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giovedì 31 agosto 2023

The Who il 31 agosto 1967

The Who. Public Auditorium, Cleveland, Ohio, August 31, 1967


Il 31 agosto 1967, The Who sono in concerto al Public Auditorium di Cleveland, Ohio.
È il loro primo tour negli States, il pubblico americano rimane sconvolto per il loro "lancio di strumenti", durante i concerti.
È l'inizio di una strepitosa carriera musicale!

Di tutto un Pop…
Wazza

The Who performing at the Kiel Opera House in St. Louis, Missouri on August 25th, 1967

Dopo l’uscita del secondo album, gli Who intraprendono il loro primo tour negli Stati Uniti. Mentre nel quartiere di Haight-Ashbury scoppia la "summer of love", in Inghilterra esce un certo disco che parla di un bizzarro "Sergente Pepe".

Le sognanti atmosfere psichedeliche influenzano anche la penna di Townshend che scrive "Pictures Of Lily" dove le schitarrate quasi hard si bagnano nell’acido di una storia sulla masturbazione. Il singolo viene pubblicato nell’aprile del 1967, anticipando l’incendiaria esibizione degli Who al Pop Festival di Monterey due mesi dopo.
La sfida a colpi di chitarra tra Townshend e Jimi Hendrix cattura il popolo degli hippie, ma, soprattutto, i critici della rivista Rolling Stone.

E’, di fatto, il preambolo al successo della band in terra americana che viene definitivamente sancito con il primo posto in classifica del singolo autunnale "I Can See For Miles", fantastica progressione corale tra atmosfere eteree e accelerazioni rock, guidata dalla voce in espansione di Daltrey e dalla chitarra lisergica di Townshend. Le nuove intuizioni musicali aprono una nuova strada per gli Who che dimostrano, così, di non essere soltanto chiassosi sfasciachitarre, ma un gruppo polivalente e in continua espansione.
Espansione che passa per un maggiore stile nella sensibilità compositiva di Townshend, che scrive un disco meno arrabbiato, ma con maggiori pretese intellettuali.


1967, The Who begin their first U.S. tour in Seattle,
opening for Herman's Hermits and the Blues Magoo


The Who Sell Out (Track, 1967), nuovamente prodotto da Kit Lambert, viene registrato durante la tournée estiva negli Stati Uniti e si presenta come un disco di concetto piuttosto ambizioso.
L’idea di Townshend è quella di proporre una serie di brani legati uno con l’altro da fittizi spot pubblicitari radiofonici. Una sorta di collage pop-art che, musicalmente, crea un ponte tra la genialità surreale di "Freak Out" di Frank Zappa e le atmosfere psichedeliche marca Beatles che stanno segnando la seconda metà del 1967. Gli Who "in svendita" allargano, così, la tela strumentale per un sound più progressivo che segue la strada aperta dal singolo che introduce l’album, "I Can See For Miles".
La band, tuttavia, non rinuncia al suo vibrante marchio di fabbrica e, come in "Armenia City In The Sky", filtra la psichedelia attraverso il drumming martellante e imprevedibile e la chitarra quasi hard.
È palese, comunque, un generale ammorbidimento dei toni che si fanno più variegati e fluidi. "Mary Anne With The Shaky Hand" (altra canzone sulla masturbazione) si insinua con una melodia acustica dal gusto zingaresco. Townshend trova, più che il riff, raffinate e innovative architetture pop nel malinconico incedere corale di "Our Love Was" e nel piano etereo di "Can’t Reach You". Il chitarrista segue la scia dei primi Pink Floyd sulle note dell’organo lisergico di "Relax" e si lascia andare addirittura al romanticismo jazz dell’acquerello acustico "Sunrise".
Mentre Entwistle gioca con il coro gregoriano di "Silas Stingy", Pete sembra inseguire in solitario tutte le sue idee. Idee ancora confuse, ma che iniziano già a incastrarsi tra loro come nella suite "Rael", che viene costruita su continue variazioni acustico-elettriche e che, da lì a poco, verrà ripresa per Tommy.
A legare insieme l’album ci pensano, poi, gli irresistibili spot commerciali inventati dalla band: la fanfara irriverente di "Heinz Baked Beans", il pop scintillante di "Odorono" e la filastrocca di "Medac".

