2CELLOS: Il Rock
nel Violoncello @ Auditorium Cavea – 31 07 2015
Articolo a cura di Donald McHeyre
Galleria
fotografica a cura di Stefano
Panaro
Articolo già
apparso sul portale Rome by Wild:
THE LEADING GUY
h 21:00. Sale sul palco, e si accomoda ad una sedia,
chitarra a tracolla, il cantautore folk di Trieste, Simone Zampieri che con il
nome d’arte
The Leading Guy ha pubblicato a febbraio un album dal titolo “Memorandum” per
la LadyLovely.
Zampieri sta
accompagnando i due violoncellisti in alcune date del loro tour di quest’anno
e si dimostra subito simpatico e molto sciolto nell’interagire
con il numeroso pubblico accorso oceanico nella cava (umida) dell’Auditorium.
Il suo repertorio musicale, diversamente dalla sua persona, è fatto di ballad
originali, non propriamente divertenti e spensierate, che ammantano di spleen
questo inizio di serata. Zampieri stempera comunque il clima creatosi
scherzandoci sopra con rara autoironia tra un brano e l’altro…
ma anche durante…
Set list
1-Ghost Writer (non contenuta nell’album).
2-Behind The Yellow Field.
3-Oh Sister.
4-While The Dogs Are Barking.
5-Memorandum.
6-Mr. Wolff.
Dopo aver lasciato
il palco, accanto alla sedia rimasta ormai vuota, ne viene aggiunta un’altra.
Dietro ad esse un drum set incombe minaccioso e sornione. Ma non è ancora il
suo momento.
2CELLOS
h 21:35 Le luci si
abbassano un poco, (penseranno più tardi ad accecare noi della platea, haia!),
e quasi in sordina entra da sinistra Luka Šulić (da ora in poi, Luca).
Con la eco degli
improvvisi applausi si accomoda alla sedia di destra. Abbraccia un violoncello
elettrico (un Harley Benton bianco) e attacca con “Oblivion“,
aiutandosi con una base preregistrata.
h 21:40 mentre le
note di Piazzolla si confondono con quelle di “Gabriel’s Oboe“, entra pimpante Stjepen Hauser (da ora in poi, Stefano).
Impugna un Harley Benton nero, come fosse una stratocaster, (come potete vedere
dal servizio fotografico di Stefano Panaro, il contrasto estetico dei due
violoncelli elettrici costituisce la scenografia minimalista della serata).
Si siede accanto a
Luca (ci resterà poco
seduto) e comincia ad accompagnarlo.
Dopo il brano dei
The Mission si attivano le immagini in movimento di sottofondo e, per molti
(soprattutto molte) del pubblico, comincia il vero concerto sulle note di “Where
The Streets Have No Name” degli U2.
Luca e Stefano si
presentano al pubblico; chiacchierando metà in
inglese e metà in
italiano, (dopo aver preso lezioni di italiano da Phil Collins), fanno capire
che tutta questa prima parte del concerto, all’insegna
dei sentimenti, sarà dedicata alle signore e signorine
presenti in sala. “Book Of Love” (che senza
Zucchero è molto meglio), Michael Jackson e Guns N’ Roses
sono tutte per loro. I maschietti presenti in sala applaudono diplomaticamente,
(specie quelli con accanto moglie o compagna).
Terminato l’angolo
piacionico del concerto, improvvisamente un tuono colpisce l’Auditorium
e inizia la parte propriamente “dura e rocciosa” dello show. Giunti a metà di
“Thunderstruck” si sistema alle pelli il batterista Dusan
Kranjc (da ora in poi, Dusan Kranjc) e i 2CELLOS, in versione Power Trio,
diventano gli Stick Men di Tony Levin. Il brano degli AC/DC fa salire l’adrenalina
sia al pubblico che allo stesso Stefano, il quale, stanco di stare seduto,
comincia a contorcersi a terra con pose hendrixiane, mentre il suo archetto
vola sulle corde. Sono sue le melodie che permettono al pubblico di riconoscere
e fischiettare i brani eseguiti dai due ragazzi slavi, mentre Luca è magistrale
negli accompagnamenti tramite un movimento vibratorio della mano, (ce lo
ricorda anche il suo socio, Stefano), serrato ed instancabile, frutto di anni e
anni di allenamento al violoncello…. e a qualcosa d’altro,
(l’ha
detto Stefano, non l’umile cronista).
