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sabato 4 novembre 2023

Marta De Lluvia- La festa che non c’era: commento all'album

 


Marta De Lluvia- La festa che non c’era

 

Con “La festa che non c’eraMarta De Lluvia si conferma artista dalla forte grana poetica, capace di sorprendenti vette autoriali.

Dodici brani di assoluta perfezione stilistica, sostenuti da una voce viscerale ed elegante.

La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Edoardo Petretti, con Federico Ferrandina agli arrangiamenti e alla direzione degli archi.

Autobiografia e universalità si danno la mano in un disco classico e moderno al tempo stesso.

De Lluvia è infatti classica, nell’accezione più nobile del termine, e, contemporaneamente, attuale; esemplare e- insieme- controcorrente.

La canzone d’autore di Marta De Lluvia vuole essere un atto di profonda empatia e di condivisione, ha una vocazione intrinseca ad accogliere e ad essere accolta.

Si ascolti, a questo proposito, Malerba, (Poco importa se è di nessuno e perciò non importa se selvatica ruba la terra allungando radici/ché domestico non è mai chi non appartiene/chi di caro ha soltanto, soltanto la vita), metafora di un’irrilevanza che acquista rilievo, di una vulnerabilità che viene finalmente legittimata.

Bastava la città a riempire il giorno/ farsi stranieri in un’altra vita/camminare dentro una poesia di sete infinita. Bastava la città per il giorno/Facile perdersi/ E confondersi/Comparse della memoria- canta De Lluvia in un testo che meriterebbe (al pari di molti contenuti nel disco) di essere inserito nelle antologie poetiche.

La Festa che non c’era è un lavoro seminale, dagli echi cardarelliani (si ascolti, su tutte, Verrà settembre), destinato- se solo riceverà la dovuta attenzione- a depositarsi proficuamente, a sedimentare nelle pieghe dell’inconscio collettivo e a fiorire con il tempo.




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