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venerdì 30 novembre 2018

"PURGATORIO ROCK"-Commento di Andrea Pintelli



PURGATORIO ROCK
Di Andrea Pintelli

A volte può esistere anche il vero spirito altruista, che ci guida verso gesti e soprattutto azioni concrete di solidarietà, di volontà benefiche nei confronti di chi ne ha più bisogno. E’ il caso di questo progetto di Daniele Boretto, collaboratore da anni di Giulio Tedeschi della Toast Records, denominato “Purgatorio Rock”.
In questo cd composto da 14 tracce, trovano spazio gruppi di varie estrazioni e generi: punk, garage, blues,  beat, psycho, e chi più ne ha più ne metta. Tutti accomunati dalla volontà di far parte di un lodevole intento, visto che gli incassi saranno donati all’associazione “Raggio di Sole” di Nichelino (TO) che si occupa di persone affette da autismo, e al gattile “Oasi dei gatti” di Borgo d’Ale (VC). Per cui, andate sul sito della Toast e compratelo, indipendentemente da ciò che vi accomuna a questi due ambiti.

Venendo alla musica, le canzoni che fanno parte di questo disco sono suonate da diversi gruppi, alcuni anche provenienti dalla Serbia (vista la provenienza della moglie del nostro, a cui è in parte dedicato questo lavoro).
Forza ed energia, voglia di esserci e un pizzico di follia la fanno da padrone. Su tutti spicca il nome di Frankie Roger, indimenticato cantante dei Rogers, gruppo degli anni ‘60, che dona la sua voce a “Oltre le nuvole”, di Ludovico Ellena (presente anche in fase di post-produzione), suonato dai Desperados. Questa song, posta come finale del cd, riassume l’intendo di questo progetto. Oltre a lui, citiamo i selvaggi Killer Klown, il poeta beat Bruno Rullo, Alba (ossia l’ex cantante dei No Strange) con i suoi Interphones, i formidabili Off-Beat, gli imprevedibili Alice’s Dream e altri godibili gruppi che ci offrono canzoni da loro scritte come pure cover di famosissimi artisti (Bob Dylan, Patty Smith, ecc.)

Distinta la copertina disegnata da Luigi Barberis e la grafica curata dallo stesso Boretto.

Queste le canzoni:

1.      Alba & the Interphones "I Wanna be your Doll" (R. Guastella / C. Belletti / D. Cortese) 1,05
2.      Dennis & Paonessa B.B. "Heat a Toast Blues" (F. Paonessa / D. Dumi / D. Angelino / D. Boretto) 7,50
3.      Fubar "St.Boban Milicic" (Fubar / Bemwejci) 2,05
4.      Occultis "Tiptoe" (Milos Rajic / Occultis) 3,06
5.      Off-Beat "Get Out Of My Life Woman" (Allen Toussaint) 3,08
6.      Killer Klown "Niente di Meno" (C. Rocchi / L.Ellena) 2,52
7.      Leo & Paonessa B.B. "Building a Blues" (F.Paonessa / L. Liuni / D. Angelino / D. Boretto) 6,47
8.      Martins "Primitive" (Grupies / Venet) 4,30
9.      Alice's Dream "All Along the Watchtower" (Bob Dylan) 4.22
10. Paolo & Daniel Quinci Band "She" (Patti Smith) 4.05
11. The Purple Graveyard "We're Crawling Back" (Maurizio Pustianaz) 3,51
12. Bruno Rullo "XX Granello di rabbia" (B.Rullo) 1,28
13. Empire "Prima Canzone" (A.Albanese) 3,10
14. Frankie Roger & Desperados "Oltre le Nuvole" (L.Ellena) 3,37

A mio parere quello che si poteva curare meglio sono i suoni di batteria in alcuni pezzi, come alcune voci rese ovattate e prossime all’assenza in un paio di occasioni. Capisco il lo-fi, ed è qui che meglio deve essere rappresentato, ma è pur vero che il prodotto finale è per chi lo ascolta e soprattutto per cui lo compra, per cui un miglior mix e un maggiormente oculato editing finale avrebbero potuto far rendere il doppio alcuni episodi. Senza polemica, s’intende.
In ogni caso, il risultato è apprezzabile e trascinante.

