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mercoledì 28 giugno 2023

David Madnight & Luca Spadaccini – "War Machine", di Luca Paoli


 

David Madnight & Luca Spadaccini – War Machine

Di Luca Paoli

 

Uscito il 26 maggio scorso per Music Force, War Machine è un progetto del rapper David Madnight ed il campione di mediomassimi italiano Luca Spadaccini.

L’obbiettivo è quello di far incontrare la musica con lo sport da combattimento ed il motto è: “mai arrendersi davanti alle difficoltà”.

La produzione musicale è affidata al producer tedesco Lost in Scores e la particolarità sta anche nel fatto che chi acquisterà il cd riceverà in omaggio i brani in formato digitale e in formato 3D DOLBY ATMOS.

Ma vediamo di approfondire la conoscenza dei due protagonisti.

David Madnight è un rapper abruzzese, con una carriera che ha preso avvio nel 2010. È stato uno dei primi artisti hip hop italiani a indossare una maschera nella scena underground, contribuendo a creare un'immagine distintiva per sé stesso.

Fin dai primi anni 2000 David è stato attivo nella scena hip hop abruzzese come membro del gruppo MissiDominici. Insieme al gruppo, ha pubblicato diversi album di rilievo, tra cui "Santa Sede vol2" nel 2008, che ha contribuito a consolidare la loro reputazione nell'ambito della musica rap.

Dal 2011 David si è avvicinato alla scena rock e metal e ha fondato il gruppo crossover Arkan Asylum. Con la band, nel 2014, ha pubblicato il singolo "Luce", che ha visto la straordinaria partecipazione della rapper Miss Simpatia, conosciuta per la sua hit "Ciao Fibra", che ha ottenuto grande successo.

Come artista solista, nel 2020 David ha realizzato un progetto discografico di beneficenza intitolato "My Diamond", in collaborazione con la cantante Paola Edmea Isaja, per sostenere la ricerca contro il cancro. Questo progetto ha dimostrato la sua volontà di utilizzare la sua musica per scopi nobili e di contribuire alla società in modi significativi.

Dal 2023, David si è unito a Serena Rinaldi e alla Dive&Star Production per realizzare il singolo "Favole Trash 2023". Questa collaborazione rappresenta un nuovo capitolo nella sua carriera musicale, offrendo ulteriori opportunità per esprimere la sua creatività e coinvolgere il pubblico con la sua musica.

Con la sua maschera distintiva e il suo approccio musicale eclettico, David Madnight ha guadagnato un posto di rilievo nella scena musicale italiana. La sua evoluzione artistica e la sua dedizione a progetti significativi dimostrano la sua versatilità e la sua passione per la musica.

Luca Spadaccini è un pugile professionista originario di Roccamontepiano (CH), in Abruzzo. Appartenente alla categoria dei mediomassimi, ha debuttato nel mondo della boxe professionistica nell'aprile del 2018.

Sin dalle prime fasi della sua carriera, Luca ha affrontato incontri di rilievo che gli hanno permesso di accumulare esperienza e mettere in mostra il suo talento. Nel 2020 ha ottenuto una vittoria significativa vincendo il Trofeo delle Cinture WBC. La finale dei mediomassimi si è svolta a Catania, dove Luca ha sfidato Claudio Kraiem, un atleta locale. Dopo otto riprese, Luca Spadaccini è emerso vittorioso, dimostrando la sua abilità sul ring.

Prima della finale, Luca era rimasto imbattuto in otto incontri, avendo sconfitto il pugile moldavo Pavel Zgurean nella semifinale del Trofeo delle Cinture. Questo successo ha ulteriormente consolidato la sua reputazione nel mondo della boxe.

Il 14 maggio 2022, Luca ha preso parte a uno dei match di pugilato che hanno aperto una grande serata di sport da combattimento a Pescara. Durante l'evento, ha infranto l'imbattibilità del pugile toscano Federico Gassani, sconfiggendolo per KO tecnico al primo round. Questa vittoria ha dimostrato la forza e la determinazione di Luca Spadaccini sul ring, consolidando ulteriormente la sua posizione come pugile di talento.