L’esperimento, molto originale, viene tuttavia accolto tiepidamente, ma verrà rivalutato anni dopo perché, in effetti, The Who Sell Out è un disco importante oltre che il primo mattone sonoro per la futura produzione degli Who.



Riccardo Storti rispolvera una sua intervista a Riccardo Zappa, relativa all'album "Trasparenze"

 



Intervista a Riccardo Zappa intorno a "Trasparenze"

Di Riccardo Storti


Nella primavera del 2020 stavo lavorando ad alcune schede discografiche relative al 1980 per quello che sarebbe diventato un volume dedicato a quell'anno; mi riferisco a 80 x 100, curato da Paolo Carnelli e giunto alle stampe lo scorso giugno. Tra i lavori proposti, anche Trasparenze, di Riccardo Zappa, un LP da riscoprire e da fare conoscere per bellezza estetica ma anche per complessità strutturale e ricchezza di dettagli.

Proprio perché volevo capirne di più, in fase di revisioni (quindi intorno a dicembre 2020), decisi di contattare il compositore lombardo per rivolgergli alcune domande puntuali circa quello che mi stavo chiedendo da 40 anni. Sì, perché io conosco Trasparenze da quando fu pubblicato e lo adocchiai nella collezione di una cara amica d'infanzia (Antonella Fasce) che, colpita dalla mia curiosità, non esitò a donarmi il vinile.

Peccato che poi la scheda non sia stata pubblicata: ho compensato riportando la mia analisi sul mio blog; a questo punto mi sono chiesto se non fosse anche il caso di divulgare l'intervista (di cui l'interessato fu messo al corrente già nel 2020) e di proporla alla redazione di Mat2020. Buona lettura.

Qual è la genesi dell'album e come si differenzia rispetto ai precedenti?

Trasparenze è, cronologicamente, il mio terzo album, preceduto da Celestion e Chatka. Di questi, il primo è un tipico album d' esordio, dove capisci se il tuo linguaggio può essere, o meno, compreso dalla gente; mentre il secondo ha avuto una genesi più complessa e ragionata. Trasparenze, dunque, è l'opera delle conferme e delle grandi aspettative; segna il passaggio editoriale dalla piccola ed “alternativa” (oggi si direbbe “indie”) Divergo a DDD/RCA. Il contratto prevedeva la realizzazione di ben cinque album in cinque anni. Qualsiasi autore, con una simile prospettiva, concepisce le cose assai più serenamente.

La chitarra a 12 corde prevale e viene usata anche come strumento solista: come si inquadra questo passaggio rispetto alla 6 corde?

Vidi una Ovation 12 corde nella vetrina di Milanfisa; e qui bisogna contestualizzare: mentre oggi tutti i chitarristi possono dibattere compiutamente di qualsiasi strumento esistente, in quegli anni era un miracolo poter avere fra le mani un microfono professionale, un amplificatore o una chitarra veramente innovativa. Come in altre innumerevoli occasioni della mia avventura musicale, acquistai quella 12 corde confidando che la sorte avrebbe portato qualcosa di positivo.

Come arriva il cameo di Venditti?

In quel periodo Antonello stava al castello di Carimate sia per impiegarne gli studi di registrazione, ma anche per viverci a tempo pieno. Dunque, ci conoscemmo perché un giorno venne dove io stavo lavorando, e, assai simpaticamente, fu lui a propormi di intervenire vocalmente; cosa che accettai di volata.

Cosa ricordi delle session in studio al Castello di Carimate? Come è stato lavorare con i musicisti? Calloni, Tempera, Clark, Preti e Pellegrini...

