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domenica 28 febbraio 2021

Mario Bonanno: “Non avrai altro Dio all'infuori di me spesso mi ha fatto pensare. La buona novella di Fabrizio De André, 50 anni dopo”. Di Elisa Enrile


Mario Bonanno: “Non avrai altro Dio all'infuori di me spesso mi ha fatto pensare. La buona novella di Fabrizio De André, 50 anni dopo”.

Di Elisa Enrile


Fabrizio De Andrè non ha bisogno di presentazioni, ma è sempre interessante e soprattutto illuminante quando vengono proposte delle valide spiegazioni e interpretazioni alle parole di uno dei cantautori italiani più amati e rimpianti. E questo offre ai suoi lettori Mario Bonanno, critico musicale catanese che scrive articoli e libri sui cantautori italiani.

Quella che lo scrittore ci propone in questa sede è una lucida analisi del disco di Faber La buona novella, concepito nel periodo sessantottino e restituito al pubblico nel novembre del 1970. Non tra i più popolari per i non addetti ai lavori, forse complice il fatto che per anni solo il brano Il testamento di Tito è stato portato sui palchi, ma sicuramente un lavoro ricco di pathos e di non detto dietro a parole pungenti e umane. La desacralizzazione è infatti uno degli intenti dell’autore genovese, che si trova a rileggere con movenze e sentimenti tipici dei suoi contemporanei i vangeli apocrifi, con un parallelismo tra i problemi della sua società alle prese con i moti del ’68 e la storia di Maria e Gesù. Vite umane dunque, guidate da istinti, emozioni e paure, vite caricate di responsabilità che spesso non si sentono pronti a portare sulle proprie spalle. Insieme a loro sfilano finalmente come protagonisti, quasi con un senso di rivalsa, i personaggi minori delle pagine sacre a cui viene restituito uno spazio e una dignità che spesso nei vangeli viene a mancare. Accanto alla rivincita dei deboli, un’unica certezza costituisce il fil rouge a tutta la composizione: sempre, in ogni frangente ed epoca storica, è il potere a corrompere le vicende umane e presentarsi come sicario di vite e destini.

 Bonanno analizza i singoli brani da un punto di vista lessicale e contenutistico, accompagnando l’ascoltatore in un iter che sviscera le intenzioni della penna Deandreiana con integrità e lucidità. Proprio dall’Infanzia di Maria, resa terrena e caricata di un senso di pietà e pena per la povera bambina privata della libertà delle proprie scelte, nasce la novella che a volte sembra essere più corrotta che buona, un potente canto che grazie al coro acquista un impatto e una teatralità che richiama alla memoria i drammi greci.

Nel Ritorno di Giuseppe è il falegname invece a essere in qualche modo declassato dalle vesti di “sant’uomo” per acquistare però tratti teneramente umani, quelli di un uomo che «stanco di essere stanco» si ritrova a far da padre alla propria sposa, sposa che per altro porta in grembo un figlio non suo. Ne Il sogno di Maria la ragazza ha il compito di spiegare a Giuseppe l’incontro con l’arcangelo Gabriele, che a conti fatti viene descritto proprio come un rendez vous amoroso, nato dalla sessualità repressa di Maria per venir interrotto bruscamente dai sacerdoti, rappresentanti del potere. Nell’Ave Maria la giovane madre viene privata della canonica aura salvifica per dotarla di una sacralità ben più umana, quella che la rende prima donna-comune tra le donne-comuni. E come ogni donna, Maria non è immune alla sofferenza della perdita di un figlio, sofferenza che comincia a emergere né Maria nella bottega di un falegname e continua in Via della croce, dove si raggiunge probabilmente l’apice dell’album: la presa di coscienza della portata rivoluzionaria e contemporaneamente del fallimento della predicazione di Gesù, che alla fine proprio come tutti gli altri si trova a morire tra dolore e patimento. La disillusione nella redenzione e nella salvezza risultano evidenti anche nel brano Tre madri, dove si riflette anche sul Bene e il Male, incarnati dalle tre figure di Cristo e dei ladroni, destinati a morire nello stesso identico modo, indipendentemente da chi essi siano, da cosa abbiano fatto nella vita e da quanto pentimento ci sia nel loro animo. Con Il testamento di Tito ci si avvicina ormai alla fine dell’album, che terminerà di fatto con il brano Laudate Hominem focalizzato sulla capacità del perdono, canzone come già detto forse più conosciuta tra tutte. Qui De Andrè ritorna con ferocia sulla tematica dicotomica oppresso-oppressore, mettendo in evidenza la differenza tra chi fa le leggi e chi le subisce; attraverso le parole del “ladrone buono”, il cantautore genovese confuta con irriverenza le leggi sacre, mettendo in evidenza l’inganno del potere, qui incarnato nella figura di Dio: nonostante la cieca devozione e il seguito fedele, nel momento del bisogno si viene comunque abbandonati.

