ARRIVA IL DILUVIO …
BIKO PETER GABRIEL
TRIBUTE BAND
17/02/24 ESOTERIC PRO AUDIO THEATER
VILLAFRANCA DI VERONA
Di Gian Paolo Ferrari
Premessa
Nel tragico anno 2020, un anno
in cui il battito del mondo è parso a tratti rallentare, qualche sopravvissuto
coraggioso ha pensato di guardare avanti, nonostante le gravi difficoltà del
settore musicale: sto parlando dell’amico Mirko Marogna, che a
Villafranca di Verona ha voluto costruire la nuova sede della sua attività
mirata alla progettazione di sistemi audio professionali. Dal progetto iniziale
Mirko aveva ideato una zona produttiva con relativo ufficio e show-room, ma in
corso d’opera ha arricchito il suo progetto aggiungendo uno spazio idoneo a
creare un teatro dalla capienza di circa 140 posti, con un palco da 5,5 x 4,7
metri con regia analogica comprensiva di console Midas XL3 a 40 canali e parco
luci con relativo video proiettore, tutto questo con l’obbiettivo principale di
proporre musica in concerto di qualità, usufruendo dei sistemi audio
professionali prodotti e costruiti da lui stesso. Il Teatro prende il nome
direttamente dal suo progetto lavorativo cioè ESOTERIC PRO AUDIO, e alla
fine del 2021 vengono inaugurati i primi spettacoli con un grande successo di
pubblico; vogliamo considerare che a Verona quando si vuole parlare di musica
dal vivo è immediato il collegamento con l’Arena, definito come il più grande
anfiteatro all’aperto del mondo (nel periodo estivo), dopodiché al termine
della stagione gli unici locali che rimangono a disposizione sono il The
Factory “La casa degli artisti” (rivolto ad eventi e ad un pubblico giovane), e
lo storico e mitico Giardino 2.0 Music Club di Lugagnano. Pertanto, l’idea del
nostro Mirko, partita nel periodo più buio della storia, alla fine ha potuto
nascere arricchendo come un magico arcobaleno la scelta culturale di numerosi
appassionati della musica di qualità.
17/02/24 il concerto
Innumerevoli e vari gli
eventi proposti dall’Esoteric Pro Audio Theater nel corso di questi
anni, nella serata di sabato 17 febbraio appare in cartellone un tributo molto
affascinante per me, il nome del gruppo: BIKO PETER GABRIEL TRIBUTE BAND. Ovvio che stiamo parlando di un tributo rivolto nei confronti di
un artista universale dalla forza innovativa nella musica rock, con una
carriera solista di valore e successo iniziata nel lontano 1977 con
l’album d’esordio Peter Gabriel 1
(CAR) fino ai giorni nostri, con
l’ultimo capolavoro del 2023 I/O. Enorme è la curiosità che mi
accompagna entrando nel locale nei confronti di questo progetto musicale, sold
out annunciato e alle 21 precise parte lo show,
con l’inquietante ed esplosiva Darkness, ricca di
suoni taglienti e voce filtrata eseguita magistralmente dalla band, che dopo
avere rotto il ghiaccio con i primi saluti al pubblico, riparte con energica sicurezza eseguendo nell’ordine Red
Rain - Steam - Shaking The Tree - More Than This - Downside Up - Come Talk To
Me - Digging In The Dirt - San Jacinto - Don’t Give Up e Secret World a
concludere la prima parte dello spettacolo.
Praticamente una scaletta
che nella prima parte ha percorso vent’anni di carriera, partendo nell’ordine
dall’album Gabriel 4 (Security) 1982, So 1986, Us 1992, Ovo 2000 e Up
2002. Tutti i brani vengono eseguiti in
Rimane in scena, come da copione, a chiudere il concerto l’ottimo batterista GianMaria Tonin (che mi riservo di contattare per una breve intervista, e che propongo qui, a seguito di questa breve recensione). A richiesta del caloroso pubblico arriva il consueto bis, Solsbury Hill a chiudere una serata praticamente perfetta.