Il Castello di Carimate era un luogo incantato: una sera arrivò Lucio Dalla, che seguì, seduto in poltrona, le registrazioni di 56 misure inedite gustandosi un bicchiere di Bourbon. Ed ancora: è capitato che stessi riflettendo su quale potesse essere lo strumento più adatto a portare il tema finale di Trasparenze, quando dalla vetrata della regia, che dava sul cortile del castello, vidi entrare un tir rosso con la grande scritta bianca Pooh. Loro, infatti, stavano lavorando nello studio attiguo al mio.

La prima cosa che venne scaricata erano delle campane tubolari, e sono proprio quelle che si sentono nella mia traccia, già che, molto gentilmente, Stefano D' Orazio acconsentì che mi fossero messe a disposizione. Se oggi è prassi comune realizzare i progetti discografici tramite lo scambio a distanza di files, in quel periodo era normale, viceversa, un'interazione profonda fra tutti quanti noialtri musicisti.

Da dove nasce l'idea di utilizzare anche sonorità elettroniche, regalate non solo dai sintetizzatori analogici, ma anche da certi effetti utilizzati per le chitarre?

È un'idea che parte da lontano, cioè da quando compresi, sin da Celestion, che avrei dovuto assolutamente cambiare il suono della mia chitarra classica. Quindi, se impiego un determinato effetto, è perché cerco di accompagnare l' ascoltatore verso atmosfere mai sentite prima.

Trasparenze: il tema iniziale ha un'ispirazione rinascimentale?

Sì, ma non solo; ho avuto il piacere di essere riuscito a sviluppare un attraversamento di diversi stili musicali. Ma ciò non basta. Credo che quel brano contenga una serie di sequenze, di intervalli di tono, che, ancora oggi, permangono assai efficaci e presenti negli ascoltatori. Gli autori non sanno bene cosa sia a scatenare questo prodigio, altrimenti si potrebbe replicare sempre tale formula.

Ascoltando brani come Synthesis e Datsun Blues, ti chiedo: quanto c'è di rock in questo disco?

I miei album sono sempre a rischio di apparire disomogenei per l'alternarsi di una proposizione classica, subito seguita da un'altra decisamente rock, ed un'altra ancora, folk. Se si è in grado di gestire diversi stili musicali, bene sia il proporli senza paura. Una scelta che condivido con molti colleghi autori consiste nel non ascoltare troppa musica altrui. Ciò consente di evitare, anche inconsciamente, di impiegare spunti compositivi sfacciatamente rispondenti ad altri.

56 misure inedite: sembra quasi un preludio tardo-rinascimentale per strumento a tastiera (un clavicordo) o per liuto.

Sì, è un tipico brano che può prendere vita solo impiegando una 12 corde, Dopo di che, meglio ancora se sia ugualmente godibile suonato da una classica, da un'arpa o da un pianoforte.

Archipelagos Aegeon: contatti con la musica popolare-folk mediterranea?

Certo, ho sempre avvertito molte affinità con la musica strumentale greca e turca, forse perché è caratterizzata dall'impiego della doppia corda.


Così diversa... Eppure...: fingerpicking didattico?

Lo dice il titolo: trattasi di una sonata unica nell' intera mia produzione. Questo brano è oggetto di studio per i principianti, dato che non presenta particolari difficoltà d' esecuzione.

Hai qualche aneddoto da legare a questo disco?

Curiosamente, una delle domande che Gerry Scotti ha presentato in uno dei suoi giochi a quiz è stata: "Suonava Trasparenze". Che la risposta fosse “Riccardo Zappa”, e che il concorrente avesse risposto giustamente, può stabilire che si tratta di un album di nicchia fin che si vuole, ma forte di alcuni contenuti fruibili da tutti, come, appunto, il brano citato qualche riga sopra (Così diversa...eppure...)





mercoledì 30 agosto 2023

Il festival dell'Isola di Wight

 


Sai cosa è l’Isola di Wight?