Come se diventare guida tra le parole cariche di significato a volte nascosto di De Andrè non fosse abbastanza, Bonanno si spinge oltre raccogliendo le testimonianze di musicisti, cantanti e compositori che hanno incrociato per vari motivi il percorso di Faber e permettendoci di entrare in contatto con la benzina e il motore della sua produzione.

Un lavoro completo e immersivo, che riavvicina gli ascoltatori a un album che ha compiuto più di cinquant’anni ma che continua a essere iconico e sorprendentemente attuale.

 Una buona occasione per riascoltare in una veste originale…


https://www.youtube.com/watch?v=CH_lkp4mxAs

 





sabato 27 febbraio 2021

Ci ha lasciato Danilo Rustici, tra i fondatori degli OSANNA

"Eravamo figli dei fiori, volevamo un mondo migliore. Rivendicavamo i diritti. Oggi tutto è consumo, una rivoluzione sembra impossibile, tutti, soprattutto i giovani, sono distratti dalle tecnologie e non vogliono perdere nulla. Invece per fare le rivoluzioni bisogna essere disposti a perdere qualcosa, bisogna rischiare. La divisione tra ricchi e poveri si amplia e nonostante la classe media sia sempre più impoverita soprattutto con il Covid, sembra non voler perdere quello poco che ha..."

(Lino Vairetti)

Ci ha lasciato Danilo Rustici, chitarrista e fondatore insieme a Lino Vairetti del gruppo “Osanna”. Visionario, sperimentatore (come diceva lui ispirato da Marx e Hendrix), l’avanguardia come nessuno aveva osato negli anni ’70, intonava “bandiera rossa” con la chitarra elettrica come Hendrix faceva con l’inno americano a Woodstock. 

I primi quattro anni con gli Osanna vissuti on the road a 360°, tra incisioni di grandi album e interminabili tour e partecipazione a tutti i Festival e raduni pop della penisola.


Oltre agli Osanna (prima con i Città Frontale), ha formato altri prestigiosi gruppi: i “Luna”, “Nova”, “Uno”, “Tunnel”…

Un brutto incidente e una lunga malattia l’hanno tenuto fuori dal giro per anni.

Ultimamente era stato coinvolto da Lino Vairetti nella realizzazione del film-documentario “OSANNAPLES”, diretto da Deborah Farina.

Riposa in pace guerriero del prog..

Wazza




Da sinistra: Gianni Leone, Lello Brandi, Massimo Guarino, Lino Vairetti, Danilo Rustici


Con i Luna

OSANNA - sul set del film di Deborah Farina, i mitici componenti storici da L’UOMO a SUDDANCE - Lello Brandi, Enzo Petrone, Danilo Rustici, Massimo Guarino, Fabrizio D’Angelo e Lino Vairetti






venerdì 26 febbraio 2021

Nasceva il 26 febbraio Rodolfo Maltese...

Il tempo può darci una mano per alleviare un dolore, ma per quanto si voglia andare avanti, alcune mancanze non verranno più sostituite da nessuno.”

 Buon compleanno fratello Rudy…

Wazza

Di Cesare Pavese

Che diremo stanotte all’amico che dorme?

La parola più tenue ci sale alle labbra

dalla pena più atroce. Guarderemo l’amico,

le sue inutili labbra che non dicono nulla,

parleremo sommesso.

La notte avrà il volto

dell’antico dolore che riemerge ogni sera

impassibile e vivo. Il remoto silenzio

soffrirà come un’anima, muto, nel buio.

Parleremo alla notte che fiata sommessa.

