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martedì 1 settembre 2015

Filippo Andreani- “La prima volta”, di Andrea Zappaterra


Filippo Andreani-La prima volta
di Andrea Zappaterra
Non ho molta simpatia per il mondo del calcio, che relegherei volentieri a sport minore (e forse gli farebbe recuperare un pò di serietà e sano agonismo), ma in questo bel lavoro di Filippo Andreani gli episodi sportivi citati sono risalenti a un'epoca in cui c'erano ancora certi valori e sono  presi a pretesto per parlare di temi ben più profondi, che riguardano la politica e la società anche dei giorni nostri. Un filo rosso che unisce un pò tutte le canzoni dell'album, quasi un pretesto per affrontare tematiche più complesse.
Il genere cantautorale scelto (solo per dare un'idea) è un mix tra De Andrè, De Gregori,  Bertoli e Bersani, anche perchè Filippo stesso ne cita brani nelle sue canzoni, richiamando musicalmente lo stile classico,  atmosfere leggere e trasognanti che mettono soprattutto in risalto il testo, degno di considerazione e attenzione, ma anche accenni di punk rock dove emerge la provenienza di Filippo.
Canzone per Delmo ad esempio ricorda un pò le Nuvole, di De Andrè, con la voce  dello stesso Adelmo Cervi,  figlio di uno dei sette fratelli Cervi massacrati dai nazisti, vicenda che si snoda tra mondo reale e l'aldilà: “…sono un bambino di 70 anni che parla con il cielo …”, arricchito dalla voce di Marino Severini, da sempre grande estimatore di Filippo.
E Roma è il mare è una impietosa fotografia della capitale inquinata da malapolitica, cattolicesimo, delinquenza, soffocata da poteri deviati “ che crocifiggono le nostre buone intenzioni”, temi cari a Nanni Palestrini con la voce anche di Sigaro (Banda Bassotti).
Che ti sia lieve la terra tratta da un articolo di Gianni Mura è dedicata a Gianni Brera, un rock senza fronzoli con cori da stadio.
Gigi Meroni, scritta a quattro mani con il concittadino Luca Ghielmetti, parla della grande “Farfalla granata” -fantasista di anni passati, elegante nel dribbling, lontano dall'egocentrismo degli attuali assi del calcio, morto a soli 24 anni in un incidente stradale- e della sua storia sentimentale con  Cristiana Uderstadt. Qui è immaginato nell'aldilà, con i grandi calciatori e cronisti deceduti a giocare a carte nientemeno che con Nostrosignore.


Il prossimo disco dei Clash,  il brano forse più punk che tocca il delicatissimo tema del lavoro e del mondo sindacale, che accetta ormai condizioni sfavorevoli per i lavoratori ai quali non rimane altro che attendere amaramente soltanto l'uscita del prossimo disco dei Clash.
Tito, brano con Steno dei Nabat, uno slow ska dall’andatura in levare che cita appunto i Clash di Jimmy Jazz, quasi una lettera scritta dall’autore al se stesso bambino, per raccontare un epoca in cui il calcio era solo un gioco, con frecciate al calcio moderno e alle tessere del tifoso.
Veloce, toccante ricordo di Speedy Angel, voce scomparsa prematuramente della punk band Potage.
Lettera da Litaliano, dedicata ad uno dei più complessi ed enigmatici  cantautori degli anni 70, Piero Ciampi, ed ad una  sofferta storia d’amore: ... Per sapere cos'è la solitudine bisogna essere stati in due ...
Numero nove,  toccante tributo allo sfortunato calciatore sbocciato proprio nei Blues del Como, Stefano  Borgonovo, morto di SLA nel 2013 e fondatore di una onlus per combattere questa terribile malattia. Ti risparmierò il calcio moderno perchè non val più la pena”, frase mitica e profumo di rock e di calcio diverso.
20 Gennaio 2014, data di nascita della figlia Annarella, brano conclusivo quasi solo voce  e piano ( Franco Barbera) molto tenero e poetico.
Il tutto scritto, suonato e cantato come se Joe Strummer facesse un disco di cantautorato folk, grazie anche all’apporto di una storica band del punk italiano come i Linea e di alcuni amici ospiti come Marino Severini dei Gang, Sigaro della Banda Bassotti, Steno dei Nabat, Rob dei Temporal Sluts e Robi degli Atarassia
Un disco che è scaturito dalla lettura de “Il coraggio del pettirosso” di Maurizio Maggiani, un libro nel quale Filippo ha ricordato quanto un tempo era sfrontato, determinato e libero, proprio come il pettirosso della copertina, un uccello piccolo ma molto combattente. 


La prima volta” è interamente suonato da Filippo Andreani con i Linea, una delle punk band più longeve della scena italiana.

Gianmarco “Gimmy” Pirro: chitarre acustiche ed elettriche, ukulele, slide guitar
Federico Bratovich: chitarre elettriche
Silvio Calesini: basso
Fulvio “Devil” Pinto: batteria
Franco Barbera: pianoforte
Luca Bossi: rhodes, juno, hammond
Linea e Atarassia Gröp: cori


Biografia
Filippo Andreani, nato a Como nel 1977. Mica un anno a caso.
E’ avvocato ma non esercita la professione perché farebbe la fine del medico di Spoon River. Nel frattempo fa l’impiegato ma è già al Sogno Numero Due.
Dal 1993 al 2008 ha suonato negli Atarassia Gröp, per cui ha scritto tutte le canzoni. Con questa band ha suonato su centinaia di palchi in Italia e all’Estero.
Dal 2012, per due anni, ha suonato negli Erode, leggendario combo punk dei primi ’90.
Ha pubblicato due dischi a suo nome: “La Storia Sbagliata” (concept album in cui ripercorre – tra storia e fantasia – l’incredibile vicenda del Capitano Neri e della staffetta Gianna, partigiani della 52esima Brigata Garibaldi operante sul Lago di Como) e “Scritti con Pablo”, i suoi scritti corsari.
Per l’inizio del 2015 è prevista l’uscita del suo terzo disco solista, “La prima volta”, in cui convivono le sue grandi passioni: i Clash, la canzone d’autore italiana, il calcio che fu, gli amici che ha, i figli che avrà.

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