Immagini fornite da Wazza


La prima edizione del festival si tenne il 31 agosto 1968, con un concerto dei Jefferson Airplane seguito da circa 10.000 persone. L'anno seguente il festival durò due giorni, il 30 e il 31 agosto 1969, e vide la presenza di Bob Dylan, The Band, Joe Cocker, e gli Who.

L'edizione più nota fu sicuramente quella del 1970, che si svolse dal 26 al 30 agosto. Seguita da 600.000 persone e documentata dal film di Murray Lerner Message to Love: The Isle of Wight festival, l'edizione del 1970 è rimasta famosa per essere stata l'ultima grande esibizione pubblica di Jimi Hendrix prima della sua morte, ma anche quale ultima apparizione del gruppo dei Doors con Jim Morrison in Europa, nonché per la partecipazione degli Who, Joni Mitchell, Miles Davis, Jethro Tull, Free, Ten Years After, Joan Baez, The Moody Blues, Donovan, Emerson, Lake & Palmer, Leonard Cohen, Taste e molti altri.

Il festival nelle immagini proposte da Wazza…























David Gilmour a Wight

Sid Barrett a Wight




martedì 29 agosto 2023

Weeley Festival: era il 1971

Ritorno a casa dopo 3 giorni di festival


Si concludeva il 29 agosto 1971, dopo i tre giorni "canonici", il "Weeley Festival", tenutosi in una zona dell'Essex, in Inghilterra.
Cartellone impressionante, e oggi una cosa del genere sarebbe fantascienza.

I T-Rex di Marc Bolan (all'epoca famosissimi) erano gli headliner di questo fantastico festival; tra gli altri King Crimson, Colosseum, Van Der Graaf Generator, Curved Air, Caravan.
Vi parteciparono 150.000 persone; una tre giorni no-stop, con grandi performance, con "cambio palco" alternati a set acustici, per non fermare mai la musica... altri tempi
Di tutto un Pop…
Wazza




T-REX

King Crimson

Boolteg per i VdGG





lunedì 28 agosto 2023

Mike Oldfield: usciva il 28 agosto 1974 “Hergest Ridge”, suo secondo album


Usciva il 28 agosto 1974Hergest Ridge”, secondo album di Mike Oldfield.
La legenda narra che l’inaspettato successo commerciale e di critica del suo album di debutto, “Tubular Bells”, colpì Oldfield che decise di non andare in tour ed evitò la stampa. 
Questa improvvisa notorietà lo mise in crisi, e si ritirò al confine tra Inghilterra e Galles, dove registrò l’album.
Hergest Ridge è il nome della collina che si vedeva da casa sua.

Di tutto un Pop…
Wazza

Mike e un piccolo aeroplano a controllo remoto-Hergest Ridge, Herefordshire, UK, 1974

(dalla rete)

L'album che sto per recensire non è tra i più famosi di Oldfield, successore di "Tubular Bells" e dal quale eredita la pressione del successo ottenuto e la voglia e necessità di comporre un lavoro dilatato e rarefatto più vicino ad atmosfere ambient e new age. Ed è proprio in questo album che vengono temperate e filtrate dalla sua creatività l'impulsività e i guizzi di genio emersi in "Tubular Bells". Il risultato di questa equazione dà vita al migliore disco di Oldfield. Ispirato dal paesaggio dell'Herefordshire l'album si presenta suddiviso in due suite strumentali.


La prima introdotta da fiati che inizia a tessere la delicata trama su cui si sviluppa l'intero album, in un crescendo di strumenti su cui spicca la chitarra dal suono suadente e malinconico che a tratti segue, a tratti profana la struttura geometrica dell'intero album. Spettri melodici che si compenetrano senza soluzione di continuità un po' come i paesaggi autunnali del Galles fatti di tenui luci, del brillante controluce delle foglie e le ombre fresche del crepuscolo.