Udiremo gli istanti stillare nel buio

al di là delle cose, nell’ansia dell’alba,

che verrà d’improvviso incidendo le cose

contro il morto silenzio. L’inutile luce

svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti

taceranno. E le cose parleranno sommesso.






giovedì 25 febbraio 2021

Compie gli anni Pieremilio Canavera


Compie gli anni oggi, 25 febbraio, Pieremilio Canavera, batterista degli Acqua Fragile dal 1973 al 1975.

Dopo una "piccola pausa", nel 2017 la band è tornata con un nuovo album, "A New Chant", e relativo tour!

Happy Birthday Pieremilio
Wazza


 In viaggio lungo l'autostrada. Estate '72
 Palasport Reggio Emilia.In tour con Alexis Korner.sett.'72

Tour in Meridione con PFM. Stretto di Messina-nov.'72

domenica 21 febbraio 2021

Ricordando Francesco Di Giacomo a sette anni di distanza...

21 febbraio

“Guai a chi avrà amato solo corpi, forme, apparenze. La morte gli toglierà tutto. Cercate di amare delle anime. Le ritroverete.” 

(Victor Hugo)

Ci sarai sempre. Buon viaggio capitano.

Wazza

Fossimo un paese civile e acculturato, un lavoro come questo postumo di Francesco Di Giacomo, nobile voce del Banco, farebbe incetta di nomination e, presumibilmente, premi per quanto è meravigliosamente bello, elegante, tagliente, commovente e, per certi versi, disturbante. Perché qui c’è tutto, ma proprio tutto: la poesia, la rabbia, la ricerca, strada peraltro mai abbandonata da Francesco dopo l’addio, nel 2013, ai Banco, la gioia, il disincanto e l’introspezione di un artista che si guarda attentamente attorno e, piano ma deciso, dentro. Nato dalla collaborazione, avviata nel 2004, con Paolo Sentinelli, il disco raccoglie brani scritti tra il 2004 e 2012 amorevolmente raccolti e pubblicati dallo stesso Sentinelli e dalla moglie di Francesco, Antonella Caspoli.

Piccola doverosa premessa: se pensate alla classica operazione nostalgico/commerciale, potete tranquillamente lasciare perdere perché qui, di questo, non c’è proprio nulla, neanche a cercarlo. Per quanto mi riguarda invece, ci sono 10 canzoni che nulla hanno da chiedere se non di essere ascoltate, preferibilmente in silenzio. Allora appena adagiata la puntina sul disco, potrete allertare i sensi assaporando l’atmosfera incantevole ed evocativa di “In quest’aria”, iniziare lentamente a emozionarvi proseguendo con “Il senso giusto”, riscoprire la spigolosità, in chiave assolutamente moderna, dei Banco d’antan in “Emullà” e “Luoghi comuni”, fino ad arrivare a “4 parti” che chiude il primo lato facendoci capire, molto bene, che qui l’operazione nostalgia non ha mai preso piede. Tuttavia, è il secondo lato a lasciare di sasso, con tre brani in sequenza, “Insolito”, “La parte mancante”, “Lo stato delle cose”, a tramortire l’ascoltatore. “Insolito” è una ballata di una dolcezza e sensibilità disarmante che lascia commossi, così come la title track che tutto dice e riassume della vita di un Artista. Il brano che segue è invece una prova di cosa e perché i Banco siano stati una leggenda della musica rock italiana, con l’interpretazione straordinaria di Francesco, per dolcezza e calore, a dare i brividi. C’è naturalmente spazio per la riflessione amara e parlata di “Quanto mi costa”, dove si affrontano tematiche religiose in tono molto pungente e poi la conclusiva e delicata “In favore di vento”, proprio quella traiettoria che la musica e l’arte in genere dovrebbero seguire, per essere sempre fonte di bellezza e riflessione.

Per me capolavoro assoluto, dove la sapienza e l’esperienza artistica e musicale si coniugano alla perfezione con i tesi e l’interpretazione, favorita da arrangiamenti mai sopra le righe. Disco che non andrebbe relegato solo in qualche sperduta edicola ad uso e consumo di pochi (spesso nostalgici) ascoltatori, ma annoverata tra le migliori opere pubblicate.

 Emanuele De Francesco

 

sabato 20 febbraio 2021

"A Trick of the Tail": era il 20 febbraio 1976

Usciva il 20 febbraio 1976 negli States, contro ogni previsione,  (in UK era uscito il 2 febbraio), "A Trick of the Tail", primo album dei Genesis dopo l’abbandono di Peter Gabriel.