      Lineup:

Fabio Favetta
Paolo Mazzoni
Daniele Boretto

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giovedì 29 novembre 2018

PFM: novembre 1974



Usciva nel novembre 1974, l'album "Cook", edizione per il mercato estero di "Live in USA".
Registrato durante le 50 date che la PFM, fece nel Nord America, il disco entrò nella classifica di Billborad e consacrò definitivamente al Premiata come il gruppo prog italiano più conosciuto al mondo.
Di tutto un Pop…
Wazza



Recensione dalla "rete"
Dopo Photos of Ghostsdel 1973, nobilitato dalla collaborazione col paroliere dei King Crimson Pete Sinfield, il contratto per la Manticore, e un disco come lIsola di Niente che più esterofilo di così non si può, non era più un mistero che la Premiata Forneria Marconi avrebbe implementato le proprie attenzioni commerciali verso i paesi anglofoni.

L
Inghilterra era stata già conquistata grazie al tour britannico del maggio del 1974, e fu così che arrivata l'estate, mentre “The world became the world" stava già stuzzicando il mercato doltreoceano, si concretò lidea di una tournée americana.
Tempo ancora di partecipare al festival del Parco Lambro in giugno a Milano e il gruppo era pronto a mettersi in mano del potentissimo manager di origini pugliesi Frank Barsalona, contraltare americano di Franco Mamone.

Pianificata inizialmente solo per 60 giorni, la permanenza in America si estese ben oltre, mettendo a dura prova la stabilità dei musicisti.
Lo schedule originale prevedeva circa 15 concerti da tenersi nei mesi di luglio e di agosto negli States e in Canada, ma il successo riscosso impose al gruppo di tornare a novembre e questa volta, a tempo indeterminato.

Nel corso della sua permanenza in Usa, la Premiata dovette superare molte avversità, tra cui la fatica di sostenere anche due concerti al giorno (“suonavamo di pomeriggio per coprire le spese e di sera per guadagnare”, cfr. Di Cioccio), la nostalgia affettiva e persino un furto degli strumenti poco prima del concerto con i Santana il 25 luglio al Paramount Northwest di Seattle.

Tra il bottino: una "Les Paul Oro" del
69, una "335" con tre pickup con la quale era stata incisa "Altaloma", due Ovation e due bassi di Djivas. (fonte: Mussida).

Le soddisfazioni però furono incomparabili, tra cui laver suonato con nomi quali Poco, Santana, Beach Boys, Allmann Brothers Band, Aerosmith, ZZ Top e Peter Frampton e di essere stati promossi da semplice “”special guest” a Top of the Bill. Più di così, davvero non si poteva.

Nei primi due mesi del tour, il concerto d'apertura si tenne il 6 luglio 1974 alla Convention Hall di Ashbury Park nel New Jersey e i successivi a Los Angeles, Seattle, Portland e Boston, mentre è datata 22 agosto lunica data canadese.

Fu in questa prima fase che a un dirigente della Manticore, Mario Medius, venne in mente di pubblicare un album live estraendolo dai concerti meglio riusciti della band: quello conclusivo di New York, il 31/08/74 e quello di Toronto, il 22/08.
Il successo di
“”Cook” - edito in Italia col nome di “Pfm Live in Usa” - fu notevole al punto di entrare al 150° posto nelle classifiche di Billboard, cosa mai successa ad un gruppo Italiano.
Così il gruppo ripartì per New York a metà novembre.

Anche in questa seconda tranche, gli spettacoli furono circa una quindicina e ormai la Pfm si alternava come attrazione principale a una star come Peter Frampton, che da quella tournèe avrebbe estratto il fortunatissimo Frampton comes alive! (25 milioni di copie vendute) e Dio solo sa cosa sarebbe successo alla Premiata se avesse deciso di stabilirsi in America.

Il Natale però si avvicinava e la voglia di tornare a casa stava serpeggiando pesantemente nel gruppo, al punto di creare dei veri e propri conflitti personali.
I casi erano due: o andarsene, o restare.