 

Bene … ma il disco mi direte voi … come si compone?


Il lavoro presenta nove tracce dello stesso brano presentato in diversi stili ed umori e si denota subito l’ottima produzione con i suoni molto curati e con le liriche di Spadaccini a supportare quelle di David Madnight.

Si parte con una “Intro” che ci ricorda di non arrenderci mai per passare poi a “War Machine”, che intitola il lavoro e presentata in sei versioni diverse che vede Madnight declamare i suoi versi con soluzioni musicali che includono chitarre decisamente dure, oppure nella “international Version” la presenza alla voce di Morna, oppure la versione “Metalcore” per poi chiudere con due brani come “Flight Clubbing”, mid tempo con tastiere e chitarra duretta a dettare il riff.

E siccome il lavoro si apre col “Intro” non poteva che chiudersi col “Outro”, 38 secondi di battaglia alla morte. L’ultimo scontro sarà durissimo ma lei sa che gli darò battaglia.

In conclusione, posso afferma che si tratta di un disco piacevole e per nulla scontato nei testi e che sicuramente piacerà anche a chi abitualmente non segue il rap.

Brani

1.Intro

2.War machine

3.War machine international version Feat. Morna

4.War machine radio edit

5.War machine radio edit instrumental

6.War machine the original remix

7.War machine metalcore version

8.Fight clubbing

9.Outro

 

CREDITS

Artista: David Madnight & Luca Spadaccini

Titolo: “War Machine”

Autori/Compositori: Davide Capuzzi / Luca Spadaccini

Editore: Music Force

Etichetta: Music Force




giovedì 22 giugno 2023

Mastercastle-"Lighthouse Pathetic", di Fabio Rossi


Commento di Fabio Rossi

 

Artista: Mastercastle

Album: Lighthouse Pathetic

Genere: Power Metal

Anno: 2022

Casa discografica: Diamond Production

 

Tracklist:

01. Who Cares For The Moon (feat. Fabio Lione)
02. The Lighthouse Pathetic
03. That’ All
04. Rosso Profondo
05. Call Your Wings (Feat. Fabio Lione)
06. Monster Whispers
07. Diamonds
08. Fantastic Planet
09. Space
10. Fast As a Shark (Accept Cover - Bonus Track)

 

Line Up

Pier Gonella – chitarra
Giorgia Gueglio – voce
Steve Vawamas – basso
Alessio Spallarossa – batteria


Settimo album in studio per i liguri Mastercastle, band che rotea attorno all’estro dello stakanovista Pier Gonella. In Lightohouse Pathetic confluiscono tutte le pregresse esperienze del funambolico chitarrista di Chiavari, che tanto ricorda nello stile l’estro di Joe Satriani e di Yngwie Malmsteeen. Elementi progressive, power, melodic e gothic metal confluiscono sapientemente in questo lavoro che rammenta band come Scorpions, Helloween, Epica, tanto per far intendere al lettore la tipologia della proposta dei Mastercastle. Un caleidoscopio sonoro ben congeniato e per nulla banale, con brani di spicco come la particolare cover di “Profondo Rosso” dei Goblin, nell’occasione re-intitolata Rosso Profondo, la  riproposizione di Fast As a Shark dei teutonici Accept con una strepitosa performance di Flegias dei Necrodeth, la strumentale settantiana Fantastic Planet, la micidiale opener Who Cares For The Moon, con sugli scudi l’ugola potente di Giorgia Gueglio e il significativo apporto di Fabio Lione, protagonista, peraltro, anche in Call Your Wings.

Un prodotto che dispone di tanta carne al fuoco, senza tuttavia correre il concreto rischio di risultare troppo dispersivo. Il tocco magico alla sei corde di Gonella (Labyrinth, La Compagnia dell’Es, Necrodeath, Odyssea, Vanexa), godetevelo nel mostruoso assolo in Monster Whispers, è il trait d’union di Lighthouse Pathetic, uno dei migliori dischi italiani in campo metal usciti negli ultimi tempi.    






mercoledì 21 giugno 2023

Il giorno 21 dedicato a Francesco Di Giacomo

 

"L'urlo rintrona per la volta tutta 

fino ai vulcani sale e poi resto a guardare 

e bevono i miei occhi i voli i salti 

le mie foreste e gli altri. 