Non avevo mai visto prima
una tribute celebrare la complessa arte musicale di Peter Gabriel, dove
nei suoi spettacoli non si può parlare di un concerto ma di una “cosa diversa”,
e confesso che per questi motivi credevo non fosse possibile. Mi sono dovuto
ricredere perché dopo lo spettacolo di questa sera, ritengo che questa band,
rispecchiando fedelmente questo grande artista internazionale, avrà le
potenzialità in futuro di poter diventare un punto di riferimento per tutti i
veri appassionati del genere.
Uscendo dal locale rivolgo lo sguardo verso il cielo, vengo catturato da una forte emozione e la nostalgia accompagnata dai ricordi musicali della mia adolescenza prende il sopravvento, mia moglie mi guarda e mi chiede: “Soddisfatto? Tutto ok?” dolcemente le sussurro: “Questa sera all’Esoteric Pro Audio Theater è TORNATO IL DILUVIO…”
L’intervista con Gian Maria Tonin
Ciao G. Maria, ti ringrazio anticipatamente per la tua disponibilità, ti ho scelto come portavoce del gruppo perché come tu ben sai, la batteria e le percussioni sono lo strumento che in assoluto prediligo, per cui … parlami di te, quando hai iniziato a suonare, so che partecipi a numerose collaborazioni e progetti, per cui immagino sia particolarmente affascinante immergersi e assorbire diversi stili musicali. A te la parola …
Grazie a te G. Paolo e a MAT per questa intervista! Diciamo che inizio a suonare il “tamburo” a 5 anni (e la chitarra a 8) avendo visto alcuni miei cugini rinchiusi in una sala prove a suonare, e sentire quei suoni percussivi che mi attraversavano il petto, beh, fu attrazione fatale. Iniziai gli studi presso la banda del paese e poi negli anni ’90 iniziai a suonare nei primi gruppetti di amici/amiche, finché nel 1995 iniziai a suonare in maniera semi professionale con una band rock anni 80/90 che proponeva Simple Minds, Police, Marillion, Toto, Pink Floyd… Dagli anni 2000 inizio anche a studiare più in profondità il mio strumento frequentando corsi sempre più professionali oltre a seminari e master class con insegnanti di spicco del panorama nazionale: Ramon Rossi, Franco Rossi, Erik Spedicato, Walter Calloni. Se ricordo bene fu nell’ ‘98 o ‘99 che, per caso, una sera, il mio cantante di allora mi invitò a casa sua e guardammo 2 Vhs: Simple Minds live in Arena e il Secret World Live, e qui rimasi senza fiato, senza parole. Alla fine della serata presi la Vhs e tornai a casa letteralmente stregato. Da quel giorno il videoregistratore non aveva altro contenuto che quel magico concerto con questo batterista pazzesco: Manu Katchè! Faccio presente che in quegli anni i miei riferimenti erano: Nick Mason e Jeff Porcaro in primis, cui poi si aggiunsero Simon Phillips e Manu. Ovviamente la lista si è allungata nel tempo, ma la mia formazione deriva principalmente dall’ascolto di album quali: Pulse, Secret World, Livefields dei Toto.
Quando è nata l’idea di un tributo a Peter Gabriel (penso che in
Italia siate gli unici, correggimi se sbaglio). Scelta che può sembrare
affascinante ma altrettanto azzardata e rischiosa da proporre, conoscendo gli
innumerevoli indirizzi culturali del nostro grande artista, essendo il progetto già
indirizzato verso un pubblico di nicchia, cosa ne pensi.
Sicuramente tra i pochi, nel genere e, nella proposta fedele,
direi gli unici in Italia e forse, anche in Europa. Ci sono: una band tedesca
in attività in Europa e una band canadese, ma con arrangiamenti personalizzati
che forse non restituiscono a pieno la magica atmosfera di Peter.
