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lunedì 9 settembre 2024

RUNAWAY TOTEM - “Creators”, commento di Andrea Pintelli


RUNAWAY TOTEM
“Creators”

Black Widow Records

Di Andrea Pintelli


Alcuni mesi fa, a dire il vero parecchi (ma non troppi), è uscito “Creators”, il nuovo disco dei Runaway Totem. Trattasi della prosecuzione di “Multiversal Matter”, da me trattato alcuni anni fa tramite un’intervista illuminante rilasciatami dal loro leader Roberto CAHAL Gottardi, sempre per MAT2020. Questo nuovo lavoro, pubblicato dalla Black Widow Records (gloria sempre), ha intensità senza paragone alcuno, pur avendo trovato il precedente un disco profondissimo. La qualità dei suoni è pazzesca, tanto che le note sembrano entrar dentro anima e corpo. Concettualmente è, come sempre, complicato ai più, ma se si produce lo sforzo di capirlo, esso ti porta in un mondo che è qui, ma che non vogliamo cogliere, essendo noi umani dediti, spessissimo, alla superficialità. Il saper valutare il tempo e lo spazio è davvero per pochi illuminati, cercare di spiegarlo (qui tramite musica e testi) è una lezione difficile da dimenticare.

Suddiviso in due sezioni denominate Creators e Red Star, l’opera si apre con Viators, in cui si fa riferimento a razze aliene che intraprendono un viaggio intergalattico per arrivare ad approdare sulla terra. Intro d’altrove, denso, inizialmente ricongiungibile ad un adagio, per poi sfociare nella messa in musica del suddetto viaggio. Una marcia che Cahal riesce a costruire con la sua prestanza tecnica e artistica, tramite chitarre di ogni tipo, basso, sintetizzatori e tastiere. La presenza vocale della sempre magnifica Sophya Baccini, la eleva e la espande. I grandiosi fiati di Martin Grice dei Delirium fanno il resto. Advent Deus, ossia l’arrivo di queste forme aliene. Queste forme che non sono di materia terrestre, ma vibrano a frequenze più alte sono viste come fossero degli Dei. Stessi musicisti, atmosfera differente. Minacciosa e sinistra, trasuda novità: musica fiammante. Avvolge per non lasciare, piove concetti modernissimi. Gran lavoro di Simone Caruso alla batteria. Betelgeuse è la musica aliena portata dalla Stella di Betelgeuse. Strumentale che si popola del mai sentito, dell’estrema gioia del suo essere inedito. Si prosegue con Lemuria che è un luogo e un tempo che la nostra memoria ha perso. Le popolazioni della Lemuria sono antiche e tecnologicamente avanzate e la musica ricorda quei giorni. Per rendere tutto ciò fruibile è necessaria un’immaginazione fuori dal comune, oppure avere conoscenza di ciò che si sta proponendo. Chissà. Resta il fatto, ed è un fatto, che l’incrocio dei sax di Grice e di Andrea Facchini può amplificarne il discorso. Non mi è possibile chiamarla canzone, essendo parte di una sfera che non conosciamo. Grazie a Cahal ne abbiamo ora maggiore consapevolezza: non sentori, ma nozioni vere e proprie. Red Star si apre con The Gate of Orion, che altro non è che la venuta successiva di altri viaggiatori alieni che partono da Orione. Aprendo dei portali, essi possono entrano nel nostro mondo. Maurizio Poli porta una vocalità space, che si adatta perfettamente al concetto rappresentato. I portali sono qui riprodotti nella parte centrale del pezzo, nettamente differente dalla sua parte iniziale. Il ritmo inusuale ne delinea i tratti inconsueti, più unici che rari. Ecco Remembering Betelgeuse, dove il flauto dell’immenso Nik Turner la fa da padrone. Artista che parla la stessa lingua di Cahal, indubbiamente. Trattasi, comunque, del ricordo alieno della musica portata dalla stella di Betelgeuse. Non di facile presa, ma profonda e veemente. The Spiral vede il ritorno di Grice, a misurarsi con le vocalità di Emanuela Vedana e Maurizio Poli. Porta in grembo la volontà di manipolazione genetica degli alieni sulle popolazioni terrestri, per creare uno schiavo. Ma un’altra razza aliena, pro-vita, si interpone alle mire dei primi e riesce a creare l’uomo divino, distruggendo il piano precedente. Essa è una dimostrazione di resistenza, la cui cadenza si fa maggiormente intensa e potente. Universal Union è l’uomo nuovo collegato all’essenza primordiale. Quest’uomo nuovo entra in una dimensione da cui era partito. Ospite il mostro sacro David Jackson dei VDGG, la traccia assume fin da subito quell’importanza che traspare fin dal titolo. Cahal è oggettivamente artista straordinario; qui, credo, dia il suo meglio, in termini di fantasia applicata alla realtà. L’alchimista, bonus track, è altro rispetto a Creators e Red Star, sia come concetto espresso, sia musicalmente, ma anch’essa è assai buona e completa. Non un mero esercizio stilistico, ma espressione di gran maestria strumentale. Chiude in bellezza questo album compiuto e definitivo.

 

TRACK LIST:

 

CREATORS (clivvare sul titolo per ascoltare)

1.Viators

2.Advent Deus

3.Betelgeuse

4.Lemuria

 

RED STAR

1.The Gate of Orion

2.Remembering Betelgeuse

3.The Spiral

4.Universal Union

 

Bonus track:

L’alchimista

 

Composed, arranged and directed by Roberto “CAHAL” Gottardi, except: L’Alchimista composed by Richie Castellano arranged and directed by Roberto “CAHAL” Gottardi

 

The Intergalactic Totem Arkestra: Roberto “Cahal” Gottardi, Simone Caruso, Andrea Facchini, Maurizio Poli, Sophya Baccini, Martin Grice, David Jackson, Nik Turner, Emanuela Vedana

 

Mixed and engineered By Roberto Cahal Gottardi at Totem Studio Records

Mastered by Eugenio Vatta at E45 Studio - Roma

 





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