E dove l’aria in fondo tocca il mare 

Lo sguardo dritto può guardare 

(La conquista della posizione eretta)

   

Ci sarai sempre!

Buon viaggio Capitano…

Wazza

 

La libertà [...] è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica. 

Ignazio Silone - Uscita di Sicurezza



martedì 20 giugno 2023

LUCIANO BASSO – “TO TELL” , commento di Andrea Pintelli

TO TELL è un viaggio nella mia musica, ripercorrendone gli inizi per arrivare al giorno d’oggi, con le sue nuove possibilità sonore e le sue complesse variabili. Gran parte delle soluzioni prospettate nei brani degli anni precedenti sono divenute i modelli delle composizioni successive.

I punti di partenza sono i nuclei tematici che si distinguono per le loro caleidoscopiche variazioni. Ogni dettaglio è comunicazione diretta, poiché queste composizioni in un certo senso sono giochi di luci e ombre, emozioni e riflessioni di complesse scritture contrappuntistiche.

Un accordo, il suono di un respiro, una melodia, una variazione ritmica, governano i vari cambiamenti; è così che ogni elemento diviene parte di una complessa struttura, e le diverse variazioni conducono ad un unico e ampio movimento.”

 

Questo è quanto il maestro Luciano Basso spiega a proposito del suo nuovo quadro sonoro intitolato, appunto, “To Tell”, pubblicato dalla prolifica AMS Records. Vero e proprio pittore del pentagramma, concetto che va ben oltre alla definizione del musicista in sé, Basso si rifà vivo nel panorama discografico sei anni dopo “Open”, opera di ampio respiro che aveva ottenuto buonissime recensioni.

In questo “To Tell” Luciano si è avvalso della collaborazione di altri strumentisti, ad arricchire così le proprie composizioni, donando maggiori sfumature e colori alle già sontuose armonie che ha creato. Costoro rispondono ai nomi del pianista Arturo Bertin, del flautista Denis Garzotto, del violinista Jacopo Pisani. Ad ascolto terminato, emerge la corposità di quest’opera, così complessa ma soave, così cospicua ma dai tratti delicati, così importante e fuori dal tempo. Ma il bello viene durante l’ascolto: si è come investiti da un vortice di beltà, in cui le musiche e le tematiche affrontate riportano alla luce ricordi lontani ma rapportati al vivere attuale; certo, ognuno ha i propri, ma è l’universalità e la particolarità di queste melodie che permettono l’apertura di quei cancelli della memoria in cui albergano parti dell’esistenza che hanno permesso la formazione della personalità. Elementi sonori che si fanno visivi, atti a proiettare innanzi a noi ascoltatori il film vero e preciso e personale del cammino fin qui intrapreso. Il tutto senza nemmeno accorgersene. Motivi che provocano ora sorrisi, ora lacrime, che si vestono ora da gioia, ora da riflessione, che inducono all’urgenza di voler condividere col mondo intero la proiezione di sé stessi, per quanto possibile, ma senza vanità alcuna.



