COMMENTO DI CLAUDIA ERBA
Agnese Valle rilegge
"Baratto" di Renato Zero: nel mese del Pride un volàno di
emancipazione sessuale.
Incipit ritmico dub e un’evoluzione da dance anni Settanta, scandita da un basso martellante: Agnese Valle rilegge “Baratto” di Renato Zero, facendone - nel mese del Pride - volàno sonoro di emancipazione sessuale.
Il baratto anima un rapporto amoroso che si libera da logiche ricattatorie e diventa gioco a viso aperto; la camaleontica vocalità di Agnese Valle sembra compenetrare, sapientemente bilanciate, Adamo e la sua costola, scavalcando sterili barriere di genere.
Baratto anticipa il prossimo lavoro in studio della cantautrice, I miei uomini, che verrà pubblicato nel prossimo autunno per Maremmano Records.
Si tratta del primo album che vede la cantautrice e clarinettista romana- che dal 2020 ha un suo programma su Radio Elettrica ed è Vocal Coach nella scuola di Amici di Maria de Filippi- in veste esclusivamente di interprete.
La cantautrice - si legge nella nota stampa - ha deciso di rileggere una serie di canzoni nate al maschile che hanno segnato il suo percorso artistico e personale, donando loro un nuovo punto di vista, quello femminile.
D’altra parte, l’interpretazione di
canzoni nate al maschile e la loro “traduzione”, sia mediante una cifra
artistica peculiare che attraverso il filtro di una diversa sensibilità - esito
anche della traslazione di genere - è una costante della produzione artistica
di Agnese Valle, che negli anni ha realizzato riletture di Enzo Jannacci, Ivan
Graziani e Ivano Fossati, perfettamente integrate nei suoi lavori discografici.
Cavalcando l’attuale questione della linguistica contemporanea che vede cambiare il significato delle cose se declinate al maschile o al femminile - spiega la cantautrice - nel titolo faccio mia una locuzione solitamente pronunciata dagli uomini in termini di possesso e la utilizzo invece per tracciare un’appartenenza emotiva. Così come nel disco alcune parole (ma non tutte) cambiano desinenza, lo sguardo e la vocalità femminile generano nuove narrazioni.
Agnese Valle, dunque, denuncia provocatoriamente la polarizzazione di aggettivi e sostantivi, ossia il loro mutare di significato in relazione al fatto che riguardino un uomo e una donna.
Pensiamo ad esempio all’espressione “uomo perduto” che allude ad un uomo in una generica condizione di smarrimento, mentre il corrispondente femminile- “donna perduta” - è da intendersi solitamente riferito ad una condotta sessuale “marchiata” come sconveniente.
Consapevole del fatto che l’interconnessione di linguaggio e pensiero implica che la mancanza di segni per esprimere una realtà significa non soltanto non poterla nominare e dunque comunicare, ma anche non possederla nel proprio mondo simbolico (Priulla, 2013), Agnese Valle “gioca” con la polarizzazione semantica, rivelandone controsensi e storture, con l’auspicio che una presa di coscienza a livello linguistico possa innescare un cambiamento anche sul piano sociale.
Nell’attesa dell’album, che secondo
le prime indiscrezioni avrà un sound contemporaneo e variegato, con frequenti
incursioni nell’elettronica- ecco le prime date del tour estivo:
17 giugno – 23°Estate Romana XIV municipio –
Roma
13 luglio – Quid Club – Roma
21 luglio – Iapri Festival – Naso (Messina)
29 luglio – Roccalling Festival – Roccagorga (Latina)
Link all’ascolto:
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