In un Auditorium S. Chiara pieno in
ogni ordine di posto é andato in scena l'ennesimo grande concerto del professor
Steve
Hackett. Accompagnato da una band
collaudata quanto mai efficace che prevedeva NICK BEGGS (basso, chitarre
addizionali), GARY O'TOOLE (batteria e voce), ROB TOWNSEND (flauto, sax e voce
addizionale), ROGER KING (tastiere) e NAD SYLVIAN (voce), il chitarrista ha
riproposto i GENESIS con una serie di brani, che hanno posto di diritto il
quintetto inglese nel firmamento del rock mondiale. La particolarità del teatro
a forma di anfiteatro e la sua relativa conformazione, non ha fatto altro che
esaltare ancora di più il prog sinfonico genesiano, con un livello di resa
acustica invidiabile, con STEVE e la sua inseparabile LES PAUL al centro del
palcoscenico.
Il concerto inizia con puntualità
appena passate le nove, anche questa una rarità in Italia, e quando parte il
riff di DANCE ON A VOLCANO si
intuisce subito che sarà una di quelle sere da ricordare, da emozionarsi e da
vivere intensamente. Il pubblico si mostra subito entusiasta, mentre Hackett
annuncia un po' in inglese e un po' in italiano DANCING WITH THE MOONLIT
KNIGHT, title track di SELLING
ENGLAND BY THE POUND, album del '73 già consegnato alla storia. Applausi
convinti, mentre parte SQUONK, altro
brano da A TRICK OF THE TAIL. La band é oliata al punto
giusto con la parte ritmica in evidenza, la coppia BEGGS - O'TOOLE é in grande
spolvero, con un ROGER KING sempre preciso e un NAD SYLVIAN sempre più
convincente, mano a mano che il concerto avanza. Ottimo TOWNSEND, in veste di
"tappabuchi" di lusso, ora al flauto, ora al sax tenore, ora alle
tastiere addizionali. STEVE é in forma come non mai e la sua nota "pulizia"
e precisione alla sei corde é un marchio di fabbrica. Non manca un assaggio di THE LAMB con l'esecuzione di FLY ON A WINSHIELD e BROOADWAY MELODY OF 1974. Salto indietro
nel tempo, con THE RETURN OF GIANT HOGWEED da NURSERY CRIME, accompagnata dalla divertente e divertita
presentazione di HACKETT. Anche nel rivisitare questi brani, STEVE mostra una
sensibilità unica, lasciando l'intelaiatura fedele all'originale ed inserendo
quel giusto tocco in più molto efficace. Ovazioni sulle esecuzioni di THE FOUNTAIN OF SALMACYS e THE MUSICAL BOX, classici che non possono
mai mancare in scaletta. Particolare esecuzione molto partecipata di I KNOW WHAT I LIKE con TOWNSEND sugli scudi nella parte centrale del
brano. NON può mancare il momento intimistico di solo chitarra acustica, sulle
soavi note di BLACK LIGHT e HORIZONS, col tocco sapiente abbinato ad
un arpeggio di rara precisione di STEVE. Arriva poi un altro classico che
scatena emozioni già con l'intro di pianoforte, quella FIRTH OF FIFHT da sempre uno dei migliori brani mai scritti dai
GENESIS, con il solo struggente di chitarra preceduto da quello del flauto di
TOWNSEND. Bella come al solito LILYWHITE LILIGHT. C'é spazio addirittura per un
brano del 1970 - si era praticamente agli albori e STEVE stava per sostituire
in quintetto l'allora chitarrista ANTHONY PHILLIPS - quella THE KNIFE, che i GENESIS utilizzeranno
come bis per parecchi anni nei loro concerti. Dopo parecchie chiamate nella
parte bassa dal pubblico, giunge finalmente SUPPER'S
READY, favolosa suite di ventidue minuti da FOXTROT. Inutile dire che il
pubblico a quel punto faccia fatica a stare seduto, con qualcuno che fa
capolino sotto il palco. Sono passate un paio d'ore e non ce ne siamo nemmeno
accorti, presi come siamo da questi fantastici brani. Ma SUPPER'S rappresenta la fine del concerto in attesa del
"solito" bis. E allora via subito dopo con il più famoso intro di
mellotron della storia del rock, quello di WATCHER
OF THE SKYES. Ma non sarà l'ultimo brano, perché STEVE e la band ci
concedono una favolosa esecuzione di LOS
ENDOS con nel mezzo un corposo
accenno di SLOGANS, brano dal
repertorio solista del chitarrista britannico. Ora é davvero finita con la band
che saluta il pubblico che non smette di applaudire. Due ore e mezza di puro
stordimento musicale per una fantastica serata. Grazie STEVE! Alla prossima.
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