Nello specifico, Un respiro inizia dall’ultimo giro di boa, l’antico che si fonde col moderno; rintocchi d’esistenza ed echi di trasognante meraviglia, grazie a un’armonia che regala caldissime emozioni, vibranti ed esaltanti. Da ascoltare nel silenzio più assoluto. Danzando 4 è maggiormente riflessiva, gioca sui chiaroscuri dei ricordi, che ovviamente possono essere di qualsiasi tipo; certo è che, comunque sia, essi affiorano. L’intensità delle accelerazioni è un turbinio che pare non fermarsi mai, grazie a un flusso continuo di energia che ne consegue. Commovente (reazione capitata anche al sottoscritto). Luc – Art, primo capitolo affrontato con pianoforte a quattro mani, mette in scena il carattere dei due musicisti, ma non ne compromette il risultato voluto, che resta quindi univoco: un mare di turbamento che non lascia indifferenti, ma anzi a tratti impaurisce tanto è concreto. Remember è l’innocenza di un sorriso, l’ardore di un primo bacio, il lieve passaggio di una nuvola. Meditativa ma mai triste, si dipana su più livelli emozionali. Free Fly 2 riprende il vigore della libertà, qui creativa ed espressiva, ma paragonabile al vivere comune, basta che la si scelga. Talvolta non è possibile, ma basta decidere per cambiare; un invito al non abbattersi mai, perché la soluzione all’osceno siamo noi stessi. Stupendo l’intervento del violino. Folk Song, altro pezzo tramite pianoforte a quattro mani, è la rappresentazione di quanto la tradizione sia importante e basilare; dolcezza, danza, lentezza, amore, morte: il popolare è talvolta individuato come profano, ma spesso è molto più sacro di un abito talare. To Tell, impostata come trio con piano-violino-flauto, è una sorta di omaggio al periodo barocco del ‘700 veneziano (lo so, è un azzardo, ma tant’è), un riassunto di un concerto grosso che incontra la sensibilità dell’autore, il quale fa da filtro per renderlo attuale. L’immortalità del messaggio a volte non ha bisogno di parole. Come in questo caso. Suoni di Pace: il titolo dice tutto, o quasi. Il resto voglio aggiungerlo io: la si ascolti a volume altissimo, con finestre spalancate, e funzionerà. Chi passerà e la sentirà, si fermerà senza lamentarsi e la ascolterà con piacere. Quello stesso piacere che provoca bellezza nei visi delle persone quando si attraversa tutt’insieme un periodo di serenità e condivisione, spesso chiamata Pace. ’76 è da brividi; ancora brividi, e ancora, e ancora. Già, perché in questo caso Luciano Basso fa un omaggio a sé stesso, al suo capolavoro “Voci”, album del 1976. Potrete riascoltare quest’opera immensa in poco più di cinque minuti, siccome qui ci sono gli elementi che la compongono, seppur sotto forma di compendio. Successivamente andate a rivivere quel disco per intero: vi avvolgerà con garbo e poesia. Fandango, affrontata a quattro mani, è come se parlasse; la tipologia di struttura fa sì che sia un oratore che decanta versi dai richiami e accenti lontani, pur essendo ben chiaro che il popolo è uno solo ma fatto di tante genti. Riflessioni, ottimo esempio di quanto sostenuto ad inizio recensione, ha in sé lucentezza e felicità; avanza giocosa grazie a un superlativo lavoro di flauto, qui protagonista, e nulla toglie al messaggio d’insieme, ma anzi lo rafforza grazie alla sua euforia. Reverse, ultima tappa di questo viaggio interiore, è il suggello del tutto: moderata, pensierosa, impetuosa, proporzionata, magica, profumata. Oltre al resto, s’intende.

Se la qualità oggettiva vi interessa, quest’opera fa per voi, miei cari lettori. Se, al contrario, cercate la quantità, comprate comunque questo disco, siccome c’è talmente tanto dentro di esso che sarete comunque accontentati. Luciano Basso è questo e tanto altro: la sua storia parla da sé.   

Per una visione panoramica dell’arte del maestro, vi rimando al mio articolo apparso sul numero di gennaio/febbraio 2020 di MAT2020.

Abbracci diffusi.

Andrea Pintelli

 

per contatti, Instagram: @apintelli

 

Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)


1)    Un respiro

2)    Danzando 4

3)    Luc–Art

4)    Remember

5)    Free Fly 2

6)    Folk Song

7)    To Tell

8)    Suoni di Pace

9)    ‘76

10)  Fandango

11)   Riflessioni

12)  Reverse

 

Musicato da:

Luciano Basso – pianoforte

Arturo Bertin e Luciano Basso – pianoforte a quattro mani

Denis Garzotto – flauto

Jacopo Pisani – violino

 

Per consulti: www.lucianobasso.com

 


Racconti sottoBanco: accadde nel giugno del 1972

                                               

Racconti sottoBanco

Per la R.C.A i brani R.I.P. ed Il Giardino del Mago erano brani "troppo complessi" e senza alcun valore commerciale!