Flavio Premoliche era forse il più legato alla famiglia e alle tradizioni, premeva per il ritorno e anche Mussida e Pagani cominciavano ad avere dei dubbi sulla permanenza.
Djivas e Di Cioccio invece avrebbero preferito continuare, ma alla fine prevalse lo spirito di gruppo e dopo un ultimo concerto il 21/12/1974 alla Academy of music di New York, i ragazzi tornarono in Italia. Nessuno, credo, potrà mai dare loro torto.

Live in USA” è una splendida testimonianza di quello che fecero all'ombra della star spangled banner. Oltre 45 minuti di incessante musica Prog condita da ammiccamenti, mediterraneità, contaminazioni e tanto, ma tanto calore umano.
Da ascoltare senza rimpianti perchè in fondo la tournèe della Pfm resta una delle più straordinarie migrazioni del nostro rock di quegli anni.

BANCO: nel novembre del 1972 usciva "Darwin"

L'evoluzione nel 1972!

Racconti sottoBanco

"Molti critici analizzando Darwin si sono soffermati a parlare del suono, ma c'era soprattutto una grande fantasia. Noi non abbiamo mai cercato il raggiungimento di uno sviluppo sonoro attraverso le "macchine" della sala d'incisione. Per altro, essendo giovanissimi e inesperti, non avevamo nemmeno la preparazione tecnica, inoltre abbiamo registrato in condizioni preistoriche. Oggi si può stentare a credere ma Darwin fu registrato su otto piste, pur avendo una struttura e un arrangiamento quasi sinfonico, con interventi estremamente variegati; assicuro che non e stato un lavoro facile, gli studi di registrazione americani e inglesi con 24 o 36 piste, in Italia ce li sognavamo.
Noi registravamo in uno studio della Ricordi, che era un cinema parrocchiale, vicino a piazzale Corvetto, dove il sabato e la domenica dovevamo smontare gli strumenti per permettere ai bambini della parrocchia di assistere alle proiezioni.
Nonostante si trattasse di una grossa casa discografica, si respirava un'aria da autoproduzione casalinga. Il nostro amore per il suono si traduceva in una continua ricerca timbrica, era il mezzo attraverso il quale riuscivamo a comunicare meglio le nostre idee,davamo molto spazio alla sperimentazione
".
Stralcio di intervista al BMS


Usciva nel novembre del 1972 Darwin, album-concept del Banco del Mutuo Soccorso, capolavoro assoluto, monumento al progressive rock.
Non aggiungo altro!
Wazza



BANCO DEL MUTUO SOCCORSO ARTICOLO TRATTO DAL GIORNALE CIAO 2001 DEL 1972 - INTERVISTA E PRESENTAZIONE DELL'ALBUM DARWIN


Recensione dalla rete
Il disco è un   album concept che affronta il tema dell'evoluzione umana teorizzata da   Charles Darwin, traducendone in musica tutta la maturazione: dal caos primordiale, all'apparizione dell'uomo sulla terra con la conseguente assunzione di una propria coscienza e sensibilità.
Si toccano quindi aspetti prettamente tecnici quali " La conquista della posizione eretta", fino ad addentrarsi in quelli più squisitamente sociali: la collettività, l'amore, la morte, l'identità e la coscienza.
Rispetto al "salvadanaio", l'impatto grafico è meno attraente, ma i contenuti si rivelano più consapevoli sin dal primo lungo brano " L'Evoluzione" (13 minuti) dove, anche in questo caso, l'elettronica compare poco e il pathos è affidato principalmente alla ricchezza cromatica e alle straordinarie invenzioni armoniche.
Pur mantendo un   groove sostenzialmente rock, che a tratti si fa molto pesante, " Darwin" suona più colorito e meglio arrangiato  del precedente: i  breaks ritmici risultano molto più funzionali alla struttura dell'intero lavoro e l'aulicità è limitata al minimo.

I musicisti danno il meglio di sé: le doppie tastiere dei fratelli   Nocenzi  trovano qui la loro definitiva omogeneizzazione, mentre la voce di   Di Giacomo  e la chitarra di   Marcelllo Todaro  risultano meno invasive e più funzionali al groove collettivo.