Il progetto ha radici lontane, se non ricordo male nasce nei primi
anni 2000, da un gruppo di amici con la passione della musica, e Peter Gabriel
rientrava tra gli artisti da “strimpellare". Ma è Antonio Di Spirito,
l'unico di quel gruppo di amici (nostro attuale chitarrista, laureato in
chitarra e music programming), che si appassiona e si dedica all'incredibile
lavoro (circa 7 anni) di programmazione e di sequenze audio che il maestro
Peter Gabriel utilizza nei suoi album e live, in tempi non sospetti. Oggi, infatti,
quasi tutti gli show si avvalgono di questa tecnologia, ma all’epoca era
un’innovazione e seguimmo quindi l’esempio del Maestro che per primo utilizzò
il computer come fosse un ulteriore musicista sul palco. Credo che l'ottimo
lavoro di programming di Antonio sia ben udibile a tutti.
La scelta di proporre Peter Gabriel è sicuramente una scelta
coraggiosa, difficile ma significativa. Al di là della sfida musicale che
coinvolge i bravissimi membri del gruppo (giusto per farti un'idea: lo studio
dei suoni, delle strutture e delle 'intenzioni' delle esecuzioni raggiunge
livelli maniacali, con raccolta di informazioni, interviste, video e fotografie
di Tony Levin, Manu Katché, David Rodhes, che permettono di comprendere il loro
apporto artistico nei progetti di Gabriel) i messaggi sociali del maestro sono
grandi e di incredibile attualità: razzismo, identità di genere, pace,
famiglia, tolleranza.
La scelta artistica di Gabriel per noi è soprattutto una filosofia di musica e di vita.
Parlami della band, come vi siete conosciuti e quali sono i tuoi compagni di viaggio in questa meravigliosa avventura musicale.
Come ci siamo conosciuti… qui ci sarebbe una storia da raccontare…
Era il 2009 e avevo conosciuto Antonio Di Spirito a una riunione in una scuola
dove entrambi insegnavamo, lui era docente di chitarra classica e parlando mi
precisò che nutriva anche una passione per la musica moderna e in particolare
era il chitarrista di una band tributo a Peter Gabriel. Il mio stupore fu
grande e mi venne di getto una risposta forse anche un po’ azzardata: “Antonio,
se per caso dovesse mai succedere qualcosa al tuo batterista, anche solo per
una semplice sostituzione dell’ultimo minuto, sappi che io conosco a memoria
tutto il “Secret World Live”. Passò oltre un anno e una mattina di luglio
2010 mi arrivò una telefonata, era Antonio che mi chiedeva se avessi piacere di
suonare con loro e se potevo iniziare fin da subito a provare con la band! Ecco
come ci siamo conosciuti!
Per quanto riguarda gli altri compagni di viaggio di questa meravigliosa avventura parto dal sopracitato Antonio Di Spirito, fondatore, chitarrista, corista e nerd musicale della band. È il nostro direttore musicale! A ruota, Simone Moriggi, chitarrista, mandolinista, corista e anche lui programmatore dal gusto musicale incredibile. Marco Scarano, pugliese, ma veronese di adozione, il nostro bassista e motivatore! A lui l'ardua impresa di avvicinarsi il più possibile a zio Tony Levin. Marco si occupa anche del sito internet, dei social, rapporti con enti e promotori di concerti e dei contenuti multimediali che vengono proiettati in background nei nostri live. Giovanni Passarella alle tastiere, ragazzone con lunghissima esperienza nel mondo musicale veronese. Paola Montresor, la nostra nuova voce femminile che ha accettato la sfida e ha svolto uno straordinario lavoro di studio del repertorio, per lei totalmente nuovo, fatto in pochi mesi. Ma ancora più incredibile l'interpretazione di Paola sul palco! Benvenuta a braccia aperte nella Biko Band! Capitolo a parte per Gianluca Casazza da Rovigo (come si dice dei santi), front man con un carisma pazzesco e un cuore d’oro. (Gian Paolo, tu hai avuto modo di ascoltarlo, e “viverlo” nella serata a Villafranca) Semplicemente emozionante. E la cosa che a me piace ancora di più è la sua umiltà, che lo rende ancora più “grande”. Gianluca, nonostante la giovane età, ha una cultura musicale incredibile. Passione trasmessa dal padre. Inizia a cantare tardi, senza particolari studi. Ma il talento, il timbro di voce, e l'intensità nell’interpretazione, lo portano subito ad essere un apprezzatissimo cantante. Tra i tanti artisti che ascolta fin da bambino, Peter Gabriel lo cattura in modo particolare. E quando, nel lontano 2016, la BIKO lo chiama per un provino, lui non sta nella pelle. Consapevole della enorme responsabilità e difficoltà a cui è chiamato a sostenere, lavora duro sui testi, sull'interpretazione, sullo stile e le emozioni da trasmettere, e da questo punto di vista credo che abbia raggiunto l’obbiettivo. Come vedi prendiamo tutto molto sul serio ma anche molto sul ridere. L'amicizia tra i componenti è un valore imprescindibile. Se mancano fiducia, collaborazione, coinvolgimento, rispetto e onestà non puoi fare parte della BIKO. Infine, la produzione del nostro spettacolo diretta dal nostro Alberto Castellini, fonico, light designer e responsabile tecnico di lunga data che conosce ogni dettaglio del nostro show!