Passati alla Ricordi - che pubblica nel maggio 1972 "Il Salvadanio" -, le cose cambiano…

A giugno delle stesso anno il disco di esordio aveva venduto 300.000 copie, un pieno successo, come dimostra la classifica di Ciao 2001 del giugno 1972, momento in cui il BMS arrivò nei primissimi posti.
Wazza




sabato 17 giugno 2023

“Controluce siamo tutti uguali”, l'esordio discografico di Jacopo Lorenzon

 

Jacopo Lorenzon potrebbe essere il nuovo Vasco Brondi, un po’ meno (ma forse solo apparentemente) arrabbiato. “Controluce siamo tutti uguali”, appena pubblicato dalla coraggiosa etichetta La Stanza Nascosta Records, è un flusso di coscienza che erompe da linee melodiche controverse, con inserti sporadici di synth dalle suggestioni notturne.

Nostalgia, voglia di fuga, necessità di chiudere i conti con il passato sono solo alcuni dei nodi di un album spiazzante, che attraversa vuoti generazionali, ci imbeve la penna e ne restituisce tutto il senso di precarietà esistenziale: l’universo di Lorenzon è abitato da “persone di cartavelina”, rese inconsistenti da un immobilismo quasi costituzionale.

In “Controluce siamo tutti uguali” sembra di avvertire qualcosa anche dell’esordio solista di Motta, “La fine dei vent’anni”; potrebbe essere proprio la consapevolezza della fragilità nativa delle certezze. Le contraddizioni, grandi protagoniste del disco, vengono cantate in modo sommesso; la voce-molto bassa- disegna sagome, linee di contorno, profili incerti.

Nessuna pretesa definitoria alberga in questi bozzetti, nessuna sociologia spicciola li contamina: il territorio esplorato, con una attitudine fortemente sperimentale che investe anche la scelta degli strumenti, è quello - vergine -dell’emozione. 


Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)

1.Dormiveglia 5:28

2.Nei 3:29

3.Sporche di catrame 3:47

4.Solamente ricordare 3:14

5.Se fossi uguale a me 3:50

6.Corallo 3:45

7. Una cartolina 5:10

8.In Absentia 2:44

9.Persone di carta velina 6:43

10.Partenze 3:17


giovedì 15 giugno 2023

Sunset’99-"UPSDWN: commento di Fabio Rossi

 


Commento di Fabio Rossi 

Artista: Sunset’99

Album: UPSDWN

Genere: Pop Rock

Anno: 2022

Casa discografica: Nova Era Records

Tracklist:

1.       99

2.       Ghost Town

3.       Poison Eyes

4.       Dream Big

5.       Upsidedown

6.       Bubble Gum

7.       Beautiful Disaster

8.       Cinderella

9.       Radars

10.  End Of The World

 

Line Up

Alex Py: Voce e Chitarra

Christian Martinetti: Chitarra

Gilles Fontana: Batteria

Leonardo Shine Palestini: Basso  


Nell’approcciare alla musica dei Sunset’99, non avrei mai potuto immaginare che il gruppo si sia formato nel 2019 in Svizzera. La loro proposta, infatti, è intrisa fino al midollo di un soundwriting tipicamente americano, incline all’A.O.R. se vogliamo, un pop rock moderno, molto “easy” per le sue caratteristiche intrinseche, disincantato, ma nello stesso tempo venato di una percettibile sottile malinconia. Il quartetto elvetico dimostra un’apprezzabile tecnica, per cui le dieci composizioni dell’album d’esordio UPSDWN, anticipato dai singoli Dream Big e Upsidedown, non sono banali, anzi denotano qualità e vantano il pregio di rilassare l’ascoltatore portandolo con la mente all’estate, al periodo delle vacanze, lontani finalmente dalla routine del lavoro e degli studi. In questo senso il progetto di Shine Palestini e compagni è assolutamente da premiare e, d’altronde, il nome stesso della band è indicativo, rievocando il sole che tramonta e si spegne romanticamente nel mare.

