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giovedì 3 agosto 2023

Gentle Giant: accadeva il 5 agosto del 1972


Ray and Derek at the console. Advision 1972

Il 5 agosto 1972, presso gli Advision Studios di Londra i Gentle Giant finiscono di registrare "Octopus", il loro quarto album.

Sembra che il titolo sia venuto in mente alla moglie di Phil Shulmann, Roberta, che unì le parole "Octo - Opus", Otto Opere musicali, che poi sono quelle contenute nell'album.
La copertina, nella versione "inglese" fu realizza da Roger Dean, mentre quella "americana" (la piovra nel barattolo) da Charles white.
Album "colto" che diventerà un must della discografia prog mondiale, così come la copertina una icona.


In allegato recensione e photo session in Studio 1972.

Di tutto un Pop…
Wazza

Phil and JPW. Advision 1972

(Dalla rete, di Antonio Apuzzo)

Il 1972 si apre con un intenso e faticoso tour europeo in compagnia dei Jethro Tull, tour che segnala un dato poi costante nella storia del gruppo: un buon successo continentale (Italia e Germania dell’Ovest su tutte, con Three Friends che arriverà sino al terzo posto nella classifica de i dischi più venduti in Italia) e un seguito modesto in Gran Bretagna. A marzo un brutto incidente motociclistico blocca Malcom Mortimore e costringe il gruppo a cercare un sostituto, proprio nel momento in cui i Gentle Giant avevano trovato un assetto stabile e funzionale sia in studio che dal vivo. Al posto di Mortimore subentra quindi John Paul Weathers (1946), percussionista di origine gallese: il rinnovato sestetto registra all’inizio di agosto il nuovo disco intitolato Octopus. L’album è composto da otto composizioni, otto storie diverse per un disco che molti considerano il più maturo della produzione discografica della band. The Advent Of Panurge si ricollega idealmente a Pantagruel’s Nativity e narra l’incontro tra Pantagruele e il suo amico fraterno Panurge. Ancora una volta l’opera di François Rabelais ispira un brano estremamente suggestivo, più asciutto del precedente ma ugualmente vario e cangiante.




Un pezzo tra l’altro che entrerà per molti anni nel repertorio live del gruppo con un arrangiamento che includeva nella parte centrale un quartetto di flauti diritti, particolarmente adatto a restituire un’immagine sonora rinascimentale idealmente ricollegabile ai racconti di Rabelais. Raconteur, Troubadour rappresenta nelle intenzioni dell’ensemble un modo per catturare l’atmosfera della poesia musicale dei trovatori inglesi; il brano, elegantemente costruito su intrecci melodici tra voce, violino e tromba, coniuga uno spirito antico con stranianti costruzioni ritmiche alla Igor Strawinsky.

A Cry For Everyone, ispirato agli scritti di Albert Camus, corre via tra cambi metrici, riff e assoli di sintetizzatori, mentre con The Boys In The Band, intricato brano strumentale (il secondo, dopo il breve Acquiring The Taste), i Gentle Giant regalano una dedica a sé stessi e a Martin Rushant, tecnico del suono. Dog’s Life, un omaggio ironico ai roadies, è una composizione dove la voce teatrale di Phil Shulman dialoga con un quartetto d’archi e un regale, antico organo portatile ad ancia semplice, mentre Think Of Me With Kindness è una ballad per la voce di Kerry Minnear, impreziosita dall’intervento al mellophon di Phil Shulman. Infine il brano che chiude il disco, River, è un’occasione per utilizzare nel processo compositivo i dispositivi elettronici presenti nello studio di registrazione.

Phil in deep thoughts, by the look of it... Advision 1972. Martin Rushent and Ray up front

Un discorso a parte merita Knots, un brano che gli stessi autori presentano come un’idea a metà tra un madrigale moderno e un puzzle musicale. Il pezzo, influenzato dal lavoro dello psicologo Ronald D. Laing, ha un’architettura piuttosto complessa in cui brillano particolarmente gli inserti vocali a cappella. Dopo la registrazione di Octopus il gruppo parte finalmente per il Nord America per un lungo tour negli Stati Uniti in cui apre i concerti di vari gruppi (Black Sabbath, Yes, Jethro Tull e Eagles) e qualche data, in solitudine, in Canada. Il 1973 inizia con una serie di concerti in Italia in cui finalmente, visto il successo dell’anno precedente, i Gentle Giant hanno l’onore di essere il gruppo principale della serata con gli Area che suonano da spalla. Ma alla fine del piccolo tour si chiude anche la prima parte della vita del Gigante Gentile. Phil Shulman, uno dei membri fondatori, polistrumentista, voce solista, autore della gran parte dei testi e supervisore di tutta l’attività creativa del Gigante, decide improvvisamente di lasciare il gruppo e abbandonare l’attività musicale, almeno dal punto di vista professionale. La decisione di Phil provoca una crisi interna talmente forte che si arriva ad un passo dallo scioglimento definitivo del gruppo. Ma Derek, Ray, Kerry, Gary e John reagiscono in qualche modo e decidono di andare avanti in quintetto. I primi tre anni della vita artistica del gruppo si chiudono nel segno di una ricerca musicale assolutamente originale cui non corrisponde ancora un accettabile successo commerciale.

Forse tutto questo avrà avuto un peso nella decisione di Phil Shulman che, complice un’età piuttosto avanzata per un musicista rock (36 anni), ritorna alla prima attività di docente.

Gary and Ray either! 1972




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