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venerdì 18 agosto 2023

Claudio Milano’s End Friends (La Bobina di Tesla)-"ManifestAzioni live 2011-2023"-Commento di Alessandro Freschi

 


Claudio Milano’s End Friends (La Bobina di Tesla)

ManifestAzioni live 2011-2023

2023, Music Force/Egea Music

Uscita: 19/05/2023

Di Alessandro Freschi

 

Individuare le istantanee più suggestive ed ordinarle in un pregiato raccoglitore. Riassaporare così le emozioni che hanno infuso certi prosceni meditando su ciò che era un impellente presente ora trasformatosi in passato. Tratteggiare la parabola di un viaggio che non conosce sosta. Un decennio di esplorazioni e sperimentazioni incarnate da caleidoscopiche identità artistiche, tra sonorizzazioni, poesia, teatro, video, pittura e linguaggi in codice. Si srotola attraverso un canovaccio di poco più di venti tracce la sintesi musicale con la quale Claudio Milano celebra (se non tutti, per buona parte) i progetti che lo hanno visto coinvolto a partire dal 2011 (Omaggio a Tim Burton al Bloom di Mezzago) sino alla recente trasposizione del visionario “capolavoro muto” “L’Inferno” in tandem con il trio de I Sincopatici.

Mai come in questa circostanza è doveroso mettere i puntini sul termine “sintesi musicale”.

Chi ben conosce l’artista pugliese sa quanto possa essere restrittivo soffermarsi ad argomentare solamente uno di quelli che sono gli elementi comunicativi propagati nel corso delle sue performance dal vivo, soventemente tinteggiate da una “violenta” presenza scenica, evocativi (e complessi) declami e futuristiche diavolerie multimediali. Nonostante ciò, gli enfatici cambi di scenario proposti in successione su “ManifestAzioni live 2011-2023” appaiono indiscutibilmente in grado di irradiare sano pathos, lambendo atmosfere arcane e psichedeliche, talvolta criptiche, raramente convenzionali.

Detentore di una prodigiosa estensione vocale, da sempre impegnato nello studio di tecniche di modulazione e canto lirico da devoto discepolo quale è della radiosa cometa Stratos (suggestiva la dedica in coda di “SenseNonSex” incisa a Rocca di Cento nel corso di un tributo a Demetrio del 2016), Claudio ipnotizza l’ascoltatore di turno recuperando performance come la liturgica “Madre Pagana” (Not Me), “Secca in Festa” (NichelOdeon) – trasognato interplay  con l’arpa elettrica di Raoul Moretti – e “Cerniere”, incursione nelle profonde meditazioni (ed improvvisazioni) dello Strepitz Open Project di Vanni Floreani. L’anima pulsante delle creature di laboratorio affiora nitida, impreziosita dal motivato contributo consacrato da una schiera, nobile e cospicua, di affiatati compagni di viaggio. Detto di Floreani e dei “danteschi” Sincopatici meritano inevitabilmente citazione (ma ripetiamo l’elenco nella sua completezza è di assoluto prim’ordine) il polistrumentista Vincenzo Zitello (all’arpa celtica nel commovente omaggio, “Nostro Padre ci aspetta”, al mai dimenticato Claudio Rocchi), Arrington De Dyonisio (nell’emozionale duetto “Pan’s Pot”), il ‘collettivo Area’ (Calloni, Tavolazzi, Tofani) e il percussionista Ermes Ghilardini.

Un indefinibile e libero crocevia di contaminazioni ed estro, ben distanti da regole di mercato e vane glorie. Nella sua ardua apparenza un sostanziale collage di arte allo stato puro. Occasione, quindi, per tornare ad apprezzare (o anche solamente cercare di conoscere meglio) Claudio Milano. Non poco in questi aridi tempi. 






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