La seconda parte si apre con una delicata chitarra acustica e si dischiude lentamente in un universo sognante fatto di melodie quasi pastorali dal sapore Folk per poi incupirsi come si fosse sorpesi in piena campagna da un violento apocalittico temporale. Ed ecco venti o più chitarre suonate in serie che tessono una melodia sghemba, segmentata e claustofobica che
gira su sé stessa finché quando meno te lo aspetti dal nulla riappare la luce tiepida dalle tinte oniriche che conclude l'album in un crescendo di abbracci orchestrali e acustiche minimali. Il disco più ombroso ed incompreso dell'Oldfield più ispirato e creativo.






La musica di Nick Drake attraverso la proposta di Alessandro Pizzin/ALIENO deBOOTES

 


A proposito della musica di Nick Drake

Alessandro Pizzin (a fine articolo un sunto della sua bio) lo ha scoperto nel 1972 e non si più allontanato, incrociando con lui esperienze musicali testimoniate da alcuni video a seguire…

 

Nel 1990 con il WIND PROJECT




Nel novembre del 2005 con uno spettacolo da lui scritto e diretto, LE COSE DIETRO AL SOLE- realizzato all'epoca in compagnia di Claudio Valente, Marian Trapassi, Simone Chivilò, Nicola Gomirato, Franco Moruzzi, Ruggero Lazzari, Alessandro Caraffa e Tiziano Valente - che a causa di problemi organizzativi non è riuscito poi a trovare occasioni per ulteriori repliche.

Si trattava di un racconto della vita di Nick Drake attraverso la testimonianza di un suo amico giornalista (impersonato dall'attore Ruggero lazzari) che in mezzo al pubblico raccontava la sua esperienza alternandosi con una band di otto elementi che sul palco eseguivano alcuni brani del repertorio di Nick (da Pizzin arrangiati ed elaborati). 


NICK'S MEDLEY




PINK MOON

https://youtu.be/NNS0BN9zxT8


BEEN SMOKING TOO LONG

https://youtu.be/RlP-k2I-HPo


RIVER MAN

https://youtu.be/lmOo--ZIKpM


CLOTHES OF SAND

https://youtu.be/1LuznYZMy5c


TOW THE LINE

https://youtu.be/go32jFXvsh8


NORTHERN SKY

https://youtu.be/PSxWh49HC7U

 

Qualche testimonianza fotografica

 

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/2005-11-25.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_2.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_3.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_4.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_5.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_6.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_7.htm

http://www.musicacontinua.com/2005-2006/foto-2005-11-25_8.htm

 

Alessandro Pizzin/ALIENO deBOOTES

Nato nel 1959 in terraferma veneziana da genitori italiani e mezzi austriaci, Alessandro Pizzin ha sempre avuto uno stretto rapporto con la musica grazie alla passione condivisa tra genitori e fratelli - essi stessi musicisti a vari livelli.

Fin dalle sue prime significative esperienze musicali, la sua curiosità verso le possibili frontiere del suono è stata la luce guida del suo approccio all'arte del suono.

Il suo percorso di ricerca si è sempre evoluto nella consapevolezza delle infinite combinazioni nelle quali suoni e rumori possono essere organizzati per creare musica creativa nuova e in continua evoluzione. Da qui la sua autodefinizione di "fonico".

A partire dai primi anni Ottanta con la sua band pop sperimentale RUINS ha registrato vari album, esibendosi spesso in gallerie d'arte utilizzate per eventi multimediali.

Da allora è stato anche membro fondatore di altri progetti, come HEX, HAKKAH, GRAMPUS, WIND PROJECT e, più recentemente, THE BOOTES TRIO."

Dalla seconda metà degli anni '90 in poi si dedica al lavoro di produttore indipendente, che varia tra tutti i generi musicali, dal pop alla musica sperimentale, continuando nell'ottica di collaborare con terzi, mettendo al servizio la sua competenza per offrire creatività e quindi delle opportunità per musicisti altrettanto interessati e curiosi.

