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venerdì 15 settembre 2023

Gotland-"Rise", commento di Fabio Rossi


 

Commento di Fabio Rossi 

Artista: Gotland

Album: Rise

Genere: Symphonic Black and Death Metal

Anno: 2023

Casa discografica: Earth and Sky Productions


Tracklist:


ACT I

1) Foedus (Intro)
2) Roman and Cheruscan
3) The Downside
4) Insidia

 

ACT II

5) Expectatio (Interlude)
6) Deception
7) Traitor or Savior

 

ACT III

8) Clades Variana (Interlude)
9) Slaughtered Centurions
10) Spiriti nelle Tenebre
11) The Dishonor

 

ACT IV

12) Imperium non Obliviscitur (Interlude)
13) Ballata del Tradimento
14) The Same Blood
15) Visurgis

 

ACT V

16) Invictus (Interlude)
17) Rise

 

Line Up

Irmin: growls and scream vocals

Eg Orkan: guitars

Insanus: guitars

Var: bass

Hoskuld: drums

Gabriele “Hyde” Gilodi: Orchestrations

 


Special guest:

Manuel “Lupus Nemesis” Visconti: guest growl and scream vocals on track 4, 9 and 11; clean vocals an choirs;

Davide Cicalese: guest growl vocals on track 15;

Chiara “Kyrah Aylin” Di Mare: guest clean vocals on track 13;

Simone “Zilath Meklum” Scocchera: guest growl and scream vocals on track 14;

Haiwas: guest growl and scream vocals on track 3;

Luciano Caratto: narration.

 

I torinesi Gotland rappresentano la palese dimostrazione che in Italia si possa suonare heavy metal a livelli superlativi. Già con l’album “Gloria et Morte”, risalente al 2016, il gruppo mi aveva colpito favorevolmente, ma il recentissimo Rise è davvero di un’altra categoria, da annoverare tra le migliori uscite del 2023.

Si tratta di un concept dedicato alla figura di Arminio, il famoso condottiero germanico della popolazione dei Cherusci passato alla storia per aver inflitto all’esercito romano una delle sconfitte in battaglia più cocenti. A capo di una coalizione di tribù germaniche concentrate nella foresta di Teutoburgo, tra l’8 e l’11 settembre del 9 D.C. annientò grazie a un’imboscata a tradimento le legioni XVII, XVIII e XIX comandate da Publio Quintilio Varo che per il disonore si suicidò.

Il disco è diviso in cinque parti ed è composto da diciassette brani registrati in maniera sublime al ViP Studio di Torino.

Il genere abbracciato dai Gotland è il symphonic black e death metal, con ampi riferimenti a formazioni quali Dimmu Borgir e i nostrani Fleshgod Apocalypse. Viene abbandonato nel frangente il pagan metal che caratterizzava taluni aspetti del loro stile. La musica è variegata, mai monocorde e soprattutto ben strutturata. Da menzionare il notevole apporto dei numerosi special guests tra cui figurano artisti del calibro di Davide Cicalese dei Furor Gallico e Manuel “Lupus Nemesis” Visconti degli Atavicus. È evidente anche da questa peculiarità che le aspettative sono molto alte e non credo che andranno deluse. Ciò che colpisce è la grande personalità e il profluvio d’idee che emergono ininterrottamente ascoltando Rise. Una brillantezza compositiva da rimarcare, tanto che riesce complicato soffermarsi su un brano piuttosto che un altro. Rise è un’opera unica che va ascoltata dall’inizio alla fine (dura un’ora e tredici minuti) e con l’immaginazione ci si sente in un certo qual modo protagonisti della cruenta vicenda storica narrata da Irmin e compagni. Concludo che sono rimasto un po’ sorpreso da qualche critica fatta a quest’album, perché delle due l’una: o sto diventando sordo, oppure il voler “vomitare” addosso ai gruppi metal italiani è un malvezzo che purtroppo non avrà mai fine.

Godetevi ora il video del brano Rise realizzato da Stefano Mastronicola...







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