www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

domenica 4 giugno 2023

Intervista alla cantautrice Pamela Guglielmetti, dopo l'uscita del singolo “La legge del tempo”

 

È uscito il 26 maggio su tutte le piattaforme digitali, per l’etichetta La Stanza Nascosta Records, il singolo “La legge del tempo”, della cantautrice Pamela Guglielmetti. Disponibile dal 30 maggio anche il videoclip ufficiale; una produzione Masterblack, per la regia di Andry Verga.

Dal brano, magistralmente arrangiato, emerge l’impostazione vocale teatrale di Guglielmetti, che veste con impeto un brano raffinato e suggestivo.


Abbiamo incontrato l’artista per una chiacchierata sulla sua musica e, più in generale, sulla sua arte.


È da poco uscito il suo nuovo singolo,La legge del tempo”, su etichetta La Stanza Nascosta Records.

Il suono di strumenti reali si fonde a quello di strumenti digitali cercando un punto di incontro, una unione di linguaggi. Salvatore ed io abbiamo deciso di trasformare il nuovo progetto discografico in un viaggio alla ricerca di atmosfere e suggestioni inedite. - ha dichiarato.

Vuole parlarci più diffusamente del lavoro fatto con il co-compositore Franco Tonso e con il produttore Salvatore Papotto?

“La legge del Tempo”, come tutti gli altri brani del nuovo progetto discografico, è nato in una versione piano/voce. Con la proposta di contratto da parte de La Stanza Nascosta Records, ho sentito il desiderio di proporre a Franco Tonso la scrittura delle versioni pianistiche di accompagnamento. Io e Franco stavamo già collaborando. A partire dai miei accordi, gli ho dato carta bianca, perché sapevo che oltre ad essere un talentuoso musicista lo caratterizza una raffinatezza di stile. Il primo lavoro è stato a quattro mani: mentre davo vita a testi ed accordi, Franco si calava nelle atmosfere profonde delle mie parole. Non è semplice confrontarsi con i miei testi, perché toccano corde profonde, sono densi di elementi simbolici e portano sempre in primo piano la sfera emozionale. Quando Salvatore Papotto ha ascoltato per la prima volta i miei lavori passati ha subito colto queste note distintive. Per questa ragione, quando sono pervenuti all’etichetta i provini dei brani nuovi, che presentavano già identità ben delineate, è nata la scelta condivisa di non concepire gli arrangiamenti strumentali come un supporto di accompagnamento, ma come “un’anima sonora” in grado di ampliare le atmosfere dei brani e delle parole. In questi pezzi non c’è divisione tra voce e strumenti. Ne “La legge del tempo” il racconto in voce si svolge e viene sostenuto da suggestioni, suoni, ritmi che mutano al mutare del significato emotivo e spirituale delle parole. Una commistione nella quale gli elementi reali e quelli digitali danzano al 50 e 50. Il mio secondo e terzo album contengono brani esclusivamente acustici, non ho mai pensato di utilizzare suoni elettronici, non li sentivo nelle mie corde. Eppure, ho voluto dare massima libertà alle idee di Salvatore, che ha grande sensibilità ed è un grande sperimentatore. Le bozze di arrangiamento mi hanno convinta subito: ho scoperto che Salvatore non fa mai un inserimento a caso, ogni scelta è motivata ma non tanto da fattori tecnici, piuttosto da immagini emotive che lui riesce a rappresentare con grande incisività. L’intento condiviso è stato quello di impiegare varie sonorità, cercando una fusione alchemica che restituisse dimensioni intime umane e sentimenti, senza cadere in risultati artefatti. Una scelta importante, ad esempio, è stata quella di non abusare negli effetti vocali, preservando il carattere autoriale, e di evitare totalmente il tanto abusato vox tuning che oggi imperversa anche dal vivo. Solo la voce naturale può trasferire calore umano e sottolineare parola per parola quello che racconta.

Il singolo precede l’uscita del suo quarto album in studio, prevista per il prossimo autunno. Cosa dobbiamo attenderci?

In completamento a quando ho raccontato sinora, che già descrive in parte l’anima del lavoro, direi un vero e proprio viaggio multisensoriale, nel quale ognuno può ritrovare frammenti della propria storia, riconoscersi, e aprire finestre sul proprio personalissimo percorso. La vita è un susseguirsi di chiaroscuri, ma ogni sfumatura può essere compresa, accolta e trasformata da un raggio di sole.