Ad oggi, sotto il suo soprannome Alieno DeBootes, si concentra principalmente sul recupero di materiale d'archivio e contemporaneamente si dedica alla registrazione di nuove composizioni per evidenziare il suo passato e presentare la dimensione creativa personale.





domenica 27 agosto 2023

Ciao 2001 del 27 agosto 1972-Il video "Documentario: La Storia del Progressive Italiano"



Della serie… "come siamo regrediti"....

Classifica di  Ciao 2001 del 27 agosto 1972

Al primo posto dei 33 giri (o LP) – Trilogy, di Emerson Lake & Palmer...

di seguito "trionfo" del Prog Italiano, in contemporanea in classifica:

Uomo di Pezza - Le Orme
Banco del Mutuo SoccorsoB.M.S.
Preludio Tema Variazioni Canzona - Osanna
Atlantide - Trip
Storia di un Minuto - PFM

Oggi una cosa del genere sarebbe impensabile... purtroppo!
Wazza






JOHN GREAVES / ANNIE BARBAZZA - “EARTHLY POWERS”- Commento di Andrea Pintelli


 

 JOHN GREAVES / ANNIE BARBAZZA

“EARTHLY POWERS”

Commento di Andrea Pintelli


01/09/2023: segnatevi questa data, perché sarà l’uscita di uno splendido disco a nome John Greaves e Annie Barbazza. Sinceramente credo che non abbiano bisogno di presentazioni, essendo il primo una colonna della Musica con la “M” maiuscola e la seconda una delle migliori espressioni delle nuove leve a livello mondiale. Intitolato “Earthly Powers”, e pubblicato dalla benemerita Dark Companion Records di Max Marchini, raccoglie una manciata di canzoni che i due hanno eseguito durante il loro tour europeo. John e Annie si sono recentemente esibiti (5 agosto 2023) a Piacenza, in uno straordinario concerto/evento in compagnia di alcuni amici rispondenti ai nomi di Jakko Jakszyk, Mel Collins, Régïs Boulard, Laurent Valero. Di certo non gli ultimi arrivati. Ecco le dichiarazioni dei due artisti e del loro produttore Max Marchini che vi serviranno a capire l’impostazione di questo importante lavoro:

“Questo album è composto solo da registrazioni dal vivo: niente sovraincisioni, niente trucchi. Annie e John sono in tournée in tutta Italia e Europa con una tracklist in continua evoluzione, solitamente decisa all'ultimo minuto prima di salire sul palco. Esso raccoglie alcune delle canzoni, per lo più scritte da John, che costituiscono il nucleo principale dei loro spettacoli. A volte eseguono parte del repertorio di Annie, come Moonchild o Epitaph di Greg Lake mentre si esibiva al Rock In Opposition Festival a Lione nel maggio 2019. A volte eseguono Working Class Hero di John Lennon, a volte anche alcune canzoni di David Bowie, e molto spesso Sea Song di Robert Wyatt che qui abbiamo omesso perché inclusa nel primo album di John Greaves per la Dark Companion Records, intitolato semplicemente “Piacenza”, dove Annie recita al piano e alla voce in quel capolavoro, registrando la loro prima esibizione insieme nel lontano 2014. John è un grande amico di Robert Wyatt e hanno collaborato molte volte insieme. Con Annie Barbazza e The North Sea Radio Orchestra hanno registrato e ha suonato Rock Bottom come risultato dell'acclamato album “Folly Bololey”, per la nostra etichetta. Per me è una tale gioia sentirli e vederli esibirsi insieme. C'è una profonda intesa tra Annie e John; lei conosce la musica di John fin dalla tenera età: abbastanza raro per una ragazza di 16 anni entrare in un negozio di dischi e comprare un disco in vinile, soprattutto se è “Leg End” degli Henry Cow. Quindi è stato naturale e istintivo per me presentare John ad Annie e lo straordinario risultato è quello che ascolterete in questo album sincero, registrato in quattro sedi, tutte diverse le une dalle altre, ma condividendo il comune denominatore che il proprietario è una persona meravigliosa.”

