I quarant’anni sono la vecchiaia
della giovinezza, ma i cinquant’anni sono la giovinezza della vecchiaia.
(Victor Hugo)
L’Uomo è diventato “gruosso”, lo storico
album degli Osanna compie 53 anni!
Nel corso degli anni è diventato un “cult” della discografia italiana e Lino Vairetti ha saputo dargli nuova linfa, rendendolo immortale come gli Osanna stessi.
Buon compleanno… Uomo di allora e
Uomo di oggi!
Wazza
Gli Osanna nascono a Napoli nel 1970
dall'incontro di alcuni membri della band Città Frontale (Lino Vairetti, Danilo
Rustici, Massimo Guarino e Lello Brandi) con Elio D'Anna, sassofonista e
flautista. Le loro esibizioni live sono caratterizzate da quella che venne
chiamata "teatralità mediterranea": i suoi componenti sono tra i
primi in Italia a proporre concerti dal vivo con trucchi e costumi di scena.
Dopo diverse esibizioni live che
valgono loro una certa popolarità, nel 1971 gli Osanna esordiscono con il loro
primo album, L'UOMO.
Pubblicato dalla Fonit Cetra, L'UOMO,
che prende il nome dal brano più importante della raccolta, viene registrato a
Milano presso l'Auditorium della casa discografica. Tutti i brani sono composti
e arrangiati dagli Osanna.
Si tratta di un concept album di
progressive rock, con influenze folk e psichedeliche. Attenzione particolare va
prestata anche alla copertina, che rappresenta la band con il celebre trucco di
scena sul volto. Si tratta di una cover apribile, in tre parti, che alla fine
compone un poster rappresentante un enorme punto interrogativo.
Sono numerose le influenze presenti nel disco: innanzitutto la tradizione napoletana. Come ricordano gli Osanna, nella loro città "tutti cantano", dal panettiere al macellaio. La band è cresciuta circondata dalla musica, e ne ha fatto una passione e un lavoro. Notevoli sono però anche i riferimenti alla scena rock internazionale, come ai Led Zeppelin.
Il filo conduttore dei diversi brani del concept album, i cui testi sono essenziali, è il focus sull'uomo. Il titolo dell'opera, insomma, è tutto fuorché casuale. All'epoca della produzione dell'album, Vairetti studiava all'accademia delle Belle Arti, dove stava lavorando a una tesi su Umberto Giacometti. Lo scultore in questione era molto legato a Sartre, maestro dell'esistenzialismo.
Capiamo quindi bene perché, mentre
moltissime band progressive rock della scena internazionale si concentravano su
mondi inventati e figure mitologiche, gli Osanna scelgono invece di parlare
dell'uomo, in tutta la sua concretezza, e del suo posto del mondo. Neanche il
trucco che usano in scena può distogliere l'attenzione sul focus
esistenzialista dell'album, e anzi va ad aggiungersi a quel gioco di maschere
che è la vita umana.
Con testi essenziali, ridotti all'osso, gli Osanna espongono la loro filosofia: chi è l'uomo? Può raggiungere la felicità?
Ha spinto le forze del costo di
niente
La gente, le razze, il danaro, la
terra
L'odio, l'invidia, la forza, la
guerra
Momenti di pace non sempre sfruttati
Han reso nei buoni dei cuori
ghiacciati
Si vive e si muore nel fango e
l'orrore
Si cercano invano momenti d'amore
Uomo, uomo, uomo, uomo, chi sei tu?
Inizialmente, la casa discografica
temeva che l'album fosse troppo innovativo per il pubblico. Invece, tanto al
festival pop di Caracalla quanto al Festival di Musica d'Avanguardia e di Nuove
Tendenze di Viareggio, l'esordio degli Osanna con il nuovo disco fu un
successo. L'album vinse addirittura il Premio della Critica Discografica
Italiana.
(Ilaria Aceto)
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