"La conquista della posizione eretta" raggiunge momenti di pura poesia musicale nel racconto di quel   miracolo evolutivo, sottolineandolo prima con un raffinato duetto di tastiere e successivamente estroiettando le fatiche, l'incertezza e la gioia di quel fondamentale passo per l'umanità.

Da ora in poi: " lo sguardo dritto può guardare"

Dopo un breve "scherzo" strumentale (" Danza dei grandi rettili") che denota una simpatico senso di autoironia da parte della band, si accede alla seconda facciata dell'album in cui vengono analizzati singolarmente i nuovi problemi personali e collettivi dei nostri antenati.
L' unione  quale rimedio alla forza e la   scelta esistenziale tra fuga e socializzazione  sono il   leit-motiv  di " Cento mani e cento occhi" (" La voglia di fuggire che mi porto dentro non mi salverà") che musicalmente è un capolavoro del Progressivo Italiano più raffinato.
Il  desiderio sessuale, i   dubbi dell'amore  e le   incertezze sulla propria bellezza esteticasono invece i temi dominanti di " 750.000 anni fa l'amore?", brano in cui la voce di  Francesco Di Giacomo  raggiunge una delle vette più alte della sua espressività e anche qui, la band ci fornisce una magnifica prova di coscienza e sensibilità.
Nei successivi cinque avvolgenti minuti di " Miserere alla storia", l'uomo si interroga invece sulla sua fine e sul   senso della sua esistenza  (" Quanta vita ha il tuo intelletto se dietro a te scompare la tua razza?") per poi sfociare in un finale di inquietante modernità.


L'interrogativo di " Ed ora io domando tempo al tempo"  infonde nell'ascoltatore gli stessi dubbi di quell'uomo primigenio che ora è cresciuto e si trova davanti ad una società matura, opprimente ed impietosa (" Ruota fatta di croci").
In sostanza: "a che serve vivere se tutto deve finire?" La risposta sta nella   lotta quotidiana per l'evoluzione.

"Darwin" si chiude così, rivelandosi un album perfettamente in linea con il suo tempo: sensibile e impietoso, propositivo e coinvolgente, trasgressivo e conflittuale.



martedì 27 novembre 2018

Osanna al Club Il Giardino, di Marco Pessina



Osanna al Club Il Giardino - Lugagnano di Sona (VR) 17/11/2018
Di Marco Pessina

Gli Osanna, ospiti abitudinari del locale veronese da qualche anno a questa parte, non hanno fatto mancare la propria presenza anche in questo 2018.
La band partenopea ha stretto un rapporto con lo staff del Giardino che va oltre la semplice esibizione, ma che nell'arco di questi anni é diventata una sana amicizia, che si rafforza ogni volta di più. In queste condizioni dare tutto sul proscenio é quasi una cosa obbligatoria!
In una sala gremita al limite della capienza, la band ha dato vita ad un recital che verteva su MILANO CALIBRO 9, colonna sonora del mitico film poliziesco scritta con LUIS BACALOV. Per l'occasione scadeva il primo anniversario della scomparsa del maestro argentino di origine bulgara. Innumerevoli le sue opere con le formazioni rock, tra cui i due CONCERTO GROSSO dei i NEW TROLLS. La dedica riservatagli da LINO VAIRETTI é stata a lungo applaudita. L'opera é stata eseguita per intero dalla band napoletana in un religioso silenzio, prima dell'esplosione di consensi alla fine dell'album! Passano gli anni, ma la carica esplosiva degli OSANNA in concerto sembra non avere soluzione di continuità. VAIRETTI conserva intatta una voce calda e precisa, coadiuvato dal figlio IRVIN, che dimostrerà le proprie doti più avanti quando si esibirà come solista. L'ossatura della band é ormai collaudata, con i vari PRIORE, BARBA, D'ANNA e CAPOBIANCO, che nei propri ruoli sanno essere alquanto incisivi! Naturalmente, tra l'entusiasmo generale, ci saranno una serie di altre perle del repertorio come: L'UOMO, CE VULESSE e LANDSCAPE OF LIFE.
La prima parte del concerto si concluderà sulle note di TAKA BOOM! Se la musica progressiva é tale per le sue innumerevoli variabili, gli OSANNA ne sono interpreti fedeli. Cambiamenti di ritmo e di sonorità che toccano praticamente tutti i generi, sono abituali, il tutto suonato quasi come un concept album, un brano attaccato all'altro senza soluzione di continuità!
Nella seconda parte del concerto non mancano nemmeno tributi alle band italiane più famose, in un medley che si conclude con NON MI ROMPETE del BANCO e al successivo ricordo di VAIRETTI al compianto FRANCESCO DI GIACOMO, apprezzato e lungamente applaudito dal pubblico. L'ultima parte del recital ci porta sul terreno della napoletanità e dei propri ritmi. A cominciare dalla splendida 'A ZINGARA, dal sottovalutato SUDDANCE del 1978, che avrebbe meritato più consensi anche a quell'epoca. Con MICHELEMMA si scatena l'entusiasmo del folto pubblico. Una serie di brani tirati ci porta a FUJE A CHISTU PAESE con il pubblico in piedi a battere le mani! Il tempo é volato ed é già ora del bis, che non si farà attendere a lungo. FUJE BLUES, dà l'opportunità ad IRWIN VAIRETTI di darci un saggio della propria bravura al canto ereditata dal padre, come a dire che la continuità é garantita. EVERYBODY'S GONNA SEE YOU DIE concluderà degnamente una piacevole serata di buona musica!