L’idea iniziale di Phil Collins era quella di fare un disco completamente strumentale, ma “fortunatamente” fu bocciata dagli altri.

Poi, visto il naufragio dei provini per un nuovo cantante, decisero che in fondo la voce di Phil poteva limitare i danni!

La copertina di Colin Elgie raffigura vari personaggi, ispirati ai testi dell’album.

È l’inizio di Genesis 2.0!

Di tutto un Pop…

Wazza

Genesis (1976)

Recensione dalla rete…

Febbraio 1976: stormi di giornalisti specializzati, neri come uccellacci del malaugurio, annunciavano la prossima fine dei Genesis a partire da questo album. Del resto, se n'era andato dal gruppo un certo Peter Gabriel, non so se rendo l'idea... con il senno di poi, quasi trent'anni dopo possiamo dire che i becchini dei Genesis dovevano ancora allungare il collo per parecchi anni, e non solo grazie alle famigerate "canzonette di Phil Collins", che negli anni '80 tennero in vita, un po' svuotato, il prestigioso marchio, ma piuttosto grazie alla presenza tra i superstiti di due musicisti seri, anche se non molto carismatici, come Tony Banks e Steve Hackett.

A Phil Collins, ancora ben lontano dall'imporre il suo stile "easy listening", va però il grande merito di aver costituito la soluzione al problema che sembrava più insolubile: e ora chi canta? Sempre con il senno di poi si può pensare: ma come hanno fatto a non accorgersi che una voce più "gabrieliana" di quella di Peter Gabriel ce l'avevano in casa? (peraltro Phil aveva già all'attivo qualche piccolo precedente vocale). Sia come sia, la soluzione più naturale fu poi quella attuata in "A trick of the tail" che dal punto di vista dell'inventiva melodica mantiene i Genesis su quei livelli di fantasia straripante, a tratti quasi barocca, che aveva incantato nei primi anni '70. Caso mai sono i testi a perdere un po' del loro fascino surreale, ed è qui che si sente l'assenza di Peter Gabriel. 

Ma l'imprevisto è in agguato e Mike Rutherford, che è un po' il "manovale" del gruppo, inventa non si sa come lo "Squonk", mostriciattolo che piange continuamente per la sua bruttezza ed è perennemente inseguito dai cacciatori, ma appena questi lo raggiungono si dissolve in lacrime. Roba degna delle migliori favole gabrieliane.

"Squonk" è il pezzo decisamente più rock, con un grande Phil Collins alla batteria; altri brani veloci, dalla ritmica un po' più complessa, sono "Robbery assault and battery", con Banks che sfoggia due assoli di sintetizzatore da urlo, e "Dance on a volcano", dal finale tiratissimo e così moderno da non sembrare roba del '76. Ma il nocciolo è costituito da composizioni di grande dolcezza, come "Entangled", un trionfo di chitarre acustiche che gradualmente lasciano lo spazio ad un poderoso finale "corale" (è il mellotron di Tony Banks che fa queste magie).

Bellissima, di una tristezza oserei dire ciajkovskiana è "Mad man moon", tipica composizione alla Banks, con inizio sommesso, ponte centrale sinfonico e ripresa del tema iniziale. Struttura simile ha anche "Ripples", con un inconsueto (per i Genesis) ritornello orecchiabile; a dare i brividi è però il ponte centrale, strumentale. Ottima anche "A trick of the tail", ballata un po' meno acustica delle precedenti. 

Viene inaugurata anche l'usanza genesiana di fare una specie di riepilogo finale dei principali motivi. Qui è "Los endos" a svolgere la funzione di collage strumentale di temi tratti da "Dance on a volcano" e "Squonk", legati da un connettivo ritmico tiratissimo e trascinante (Phil Collins in questo frangente furoreggia).

Difficile se non impossibile trovare un punto debole: il funerale dei Genesis è rimandato a data da definire.

 




Il compleanno di Aldo Tagliapietra

Compie gli anni oggi, 20 febbraio, Aldo Tagliapietra, cantante, autore, bassista, maestro di sitar.

Da 50 anni un pilastro della musica pop e progressive.

