RUMORE "denominazione
generica di qualsiasi fenomeno acustico dovuto a vibrazioni irregolari, che
produce una sensazione sgradevole." (Garzanti);
Partendo
da questa dotta definizione, vorrei far notare come nell’immaginario
collettivo, lentamente, si sia imposto il senso comune che il rumore sia quello
generato dalla musica giovanile; gli esempi sono infiniti. Se una squadra di
operai alle 7.30 di mattina comincia ad usare macchine da scavo, martelli
pneumatici e quant’altro, la gente non ha niente da dire… lavorano e quindi è
normale che ciò avvenga; se dei ragazzi si mettono a suonare in strada
(avendone anche le autorizzazioni di legge) alle 17.00 del pomeriggio, è sicuro
che nel giro di pochi minuti arriverà una pattuglia della Polizia Locale
chiamata ad intervenire da qualche solerte cittadino per disturbo della quiete
pubblica. Ora se è plausibile che la musica dei ragazzi di cui sopra possa non
essere gradita a chiunque, rimane il fatto che la musica NON è rumore in nessun
caso come è altrettanto indiscutibile che un martello pneumatico, con i suoi
picchi intorno ai 130 db, sia danno alla salute.
Purtroppo
la realtà quotidiana ha fatto sì che nei centri urbani un ragazzo che decida di
suonare e cantare in strada è solo causa di disturbo per molti (soprattutto
anziani) per cui se riesce ad evitare insulti o ancor peggio qualche spintone
per farlo smettere, deve ritenersi fortunato; se qualcuno alle otto di mattina
(avendo finito il turno di lavoro notturno) telefona alla Polizia Municipale
lamentando che il cantiere sotto casa fa un frastuono terribile (oltreché una
polvere micidiale) è molto facile che venga compatito e trattato come un fuori
di testa.
Un
motore che romba in piena notte è il rumore della città, la musica che un
musicista suona a basso volume in pieno giorno è rumore, un fastidio
intollerabile.
Sono tante le cose che la nostra società ha lentamente ma inesorabilmente distorto, ma quella della impossibilità di far musica liberamente senza rischiare il linciaggio è una piaga che i media prima o poi dovrebbero mettere in evidenza. I nostri centri cittadini sono diventati degli acquari dove ci si muove in silenzio e ad orari stabiliti. Quei signori che hanno deciso di comprar casa in centro e che usano la sede di antichi negozi di vicinato o di botteghe artigiane come garage, stanno condizionando giorno per giorno il tessuto sociale che dovrebbe proprio costituire l’essenza di una città per essere definita tale; gli amministratori sembrano accogliere le istanze di queste persone (privilegiate) senza grandi sbattimenti e i nostri giovani sono sempre più confinati, emarginati ma soprattutto privati delle loro legittima colonna sonora.
Sono tante le cose che la nostra società ha lentamente ma inesorabilmente distorto, ma quella della impossibilità di far musica liberamente senza rischiare il linciaggio è una piaga che i media prima o poi dovrebbero mettere in evidenza. I nostri centri cittadini sono diventati degli acquari dove ci si muove in silenzio e ad orari stabiliti. Quei signori che hanno deciso di comprar casa in centro e che usano la sede di antichi negozi di vicinato o di botteghe artigiane come garage, stanno condizionando giorno per giorno il tessuto sociale che dovrebbe proprio costituire l’essenza di una città per essere definita tale; gli amministratori sembrano accogliere le istanze di queste persone (privilegiate) senza grandi sbattimenti e i nostri giovani sono sempre più confinati, emarginati ma soprattutto privati delle loro legittima colonna sonora.
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