mai smesso di scoprire
le sue canzoni.
"C’è qualcuno che vuole
mettermi il bavaglio! Io non li temo.
Non ci riusciranno, sento che, in
futuro le mie canzoni
saranno cantate dalle prossime
generazioni. Che, grazie
alla comunicazione di massa capiranno
che cosa voglio dire
questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale."
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