Fondatore e storica voce delle Orme - dal 1968 a 2009 -, ha contribuito a realizzare grandi successi che faranno diventare la band come una delle più amate in Italia.

Adriano Celentano, I Pooh, Tony Hadley (Spandau Ballet) e molti altri, lo hanno invitato a suonare il sitar nei loro dischi.

Ha prodotto e pubblicato ottimi album da solista, collaborato con vecchi e nuovi musicisti del panorama prog italiano e mondiale.

Continua a deliziarci con la sua voce, con la Aldo Tagliapietra Band, con grandi riconoscimenti sia in Italia che all'estero.

Buon compleanno "vecio".

Wazza

Aldo Tagliapietra(Le Orme) 1969/70




 Le Orme  nel 1987


A dicembre 2020, presso il Municipio di Spinea è stata conferita ad Aldo Tagliapietra la benemerenza civica per i successi nazionali e internazionali e la costante disponibilità a collaborare in varie iniziative del Comune di Spinea, esempio di amore per la musica e generosità intellettuale. Nella foto: il Sindaco Martina Vesnaver, il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Tessari e l’Assessore alla Cultura Elia Bettin.




lunedì 15 febbraio 2021

Roy Harper and Friends: 14 febbraio 1974


Il 14 febbraio 1974 Roy Harper and Friends tengono un concerto al Rainbow Theatre di Londra. 
Gli "amici" in questione erano Jimmy Page, John Bonham, Keith Moon e Ronnie Lane, David Badford.
Concerto memorabile, per promuovere l'album "Valentine" di Harper, appena uscito.
Di tutto un Pop!
Wazza

LONDON - 14th FEBRUARY: English singer and songwriter Roy Harper performs live on stage during a concert featuring Roy Harper and Friends at the Rainbow Theatre in Finsbury Park, London on 14th February 1974. (Photo by Dick Barnatt/Redferns)









domenica 14 febbraio 2021

Agostino Rebaudengo commenta "Suite Rock- Il prog tra passato e futuro", di Athos Enrile e Oliviero Lacagnina

 


Scrive Agostino Rebaudengo

Ho finito di leggere “Suite Rock- Il prog tra passato e futuro”.

Innanzitutto, complimenti agli autori per l’impegnativo lavoro di ricerca e proposizione di tante tematiche interessantissime, per l’organizzazione in temi direttamente o indirettamente attinenti alla musica prog e alla musica in generale, per le tante testimonianze di valore e, non ultimo, per la veste grafica.   

Il terzultimo capitolo “La musica progressiva nascosta nel mondo” mi ha portato a fare un simpatico esercizio della durata di una ventina di minuti. Sono andato su Spotify e ho cercato i gruppi citati. Li ho trovati tutti eccetto Inner Drive. Sono venti, non pochi. Non sono nascosti, sono mimetizzati insieme a centinaia di altri gruppi simili. Infatti, per ogni artista, alla sezione “AI FAN PIACE ANCHE”, sono suggeriti altri artisti simili (o perlomeno, che Spotify li ritiene simili).

Per esempio, per Anima Mundi vengono suggeriti: IZZ, Also Eden, Abel Ganz, Rocket Scientist, White Willow, The Watch, Carptree, Frequency Drift, Karfagen, Comedy of Errors, David Minasian, Unitopia (questi li conosco, bravissimi), Delusion Squared, Kotebel, Knight Area, Days Between Stations, Höstsonaten, Nine Stones Close, Yogi Lang, Little Atlas.

Sono venti e faccio notare che non viene suggerito nessuno dei nomi presenti nel capitolo da cui ho tratto spunto per la ricerca. Mi sono fermato qui nell’analisi, ma, a spanne, se per ogni gruppo ne vengono suggeriti venti, ci troviamo di fronte a 400 band (ovviamente qualche ripetizione ci sarà). Per un essere umano sono troppe! 

E qui veniamo a quanto afferma Ian Anderson a pagina 263: “Il vinile […] è probabilmente una delle peggiori invenzioni mai create dal genere umano”. È ovvio che il parere non tiene conto dell’aspetto affettivo e collezionistico nei confronti del vinile. Però il consiglio di ascoltare su CD viene anch'esso superato dalla “musica liquida”. Quando per € 9,99 al mese puoi avere (quasi) tutta la musica incisa nel mondo, per quale motivo spendere, la butto lì, venti euro al mese per avere 2 CD? Senza contare che i ragazzi non ci pensano minimamente ad abbonarsi, recuperano la musica in giro per la rete gratis. 