I brani dei Sunset’99 sono piacevoli ed equilibrati non disdegnando momenti più rockeggianti e grintosi (Dream Big/Beautiful Disaster/End Of The World) che si affiancano magistralmente al sentimentalismo che pervade l’intero album (Radars/Cinderella/Upsidedown).

Ho pensato subito che, per com’è stato concepito il disco, lo stesso si sarebbe adattato benissimo a una voce femminile. Forse inconsciamente ho influito sulle decisioni del gruppo perché recentemente il cantante Alexy Py è stato sostituito proprio da una rappresentante del gentil sesso: Anissa. 

Attendiamo con trepidazione gli sviluppi futuri.






mercoledì 14 giugno 2023

Aleco – “Gli amori Alle Stazioni”, commento di Luca Paoli


Aleco – “Gli amori Alle Stazioni”

Di Luca Paoli

 

"Chiunque si definisca un appassionato di musica sa sicuramente alternare l'ascolto e non si limita a generi definiti "impegnati", ma riesce ad apprezzare anche quei dischi più leggeri, ma non banali nel contenuto.

 

Storie che riguardano la vita quotidiana e sentimenti come l'amore. Vi consiglio di ascoltare "Gli Amori Alle Stazioni", il terzo disco del cantautore romano Aleco, all'anagrafe Alessandro Carletti Orsini, che segue i già ottimi "Il sapore della Luna" e "L'ultima generazione felice".

 


Aleco è residente a Chieti ed è anche da anni un discografico e produttore dell’etichetta Music Force.

 

Il terreno dell'amore è un tema molto delicato e spesso risaputo, ma Aleco scava nel profondo di questo sentimento e ci presenta i vari stati d'animo che si provano quando si ama, non solo la felicità ma anche il dolore quando "lei non scende da quel treno" tanto atteso dal protagonista.

Senza essere risaputo e ripetitivo, l'artista ci trasmette, attraverso le nove tracce del disco, i suoi racconti nostalgici.

Sicuramente tra i brani che meritano di essere sottolineati troviamo la title track, "Gli Amori Alle Stazioni", una canzone che fluttua tra le carrozze del treno e che è impreziosita dall'ottima voce di Alessandra Gentile.

E poi "L'Isola-La tresca", con un ritmo brasiliano, da bere come un sorso d'acqua fresca, mentre "Occhi" è un brano raffinato e accattivante che dimostra la caratura di cantautore di Aleco.

Inoltre, il suo amore per Venditti emerge nella riproposizione di "Notte prima degli esami/Questa notte è ancora nostra", in cui Aleco riesce a cucirsi addosso sonorità di terzi, facendole proprie ma senza snaturarle.

Il disco si conclude con "Le Comitive", una ballad che ho apprezzato particolarmente, che si tuffa nella nostalgia dei momenti che tutti abbiamo vissuto, tra viaggi, amicizie e storie che non dimenticheremo mai.

Ottimo anche il contributo al piano di Andy Miccarelli.

 

In conclusione, "Gli Amori Alle Stazioni" è un bel disco che scende in profondità e analizza sentimenti come amore e amicizia, ma con la leggerezza che contraddistingue le composizioni di Aleco,

Bravo Aleco, prosegui così."


Artista: ALECO

Titolo: “Gli amori alle stazioni”

Autori/Compositori: ALECO – A Micarelli

Editore: Music Force

Etichetta: Music Force

Catalogo: MF 111

 

Tracklist:

01. Intro GAAS

02. Gli amori alle stazioni  Feat. Antonella Gentile

03. Diavolo

04. I Fantasmi

05. L’isola/La tresca

06. Bella

07. Occhi

08. Notte prima degli esami/Questa notte è ancora nostra  Feat. David Madnight

09. Le comitive