Il videoclip (una produzione Masterblack, per la regia di Andry Verga) è intriso di simbolismi cromatici…

Sono grata a questo momento della mia vita, che mi ha fatto incontrare professionisti dotati di talento, umanità e sensibilità. Andry è stato capace di tradurre in immagini la storia narrata, gli stati emotivi, le variazioni sonore e sì, anche gli elementi simbolici che a me sono tanto cari e inserisco sempre nella mia scrittura. Il videoclip è giocato su 3 colori molto importanti. Mi rifaccio spesso ad altre culture perché quella occidentale ha perso qualsiasi collegamento con i cicli naturali della vita e i misteri dell’esistenza. In questo singolo abbiamo introdotto rosso nero e bianco, ma in chiave molto diversa da quella che siamo abituati e conoscere e ci viene insegnata. Sento a me molto affini le culture precolombiane, in particolare quella Maya, che considera gli spettri cromatici un elemento integrante la vita stessa e i suoi cicli. Il rosso nel mio video non si riferisce tanto alla passione, all’amore, ma alla forza vitale, al nutrimento, alla nascita, alle risorse di sopravvivenza ed in primis alla “sincronicità del tempo”, che è il tema centrale del mio brano. Il Nero è tutt’altro che un cromatismo negativo, rappresenta lo spazio di raccoglimento in cui potere ritrovare sé stessi, la pausa, l’abbraccio in cui stringersi ed ascoltarsi osservando ciò che custodiamo e ciò che ci circonda. Il nero corrisponde all’ovest, dove il sole tramonta e si ritira, ma è anche il cielo di notte, l’unico momento in cui è possibile osservare le stelle. Il bianco rappresenta la trasformazione, la manifestazione, la morte e la rinascita, il segnale da seguire. Questi tre colori si avvicendano e sottolineano i passaggi trasformativi che avvengono quando l’incontro con l’altro mette inevitabilmente a nudo le ferite di ognuno, svela bisogni emotivi differenti, restituisce una immagine di sé dalla quale si cerca di fuggire, fino a che si è portati a trovare nuovi equilibri salvifici.

Lei è attrice, coreografa, regista, scrittrice e cantautrice… cosa le viene maggiormente naturale e cosa invece le richiede un maggiore sforzo di studio?

Ho sempre spaziato tra le arti, sin da piccola. Ho sempre sentito il desiderio di esprimermi, in qualunque modo. Ho intrapreso studi artistici, mi sono occupata di arti visive, allestimenti museali, fotografia, ho danzato per anni. Quando la vita mi ha posto di fronte a fermate obbligate mi sono reinventata e ho continuato a spaziare. Non mi sono mai fermata, ho sempre integrato tutte le esperienze che facevo. Non ho mai trovato alcuna difficoltà nel confrontarmi con i linguaggi creativi ed artistici, sono la mia essenza vitale. Scrivo con urgenza e naturalezza, uso il corpo come uso la parola, emergono spontaneamente panorami sonori e comunico come se fosse il mio secondo respiro. Mi sono formata, ma la parola “studio” l’ho abbandonata presto lasciando spazio ad un profondo ascolto interiore e seguendo tutto ciò che la mia natura mi suggerisce. Non potrei essere una sola di queste cose, sono tutte loro integrate. Il mio lavoro musicale accoglie la scrittura, la composizione, la comunicazione, l’espressione corporea, il canto in una manifestazione di insieme. Il videoclip de “La legge del tempo” rivela tutti questi miei aspetti, forse per la prima volta rappresentati all’unisono, per questo è un lavoro a cui tengo molto. Solitamente mi si può conoscere davvero soltanto nelle dimensioni live, per tale motivo ho deciso di iniziare a rappresentare le mie tante forme anche visivamente.

La sua musica in tre aggettivi?

È difficilissimo rispondere! Devo compiere uno sforzo immenso per definirla… Potrei dire emotiva, sospesa, ispirata.

Il libro che ha sul comodino?

Gliene cito due, che sono dello stesso autore, Paolo Coelho. I suoi scritti chiedono di potere entrare nelle nostre profondità eppure, spesso, leggo su di lui commenti che lo descrivono come “uno scrittore per donne sentimentali”. Le parole di Coelho sono spesso affilate come una lama, trasformative, esigono disciplina, io direi invece che è uno scrittore per “cuori forti”.

Il libro che più amo in assoluto, di cui conservo ogni giorno gli insegnamenti è “L’Alchimista”.

Gliene cito un secondo perché è realmente quello che ho sul comodino, l’ho acquistato oggi. Non leggevo Coelho da anni, oggi mi sono ritrovata tra le mani il “Manuale del guerriero della luce”.

In “Cammino Controvento” ha riletto “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi, quale cantautore le piacerebbe “coverizzare” in futuro?

A questa domanda rispondo in modo evasivo. Non voglio anticipare nulla. Dico soltanto che nel nuovo album ci sarà una sorpresa.

Le voci femminili che ama maggiormente?

Alice, Gabriella Ferri, Mia Martini, Nora Jones… sono legata ai panorami di anni passati e alle voci emotive. Amo anche moltissimi autori maschili, però, tra quelli che più mi emozionano c’è Sergio Cammariere.

La canzone che avrebbe voluto scrivere?

“C’è tempo” di Fossati.

Il pezzo scritto da lei che considera meno riuscito e quello che invece apprezza di più?