Manu Katchè (era ovvio che avrei toccato questo rullante), suonare lo spartito Gabriel confrontandosi con questa figura non deve essere facile, come riesci a sostenere questo fardello tecnico.
Mi emoziono e resto incredulo ogni qualvolta mi accingo a “replicare” con profonda umiltà il drumming di Manu; considerando che lui è un batterista con l’approccio di un percussionista ed è un mago del fraseggio strettissimo tra tom, splash, ritmiche pazzesche, il mio ruolo diventa molto rischioso! Ti preciso infatti che non tento di copiare, anche perché sarebbe impossibile, ma più che altro, come ti accennavo prima, il suo modo di suonare mi ha influenzato a tal punto in fase di studio nei miei primi anni di perfezionamento sullo strumento che il suo linguaggio, alcuni fills, il portamento fanno ora parte del mio drumming. Su youtube puoi trovare qualche esempio anche sul canale a mio nome dove eseguo Red Rain nel mio studio e In your eyes in versione live. Aggiungo inoltre che ho studiato Manu anche in altre sue collaborazioni: da Sting, Dire Straits, Tear for fears, Pink Floyd, Mango, Pino Daniele e ho analizzato a fondo il suo drumming presente ad esempio nello splendido doppio album di Baglioni, “Oltre” (che adoro).
Era da qualche anno che avevo scoperto il vostro tributo a Peter Gabriel, ricordo di avere visto dei bellissimi video in merito ad un concerto del teatro Ristori di Verona, poi è arrivato il Covid e non sono più riuscito a trovare il modo di conoscervi a fondo dal vivo. Mi vuoi parlare di questo periodo e quale è stata la causa principale della vostra assenza dagli spettacoli dal vivo.
La BIKO Band si trovava nel periodo pre-COVID nel suo momento migliore, con un concerto al teatro Ristori di Verona (di cui accenni, e di cui si possono trovare bellissimi video sul nostro canale YouTube e Facebook) che ci aveva lanciato verso una programmazione di date e un contratto con un'agenzia tedesca che sono poi naufragate a causa della pandemia. Ripresi i ritmi, dopo la pausa forzata, nel 2023, con una bellissima iniezione che indirettamente ci ha fornito Peter Gabriel con il suo nuovo tour ed album, la band torna a preparare e migliorare lo spettacolo con grande entusiasmo e l’attuale line up ora è pronta per portare live l’essenza musicale di Gabriel.
Dal live di Villafranca ho potuto apprezzare la particolare proposta musicale che abbraccia l’intera produzione di Gabriel dal 1977 ad oggi, infatti, siete stati in grado di offrire al pubblico due nuovi pezzi dell’ultimo album del 2023, I/O e PANOPTICOM, questo attesta la professionale qualità del vostro progetto, state preparando qualche sorpresa per le nuove date?