Max Marchini. Piacenza, luglio 2023


“Io e Annie lavoriamo insieme da alcuni anni ormai. Il suo approccio istintivo alle mie canzoni corrisponde al mio bisogno di ridefinirle costantemente. Ne abbiamo registrata parecchia di roba insieme e ho avuto il piacere di partecipare al suo bell’album da solista "Vive". Sono entusiasta di sentirla fare suo quello che un tempo era il dominio di Dagmar Krause e Lisa Herman. Ecco cosa facciamo dal vivo, comprese alcune rispettose (spero) cover dei grandi. Spero vi potrà piacere…”

John Greaves. Parigi, luglio 2023.


“Ho sognato di incontrare John da quando mi è stata presentata la sua musica. Avendo poi avuto l'opportunità di diventare amici e fare musica insieme, nel corso degli anni mi ha cambiato la vita. Ammiro molto John, amo la sua poetica e gli sarò per sempre grata per aver dipinto i sogni dai colori vivaci di una bambina. Questo album raccoglie alcune delle nostre ultime esibizioni dal vivo in duo. Benvenuti allo spettacolo.”

Annie Barbazza. Torino, luglio 2023.


Il disco si apre con God Song dei Matching Mole, band post Soft Machine per Robert Wyatt (co-autore del pezzo insieme a Phil Miller), che Greaves affronta da solo accompagnandosi al pianoforte. Interpretazione sentita ed esecuzione da manuale. Bad Alchemy, dal repertorio degli Henry Cow, vede l’ingresso in scena di Annie, ed è subito magia. L’apparentamento all’unisono delle due voci sorprende, anche perché stiamo parlando di musica avente partiture particolarmente complicate. Un grande applauso. Twenty-two Proverbs proviene da “Kew-Rhône”, album del 1977 ad opera di John Greaves, Peter Blegvad e Lisa Herman; la lunga scia delle emozioni è di grande spessore, come la tecnica che i musicisti dimostrano confermandosi passaggio dopo passaggio. Kew-Rhône, dall’omonimo album anzidetto, trova nella voce di Annie un oggettivo surplus e il brano ne guadagna. Ascoltatela attentamente e capirete il perché: la ragazza vola e fa volare. Swelling Valley, dal repertorio più recente di Greaves, di per sé maggiormente melodica rispetto alle precedenti, travolge per la sua dolcezza temperata, con John a condurre i giochi. Rintocchi di beltà che lasciano il segno. The Song proviene, come la precedente, da “Smell of a Friend” del 1988 dei The Lodge, band di cui faceva parte anche Blegvad. Poesia pura, impressionante per resa. How Beautiful You Are, uno dei capisaldi della vasta discografia del nostro, viene qui affrontata con profondità e delicatezza. John a farne da apripista, Annie a rinsaldarne l’incanto. Splendore immenso. Chapeau! Walking On Eggshells, presente in “Piacenza” album del 2015, offre una visione aggiuntiva della poliedrica capacità compositiva di Greaves, capace di arrivare a picchi di suggestione di raro splendore. Dead Poets è commovente fin dal primo rintocco di piano. Non esistono in essa emozioni positive comprimarie: sono tutte protagoniste. Di non comune gioia per l’anima. The Price We Pay ha armonia da vendere, qui elevata dalla soave voce di Annie, capace, sicura e sempre più matura. Non si può non elogiarla: è un fiore che ad ogni ascolto rivela colori nuovi e vividi. Summer On Ice ha carattere e forza, musicalmente netta e decisa. Ancora una volta con le voci a farci raggiungere vette emozionali spesso sconosciute. The Green Fuse riporta ad atmosfere maggiormente rilassate, ma dove il ritmo rallenta, l’eccitazione avanza con trepidante vigore. To Make You Feel My Love del maestro (di tutti) Bob Dylan, chitarra e piano, è una cover fenomenale. Da lacrima. Canzone meravigliosa di per sè, viene qui ulteriormente abbellita da fascino e virtù. In Hell’s Despite, scritta dal solo Peter Blegvad, ha tratti d’invocazione, quasi una preghiera profana. La gradevolezza che i due regalano è amabile e fortemente piacevole. Una carezza in musica. Avalanche del geniale Leonard Cohen è la seconda cover di questo disco, ed è affrontata con rispetto e ispirazione. Elegiaca. Earthly Powers ha tratti di maggiore disincanto e relax rispetto alle altre tracce. Posta al punto giusto della scaletta, la arricchisce per diversità a tinte tenui. Un florilegio di sorrisi. Potente, appunto. In Te, prima song tratta dal già ricco catalogo di Annie, è un caldo e caloroso abbraccio, una dedica al bene supremo che personalmente non trova paragoni con altri autori. Fa innamorare fin dal primo ascolto, come fosse un’estensione della volontà di rimanere gravidi di affetto. È in quei momenti che si può tutto. Lotus Flower, piano e voce di Annie in solo, ferma il tempo. Quasi non è più necessario il respiro, perché si è rapiti in maniera completa dalla meraviglia che lei ha in sé e che ci dona. Immensa. Time, ultima canzone di quest’opera, chiude il sipario con suprema bellezza. Voce di John e armonium indiano di ms. Barbazza. Minimale e prodigiosa.

