Jacopo Lorenzon potrebbe essere il
nuovo Vasco Brondi, un po’ meno (ma forse solo apparentemente) arrabbiato. “Controluce
siamo tutti uguali”, appena pubblicato dalla coraggiosa etichetta La
Stanza Nascosta Records, è un flusso di coscienza che erompe da linee
melodiche controverse, con inserti sporadici di synth dalle suggestioni
notturne.
Nostalgia, voglia di
fuga, necessità di chiudere i conti con il passato sono solo alcuni dei nodi di
un album spiazzante, che attraversa vuoti generazionali, ci imbeve la penna e
ne restituisce tutto il senso di precarietà esistenziale: l’universo di
Lorenzon è abitato da “persone di cartavelina”, rese inconsistenti da un
immobilismo quasi costituzionale.
In “Controluce
siamo tutti uguali” sembra di avvertire qualcosa anche dell’esordio solista
di Motta, “La fine dei vent’anni”; potrebbe essere proprio la
consapevolezza della fragilità nativa delle certezze. Le contraddizioni, grandi
protagoniste del disco, vengono cantate in modo sommesso; la voce-molto bassa-
disegna sagome, linee di contorno, profili incerti.
Nessuna pretesa
definitoria alberga in questi bozzetti, nessuna sociologia spicciola li
contamina: il territorio esplorato, con una attitudine fortemente sperimentale
che investe anche la scelta degli strumenti, è quello - vergine -dell’emozione.
Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)
1.Dormiveglia 5:28
2.Nei 3:29
3.Sporche di catrame 3:47
4.Solamente ricordare 3:14
5.Se fossi uguale a me 3:50
6.Corallo 3:45
7. Una cartolina 5:10
8.In Absentia 2:44
9.Persone di carta velina 6:43
10.Partenze 3:17
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