Il nostro spettacolo abbraccia, come dici, la carriera solista di Gabriel. In particolare, noi proponiamo le versioni dei live Secret World Live (di cui ricorre il 30mo dall'uscita del DVD/CD) e di Growing Up Live. Un discorso a parte i due brani dell'ultimo album. Album di cui apprezziamo tutti i singoli brani e versioni. Il maestro è tornato a scrivere con un'intensità ritrovata, e lo ha fatto a suo modo: con la ricerca di suoni, testi, arrangiamenti e modalità di comunicazione innovativi. Giusto un esempio: la AI (artificial intelligence) lui non la demonizza come tanti, anzi, la studia, ne comprende limiti e opportunità, e la utilizza nell’album, nei live e nella creazione di contest tra artisti per creare i suoi nuovi video ufficiali. La voglia di proporre altri brani del album I/O c'è. Stiamo studiando un repertorio modulare, in cui, in base alla situazione, potremo decidere che impronta dare allo spettacolo. Abbiamo anche diversi brani "storici" pronti. Mai proposti live. Insomma, di materiale nuovo ce n'è tanto.
Ho notato che curate molto la parte scenografica dello spettacolo, dove ovviamente si cade nel rischio del paragone con le scene spettacolari nate dalla collaborazione di Gabriel con il canadese Robert Lepage nel Secret World tour degli anni ’90, e successivamente nel 2002/03 nel Growing Up Live tour, stiamo parlando di maxischermo manovrabile per le videoproiezioni, di una passerella con tappeto scorrevole, botole varie dove spariscono i musicisti nella famosa valigia … nei vostri show come riuscite sotto questo aspetto a sorprendere il pubblico.
Ecco, i live che hai citato e a cui facciamo riferimento, sono
live che hanno fatto storia e scuola nell'ambito degli spettacoli musicali.
Dopo questi, il mondo delle produzioni musicali non è stato più lo stesso. Noi
non possiamo ignorare queste geniali soluzioni, sicuramente sarebbe molto
difficile proporre le stesse scenografie, quindi, il nostro obiettivo è
ricreare almeno le stesse atmosfere con soluzioni “teatrali” (anche originali)
che possano fondersi con il linguaggio scenografico gabrieliano. Non vogliamo
correre il rischio di una brutta imitazione per cui preferiamo lavorare sull’interpretazione
e sull’emozione. È l'aspetto del nostro progetto in cui abbiamo ampi margini di
miglioramento, e lo vediamo come una grande opportunità creativa.
Ps. Anche noi abbiamo la valigia … (sorride)
Conoscendo le innumerevoli difficoltà che ruotano attorno a questo settore, quali sono i vostri progetti futuri, state già programmando un tour con nuove date?
Sicuramente non è facile portare Live uno spettacolo e un repertorio come quello di Gabriel, siamo anche consapevoli che non è un tributo “commerciale” o di facile appeal, ma il nostro obiettivo è sempre stato quello di proporre uno spettacolo oserei dire quasi “teatrale” e di alto livello sia musicale che scenotecnico in modo da captare quell’utenza esperta e colta che possa apprezzare questo filone del progressive rock. Pensiamo ad esempio ai superlativi The Watch che ormai riempiono teatri ovunque con il repertorio dell’era Genesis, questa è la nostra mission: rivolgerci ai fan in location quali Teatri o Live Club (strutturati per qualcosa di più di un semplice concerto) e qualche festival, sia in Italia che all’estero. Sicuramente molti seguaci saranno contenti di assistere a un Live dell’era del Gabriel solista che manca nel panorama dei tributi di un certo spessore. Sul fronte prossimi eventi, stiamo lavorando ad alcune date in estate e dal prossimo autunno vorremmo pianificare alcuni concerti nei teatri delle città italiane più importanti per portare live il nostro spettacolo omaggio a Peter!
Grazie G. Maria, per un fan come il sottoscritto di vecchia data,
è stato veramente emozionante conoscere la vostra storia.
Sono io che devo ringraziarti, per il tuo reportage e per questa intervista. È veramente raro trovare così tanta incondizionata passione. Un saluto a tutta la redazione di MusicArtTeam, speriamo di vederci in occasione di qualche nostro prossimo concerto.
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