I dischi dovrebbero essere tutti così: sinceri, nobili (in senso positivo), luccicanti, in modo da lasciare e rilasciare felicità anche ad ascolto concluso. Imperdibile. Abbracci diffusi.

 

Tracklist: 

01. God Song (Wyatt/Miller) 2:46 John Greaves solo 

02. Bad Alchemy (Greaves/Blegvad) 3:04 

03. Twenty-two Proverbs (Greaves/Blegvad) 3:37 

04. Kew-Rhône (Greaves/Blegvad) 5:17 

05. Swelling Valley (Greaves/Blegvad) 3:19 

06. The Song (Greaves/Blegvad) 5:06 

07. How Beautiful You Are (Greaves/Blegvad) 3:44 

08. Walking On Eggshells (Greaves) 3:31 

09. Dead Poets (Greaves) 3:43 

10. The Price We Pay (Greaves) 2:50 

11. Summer On Ice (Greaves) 3:01 

12 The Green Fuse (Greaves/Thomas) 4:53 

13. To Make You Feel My Love (Dylan) 3:15 

14. In Hell’s Despite (Blegvad) 3:31 

15. Avalanche (Cohen) 4:20 

16. Earthly Powers (Greaves) 4:55 

17. In Te (Greaves/Marchini/Barbazza) 5:20 

18. Lotus Flower (Barbazza) 2:37 Annie Barbazza solo 

19. Time (Greaves) 2:31


John Greaves: vocals, piano

Annie Barbazza: vocals, acoustic guitar, piano on 18, indian harmonium on 19.  

Prodotto da Max Marchini.

 

Tracce 1-7 registrate da Luca Frigo e Alberto Callegari al concerto degli Henry Now a Piacenza, per “Musiche Nuove a Piacenza Festival” il 18 novembre 2022. 

Tracce 8-14 registrate da Simone Sfameli al Curva Minore Festival, Palermo il 28 aprile 2023. 

Tracce 15-17 registrate da Daniele Menegatti al Club il Giardino, Lugagnano (VR) il 9 marzo 2023. 

Tracce 18-19 registrate a una festa privata agli Elfo Studios di Alberto Callegari il 28 settembre 2021.

 

Tutte le tracce sono state mixate e masterizzate da Alberto Callegari pesso l’Elfo Studios tra giugno e luglio 2023.