lunedì 26 novembre 2018

Accadde a Novi Ligure il 26 novembre 2010


Grande serata a Novi Ligure il 26 novembre 2010, una delle tante organizzate da Franco Taulino a scopo benefico.

Oltre ai Beggar's Farm, sul palco c'erano Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese, Pierluigi Calderoni (Banco), David Jackson (VDGG), Aldo Tagliapietra (Orme), Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile/PFM...), Clive Bunker (Jethro Tull).

Grandi classici del prog rock suonati con "scambi" di musicisti… peccato per chi non c'era.
per non dimenticare
Wazza

Il resoconto della serata (con video) di Athos Enrile:








sabato 24 novembre 2018

Genesis: accadeva nel novembre del 1991

  
                                                         Genesis. We can't dance-1991

"Cause Jesus he knows me
And he knows  i'm right
I've been talking to Jesus all my life
Oh yes he knows me
And he knows i'm right
And he's been telling me
Everything is alright"


Nel novembre 1991, l'album dei Genesis "We Can't Dance" raggiunge il primo posto nelle classifiche UK, Germania, Austria, Svizzera, Norvegia...4° negli USA e 5° in Italia.

Registrato, in uno studio "ultra-moderno", con molti sponsor… il disco bissa il precedente successo commerciale di  “Invisible Touch”, e polverizza gli incassi nel successivo tour.

Il disco contiene anche il brano "Since I Lost You", che Phil Collins, "dedica" alla morte del figlio di Clapton.

...di Tutto un Pop
Wazza


23 novembre 1991, I Genesis arrivano per la quinta volta alla prima posizione della classifica inglese con lalbum We Cant Dance, al cui interno era contenuti i singoli Jesus He Knows Me e I Cant Dance

venerdì 23 novembre 2018

Beatles: accadeva nel novembre del 1959


"Thank you on behalf of the group, and I hope we passed the audition..."
(John Lennon)

Nel novembre del 1959, tre giovanotti - Paul Mc Cartney, John Lennon e Geoge Harrison - , partecipano ad un programma per nuovi talenti chiamato "TV Star Search", presso l’Hippodrome Theatre, nel Lancshire. Già si chiamavano "The Quarrymen", ma per l'occasione si presentarono come "Johnny and the Moondogs", suonando due canzoni di Buddy Holly, "Think it Over" e "It's So Easy".
Superata l'audizione furono invitati al secondo round il giorno dopo, ma non potendosi permettere una stanza di albergo, la sera stessa ripartirono per Liverpool.
Ma essendo dei "predestinati", e non facendo più cover... il successo fu rimandato di qualche anno quando diventarono "The Beatles"…
Wazza