C’è un pezzo che ho scritto, ma non ho mai rappresentato in “live”. Si chiama “La prima Stella”. È un brano che ho scoperto essere “per me”. Mi spiego meglio: il testo è molto intenso, ma non sono mai stata soddisfatta della resa armonica e melodica. Ho capito negli anni che si tratta di un pezzo che ho avuto il bisogno di mettere su carta per me stessa, per guarirmi. Ed in tal senso non posso definirlo un pezzo meno riuscito, ha portato a compimento il suo ruolo. Forse un giorno, se ne sentirò l’utilità, non è escluso che tornerà in rielaborazione. Per il momento è conservato in uno spazio intimo.

Quello che amo maggiormente è contenuto nel nuovo progetto. Un anno fa avrei risposto “Il Tempo non esiste”. Oggi no, ma non posso dire altro per ora.

Che rapporto ha con il suo pubblico?

Il pubblico è la mia estensione. Non è un elemento distinto. Nel momento in cui salgo su di un palcoscenico io sono le persone che ho di fronte, loro sono me. Anche durante gli anni dediti puramente al teatro non ho mai voluto usare registri “maestri”. Sono sempre stata una narratrice, e sento l’energia delle persone, come sento la bolla emozionale che si crea. Non ho mai amato “esibirmi”, ho sempre amato costruire un ponte empatico, comunicare. Non sono una artista da grandi palchi, in cui si fa fatica a distinguere chi hai davanti, e desidero che coloro che mi ascoltano possano anche sentire il mio respiro, e vedere brillare i miei occhi, il mio essere umana.

Il tratto prevalente del suo carattere?

L’alternanza tra forte determinazione e tenacia, e una sensibilità estrema. Anche in questo caso, non riesco a parlare di un solo tratto. Posso essere vista come la donna forte e determinata che non molla mai e non ha paura di nulla, ma anche quella che raccoglie sassi sulla spiaggia, si commuove per tutto e può essere fragile. Sono queste due polarità e tutte le sfumature che le uniscono.


Scopriamo l'evoluzione di Pamela Guglielmetti...

 

Una carriera tra danza, teatro e musica, un percorso artistico sempre nuovo scandito in ogni tappa da coraggio e urgenza di comunicare. È passata dalla scrittura a un’ultima sorprendente evoluzione: il cantautorato. Il suo è da sempre un viaggio eterogeneo tra le arti, guidato dall’istinto e capace di abbracciare la dimensione più intima del pubblico. Eporediese di nascita, ma ligure d’adozione, Pamela Guglielmetti è un’attrice, coreografa, regista, scrittrice e cantautrice: artista dalle mille sfumature, ha pubblicato il suo primo album “L’eco dei mondi perduti” nel 2019 e “Frammenti”, disco candidato al Premio Tenco 2020.

 

Lo spettacolo “una vita”, strutturato sulle memorie di Luciana Nissim Momigliano (in particolare sulla sua prigionia nei lager nazisti), una delle massime esponenti della psicoanalisi italiana, è stato rappresentato nel 2015 al Teatro Franco Parenti di Milano e in numerose altre repliche. Una trasposizione teatrale in cui la voce gioca un ruolo fondamentale.

 

Ma, dopo dieci anni di carriera, irrompe un fulmine al ciel sereno, costretta ad abbandonare la danza a causa di un imprevisto problema di salute. Un ostacolo? No, un nuovo inizio, condotto dalle necessità di condividere e di raccontare, elementi che l’hanno sempre accompagnata nel suo percorso artistico. La cantautrice è ripartita così dalla voce, innalzandola a mezzo di narrazione, di espressione, di cura e di comunicazione. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo progetto “L’eco dei mondi perduti”: undici tracce in cui invita, tra musica e parole, a scavare dentro sé stessi, per ritrovare “i mondi perduti” tralasciati o sacrificati.

 

Nel 2020 ha visto la luce “Frammenti”, un disco d’istinto, che mostra senza filtri la sua determinazione nel far riflettere l’ascoltatore, affrontando temi come paura, abbandono e separazione, ma anche rinascita, amore e ricerca della libertà.

 

Il 2021 segna un momento storico profondamente difficile per la musica e l'espressione artistica. Pamela non desiste, l'esigenza comunicativa si rafforza e nasce (titolo). Il terzo, nuovo album, racchiude la massima essenza artistica della cantautrice in tutte le sue sfumature e corde espressive e celebra, tramite passi estremamente coraggiosi, quella che è una scelta di vita, per la vita. Cammino controvento attraversa terreni paludosi con occhi nuovi e mostra cosa si può scorgere oltre il buio, scostando il velo di una realtà "acquisita", alla ricerca della propria verità.

Il recente lavoro discografico si candida all’edizione 2022 del Premio Tenco, del Premio Bindi e del Premio Bianca d’Aponte.

 

Ma la sua vera dimensione è sul palco. L’universo di danza e teatro è presente anche durante i suoi concerti che, tra musica, interpretazione e linguaggio del corpo, disegna dal vivo ogni sfumatura artistica, senza dimenticare di creare un ponte empatico con il pubblico.

 

Di recentissima uscita, il 26 maggio 2023, il nuovo singolo “La legge del tempo” su etichetta La Stanza Nascosta Records, che precede un nuovo progetto discografico in uscita per l’autunno.

 

 

 

 


Nessun commento:

Posta un commento