È sconfortante. È la Discoteca di Babele e l’infinita disponibilità uccide la musica. 

Il saggio è interessantissimo per un vecchio appassionato, non so quanti giovani si accosteranno al genere in seguito alla lettura. 

Unico appunto. Avrei aggiunto qualche paginetta con una discografia essenziale dei Big e una bibliografia di genere perlomeno degli autori italiani. Personalmente in passato ho apprezzato “Progressive & Underground” e “The Prog Side of the Moon” di Cesare Rizzi, “Prog - una suite lunga mezzo secolo” di Donato Zoppo e “Prog Rock – 101 dischi dal 1967 al 1980” di Riccardo Storti e Fabio Zuffanti; relativamente ai processi di registrazione, produzione e distribuzione, “Come funziona la musica” di David Byrne e relativamente ai supporti musicali “Copio, dunque sono. La rivoluzione elettronica che ha cambiato la musica” di Ernesto Assante. Tra le riviste poi avrei citato anche Classix che tratta una buona percentuale di prog. La vedo difficile che un ragazzino si avventuri in queste letture, ma non si può mai dire… 

Ancora complimenti, bel lavoro. 




San Valentino...sempre

Il vero amore non è mai semplice

(William Shakespeare)

 

Già l'acqua inghiotte il sole

Ti danza il seno mentre corri a valle

Con il tuo branco ai pozzi

Le labbra secche vieni a dissetare

Corpo steso dai larghi fianchi

Nell'ombra sto, sto qui a vederti

Possederti, si possederti... possederti...

 

Ed io tengo il respiro

Se mi vedessi fuggiresti via

E pianto l'unghie in terra

L'argilla rossa mi nasconde il viso

Ma vorrei per un momento stringerti a me

Qui sul mio petto

Ma non posso fuggiresti fuggiresti via da me

Io non posso possederti possederti

Io non posso fuggiresti

Possederti io non posso...

Anche per una volta sola.

 

Se fossi mia davvero

Di gocce d'acqua vestirei il tuo seno

Poi sotto i piedi tuoi

Veli di vento e foglie stenderei

Corpo chiaro dai larghi fianchi

Ti porterei nei verdi campi e danzerei

Sotto la luna danzerei con te.

 

Lo so la mente vuole

Ma il labbro inerte non sa dire niente

Si è fatto scuro il cielo

Già ti allontani resta ancora a bere

Mia davvero ah fosse vero

Ma chi son io uno scimmione

Senza ragione senza ragione senza ragione

Uno scimmione fuggiresti fuggiresti

Uno scimmione uno scimmione senza ragione

Tu fuggiresti, tu fuggiresti... 

(Francesco di Giacomo/Vittorio Nocenzi)

Wazza
 

sabato 13 febbraio 2021

Compie gli anni Peter Gabriel

Compie gli anni oggi, 13 febbraio, Peter Gabriel, cantante, compositore, produttore, un genio della musica, uno dei pochi artisti al mondo ad avere avuto successo, sia come cantante di un gruppo (Genesis), sia come solista.

Happy birthday Peter!

Wazza

Il cantante della band ha rivelato i problemi con gli altri membri, spesso per motivi futili.

Ci sono tante cose che conducono ad un litigio all'interno di un gruppo, e a quanto pare anche i Genesis non erano esenti da questo tipo di problema.

Racconta Peter Gabriel: "Abbiamo sempre litigato, soprattutto per decidere in che modo presentarci al pubblico. Mi ricordo che una volta ho provato a vestirmi come un fiore o come una malattia sessualmente trasmissibile. Tony invece era completamente diverso da questo punto di vista, l'unica cosa che cambiava era la sfumatura di colore pastello del suo maglione. Ma condividevamo una grande passione per la musica".

Gabriel ha descritto Banks come il suo migliore amico ed il suo peggior nemico allo stesso tempo: "Abbiamo sempre avuto un approccio diverso alle cose. Per me lui era il mio miglior amico e il mio peggior nemico allo stesso tempo, cose normali all'interno di una band. Una delle cose su cui litigavamo di più erano la durata dei suoi assoli. Credo di avergli rovinato qualche capolavoro con la mia voce".