MAGIA
NERA-“VLAD”
Di
Andrea Pintelli
I Magia Nera, band spezzina attiva fin dagli anni ’60, confezionano il loro nuovo lavoro dal titolo emblematico “Vlad”. Opera interamente dedicata alla figura del tanto mitizzato nobile della Valacchia, la cui storia viene rivisitata nel libro rilasciato nel 2022 dal loro chitarrista e cantante Bruno Cencetti, tale “L’innocenza di Dracula: Apologia di un Vampiro”, le cui note introduttive ci corrono in aiuto per capirne la genesi: “Valacchia, Monti Carpazi, anno 1431. Una madre impaurita si nasconde nel castello di proprietà della famiglia, semidistrutto dall'assalto degli Ottomani. Dopo aver partorito il figlio del conte Vlad tra infiniti tormenti e privazioni, si accorge con terrore di non avere latte. In un ultimo disperato tentativo di far sopravvivere il figlio, sostenuta dal suo amore di madre, si punge un capezzolo con una lama e nutre il figlio con il suo sangue. Ma la tara che egli subisce lo costringe a una vita in cerca di una femmina da amare allo stesso modo, ossia bevendo il suo sangue. Nel momento in cui lo scorrere del sangue della sua vittima gli restituisce quell'amore infinito, lui la uccide e la storia ricomincia. Dio lo ha condannato, ma quanto di tutto questo è colpa di Vlad? Dio non interviene nelle vicende umane, ci lascia artefici del nostro destino e Vlad è artefice del suo.” Ora, sappiamo tutti che il personaggio storico realmente esistito, detto “l’Impalatore”, va tenuta separata dalla geniale inventiva vampiresca dettata da Bram Stoker, nel suo romanzo “Dracula” risalente alla fine dell’Ottocento. Giusto per rinverdire le menti: “Vlad III di Valacchia Hagyak (Sighișoara, 2 novembre 1431 – Bucarest, dicembre 1476/10 gennaio 1477) è stato un nobile, militare e politico rumeno, meglio conosciuto solo come Vlad, o con il suo nome patronimico, Drăculea (che significa figlio del drago) italianizzato in Dràcula, voivoda (principe) di Valacchia e membro della Casa dei Drăculești, un ramo collaterale della Casa di Basarab. Era figlio del precedente voivoda Vlad II Dracul, membro dell'Ordine del Drago, fondato per proteggere il cristianesimo nell'Europa orientale. Noto anche come Vlad Țepeș (in rumeno: Vlad l'Impalatore), fu per tre volte voivoda di Valacchia, rispettivamente nel 1448, dal 1456 al 1462, e infine nel 1476. Il soprannome l'Impalatore deriva dalla sua predilezione per l'impalamento dei nemici. Durante la sua vita, la sua reputazione di uomo crudele e sanguinario si diffuse in tutta Europa e, principalmente, nel Sacro Romano Impero. Vlad III è venerato come eroe popolare in Romania, così come in altre parti d'Europa, per aver protetto la popolazione rumena sia a sud sia a nord del Danubio e per la sua brutalità e il suo patronimico.”
Cencetti va oltre tutto ciò, come anzidetto, ma
la domanda sorge spontanea: Vlad / Dracula, essendo stato usato e abusato nel
corso degli anni tramite libri, dischi, e, soprattutto, decine e decine di film
(spesso inutili), aveva bisogno di un altro scritto, coadiuvato dalla propria
colonna sonora? La risposta è sì, visto che il libro fantastica sulle origini
del Conte e ne fornisce una nuova immagine. Questa è la novità. I testi,
racchiusi nelle canzoni del disco, prodotto e pubblicato dalla Black Widow
Records (gloria sempre), sono poetici e ariosi, ottimamente incastonati in
sonorità che delineano l’impeto e la follia degenerativa che avvolgeranno per
sempre la vita di Țepeș. La Protogenesi (Recitativo) apre il
sipario su questa nuova storia, e lo fa nella maniera più fosca e oscura
possibile. Arpeggi di chitarra acustica a creare l’ambientazione, mentre la
voce descrive in modo sentito l’inizio del tutto; Cencetti, con fare da attore,
offre questo (appunto) recitativo e lo porta a un livello drammatico che potrà
piacere, senz’altro, ai tanti fans del Conte. Si prosegue con Vlad il Condottiero, dove la forma
canzone prende ora il sopravvento. Il leader si cala nella parte in maniera
assolutamente notevole, con tutta la band a seguirlo con buoni risultati d’insieme.
Ali nel Buio ha impostazione hard
blues, con echi di Sabbathiana memoria; rocciosa e godibile, mette in primo
piano, ancora una volta, la teatralità della narrazione. Buoni e ben bilanciati
i suoni della strumentazione impiegata. Dolce
Sentire ha matrice heavy, finalmente e in pieno stile Magia Nera; canzone
dove le tastiere sono ora libere di esprimersi in tutto il loro ardore,
facendolo in caloroso stile seventies, lasciando poi spazio a un gradevole
assolo chitarristico. Amore di Una Notte
continua in tal senso, quasi fosse una canzone sorella della precedente, anche
se distinte nel risultato. In soldoni è pane per denti ben abituati alla più
classica cavalcata heavy prog. Freddo
Sacello, il cui inizio è O Fortuna
(primo movimento di Fortuna Imperatrix
Mundi), tratto da “Carmina Burana” di Carl Orff, sfocia in una traccia dai
sentori folk, che nuovamente trasformano il disco in qualcosa di diverso dal
solito. Nella successiva Frassino nel
Cuore nulla si attenua, la recitazione è sempre più marcata e ricca di
energia interiore, mentre le sonorità si dipanano fra rimarcati accenti hard e
momenti medievaleggianti. Atto Finale,
a mio avviso la migliore del lotto (anche se l’album è da valutarsi per
interezza), racchiude tutto quanto fin qui affrontato dai Magia Nera, ossia il
loro mondo. Avevo già commentato, tempo fa, il loro “Montecristo”, ma qui siamo
oltre quel livello. Evoluzione e significative idee mettono le ali alla loro
musica. Compratelo: non ve ne pentirete.
Track list (cliccare per l'ascolto)
1) La Protogenesi (Recitativo)
3) Ali nel Buio
8) Atto Finale
Line Up:
Bruno Cencetti: chitarre e voce
Alfredo Peghini: basso
Alvaro Lazzini: batteria
Luca Tommasi: tastiere
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