Basta!, "Elemento antropico" Fantasia e bravura in chiave toscana
di
Max Rock Polis (trasposizione di intervista radio)
Un'immagine
di un secolo fa e una gita suggestiva, rielaborate ad arte con un po'
di fantasia, sono stati elementi sufficienti ai toscani Basta!
per poter comporre il loro concept album “Elemento
antropico”. Ma cosa altro ci si poteva aspettare da un gruppo
che ha siglato il proprio nome con un punto esclamativo? Sentiamo
che ne pensano loro.
Allora
ragazzi, presentatevi.
D:
“Io sono Damiano Bondi e nei Basta! suono la
diamonica, che è quella tastierina a bocca che molti di noi hanno
suonato alle medie con scarsi risultati. Io con egualmente scarsi
risultati [ride, ndr] la suono nei Basta!.
Però con un suono un pò migliore perché ci sono un po' di
effettini.”
Ma
insomma, scarsi risultati sentendoti non direi proprio. Lasciamo
perdere la modestia. E poi abbiamo il bassista.
G:
“Esatto io sono Giacomo Soldani, Jack per tutti gli
aficionados dei Basta!.
All'interno abbiamo anche dei nickname, senti un po' come
siamo avanti [ride, ndr], e suono la chitarra basso.”
Precisiamo,
“chitarra basso elettrica”. Siamo puntigliosi, punto esclamativo.
G:
“Sì a cinque corde [ride, ndr].”
Voi
siete una band Progressive nota in Toscana e non solo. Parliamo del
vostro nome, com'è che vi siete chiamati con questa esclamazione col
punto esclamativo dietro.
D:
“Allora, l'origine del nome è buffa. Noi, io e il chitarrista
Saverio che salutiamo facevamo parte di un gruppo metal che si
chiamava Anomaila e facevamo dei concerti quasi sempre con un gruppo
di apertura. Quindi nelle locandine scrivevamo “Anomalia e…” il
gruppo di apertura. Cinque anni e mezzo fa a un concerto il gruppo di
apertura il giorno prima di fare la locandina ci disse che non poteva
più venire. Allora noi facemmo la locandina con scritto “Anomalia
e basta”, poi ci venne l'idea di fare come apertura un side
project, era quasi tutto improvvisato su dei tempi dispari, e di
chiamarlo Basta, suonando gli strumenti che ci divertivano di più,
per cui allora chiamavamo Andrea a suonare il clarinetto basso e io a
suonare la diamonica mentre negli Anomalia suonavo le tastiere.
Quindi lo prendemmo un po' come uno scherzo per la serata, poi in
realtà i Basta andarono meglio degli Anomalia e decidemmo di puntare
sulla nuova situazione.”
E
il punto esclamativo c'è sempre stato?
D:
“All'inizio no, nella locandina era “Anomalia e Basta”, poi per
dargli un che, visto che poi nei live avevamo queste magliette con
questo punto esclamativo gigante, è diventato un po' un simbolo, un
logo, anche per differenziarci un po', per darci un tocco di
originalità ecco.”
I
toscani sono sempre fortissimi in invenzioni. Allora questo
album “Elemento antropico”, anche questo va
spiegato. Che cos'è un elemento antropico?
G:
“Gioca sul fatto che un elemento antropos, che gira intorno
all'uomo, a questa figura di questo ragazzo che fa questo viaggio
ludico o irreale nell'antro dei Corchia nella Alpi Apuane, e a un
certo punto entra in un mondo fantastico, molto sfuggente. Una cosa
che rende ancora più particolare quella che sta diventando una saga,
è che il nostro è il prequel del primo album: il secondo in realtà
come storia si colloca prima di “Oggetto di studio”, album
in cui io non suono, non c'è il basso.”
Avete
fatto come Spielberg: prima “Guerre stellari”
e dopo il prequel.
D:
“Anzi [ride, ndr], facciamo un appello: se qualcuno ci vuole
prendere le canzoni come colonna sonora, visto che tanti ci dicono “a
ma sembra una colonna sonora di qualcosa”, a noi piacerebbe
buttarci in questo mondo, ma non siamo mai riusciti bene a
interfacciarci. Speriamo che accada qualcosa in futuro.”
Intanto
precisiamo: anche se non sentiamo molti testi, è un concept
album questo.
G:
“Sì sì, decisamente sì.”
D:
“Sì, come diceva Giacomo c'è la storia di questo personaggio che
è ispirata a uno dei primi ragazzetti utilizzati nel circo come
bimbi prodigio, diciamo così, come uno dei primissimi uomini
cannone, è Samuel Wasgate. Ci siamo ispirati a questo personaggio e
in più ci siamo ispirati a una nostra esperienza di quando andammo a
visitare l'antro del Corchia, da cui “antropico” che va visto in
questi due modi. Lui questo viaggio ludico lo fa aprire da questa
visita, perché noi andammo veramente a vedere l'antro del Corchia e
scrivemmo una suite di tre brani ispirati a esso. Poi queste
tre canzoni fanno da cornice al viaggio immaginario.”
Infatti
nella storia si racconta di questa persona che cade in questa specie
di antro, trova questo circo, Samuel appunto, e poi viene fatto un
countdown dove l'uomo chiamato Lulù viene fatto
uomo cannone.
D:
“C'è proprio lui, la copertina dell'album è proprio la foto vera
di questo ragazzetto, che chiamavano Lulù, il suo nome d'arte era
Lulù e lavorava per questo circo Parini. Nell'album c'è anche la
traduzione italiana di una delle pochissime canzoni ispirate a lui,
che è di un cantautore americano. Noi l'abbiamo tradotta in italiano
chiedendo il permesso e la recita Fabio Zuffanti, uno dei maggiori
nomi del Prog italiano.”
Allora
salutiamo il grande Fabio! Ma come procurarsi il vostro CD “Elemento
antropico” e dove vedervi dal vivo?
D:
“Di date ce ne abbiamo un po' in programma. Per il CD abbiamo copie
fisiche ai live, ma basta scriverci su Facebook, profilo “Basta
puntoesclamativo”, Bandcamp o Spotify.”
G:
“Sicura è la data del 13 aprile a Genova all'Angelo azzurro, prima
all'Altroquando a Treviso e poi siamo in lista per i Wobbler.
Ringraziamo la Lizard record che ci ha fatto uscire come
etichetta ufficialmente, mentre prima eravamo usciti indipendenti.”
D:
“In Toscana c'è tanto fermento, tante band giovani. Bisognerebbe
riuscire a fare un po' gruppo e organizzare. Bisogna trovare un po'
di sponsor per questo.”
Da
ultimo ricordiamo e salutiamo tutti i componenti del vostro gruppo.
D:
“Allora salutiamoli uno per uno: Saverio Sistri che ci sta
ascoltando, che è il chitarrista, Roberto Molisse che è il
nostro batterista.”
G:
“Io saluto Andrea Tinacci il nostro grande mastro, il
clarinettista. Salutiamo tutti!”
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