Dopo la ciliegina
del drum solo di Kranjc sulla torta del concerto, Stefano, ad un certo punto,
per la gioia di fotografi e pubblico pagante, (e per quella un poco più contenuta
delle leggiadre e longilinee hostess dell’Auditorium), invita
tutti ad alzarsi per ammassarsi sotto il palco. Il tripudio della folla in
delirio aumenta esponenzialmente con il procedere della scaletta, (si scorgono,
sparse tra la folla, anche mani sollevate nel segno del “puro metallo”), che
vede nuovi brani di AC/DC e di altri (tra i quali però ancora Michael Jackson),
fino al culmine raggiunto sulle note di “Satisfaction“.
Poi, baci,
abbracci, ringraziamenti e uscita festante dal palco…..
…ma è solo una
breve pausa e si riparte al fulmicotone con il primo bis che miscela Rossini,
Iron Maiden e di nuovo AC/CD (facendo cogliere il pubblico dal lieve sospetto
che i due ragazzi siano loro fan).
Il secondo BIS è più
posato, ma a sedersi ci pensano in pochi. La degna e doverosa chiusura di tutta
la festa è con l’arcinota “Aria” del padre del Rock ‘n’ Roll
(anche se lui non lo sa), Johann Sebastian Bach.
Oltre ai 2CELLOS
per l’ottimo
concerto, i nostri ringraziamenti vanno al personale dell’Auditorium,
(con specifiche congratulazioni all’Ufficio del
Personale), per l’accoglienza
e la disponibilità dimostrate,
ma soprattutto per gli indispensabili ventaglietti di carta messi a
disposizione per il pubblico.
2CELLOS: UNA COVER
BAND DI LUSSO
Se ci fermiamo un
attimo a riflettere, tutto il mondo degli appassionati della musica classica e
barocca è abituato a pensare in termini di cover e di band che le fanno. Cos’altro
sono, altrimenti, tutte le orchestre, i quartetti, i solisti, i Direttori di
orchestra che sfornano i conservatori? Anche quando eseguono (di solito male)
composizioni di musica contemporanea, raramente il compositore è li a suonare
con loro.
Solo gli
appassionati della musica “leggera” come il Rock, l’Hard
e il Metal fanno questo tipo di distinzione, accapigliandosi in lunghe
discussioni se un musicista sia valido solo nel caso che faccia musica propria
o se la vera cartina di tornasole consista nel suonare (e come) la musica di
altri.
Gli appassionati di
classica questi problemi non se li pongono. Per loro un artista solista è bravo
in misura di quanto riesca ad interpretare al meglio il brano di un altro,
magari morto da un secolo. Una orchestra è brava in misura di quanto riesca a
riprodurre (stile jukebox) più fedelmente possibile la musica così come scritta
sullo spartito (e guai a sgarrare).
Nella terra di
mezzo delle due filosofie si è posto, tra gli anni ’60
e gli anni ’70,
un gruppo di musicisti (soprattutto britannici), per i quali la musica “improvvisativa”
e quella “esatta” sono due costanti coesistenti e unificabili, senza steccati o
pregiudizi.
Il progetto oggetto
dei 2CELLOS è riuscito ad avere una grande copertura mediatica e un grande
successo di vendite, grazie ad una sapiente campagna di marketing che li ha
venduti come qualcosa di originale e unico. Ma il progetto unico non é, né tantomeno
è originale. Originale è stata la scelta di utilizzare cover “facili” e per tutti i palati, oltre a presentare
i due musicisti come una sorta di giocattolo: guarda come siamo bravi. Ti
rifacciamo Michael Jackson e U2 usando solo i violoncelli.
Luka Šulić e
Stjepen Hauser sono belli, simpatici e maledettamente bravi. Piacciono alle
ragazze, le quali non hanno il minimo sospetto che la famiglia degli archi da
decenni è ben presente nella musica rock e non hanno mai sentito nominare gente
come Jerry Goodman, Darryl Way, Dave Arbus, Simon House, Eddie Jobson, David
Cross, Raymond Shulmann.
Però piacciono
anche ai ragazzi, i quali ci si identificano.
Due giovani, che
si, hanno fatto il conservatorio, hanno suonato con la Royal Accademy ecc ecc,
ma che sono soprattutto, giovani. Sanno divertirsi con quello che fanno, sono
amanti del rock e soprattutto della musica senza confini.
Ora, dopo 3 album
di cover all’attivo,
vorremmo cominciare a sentire qualcosa creata da loro, ma se proprio vogliono
continuare a fare ancora cover, (in fondo sono divertenti), potrebbero
cominciare ad proporre anche cover di quei brani che ironicamente sembrano
essere stati concepiti a posta per loro, come “Red” e “Lark’s
Tongues in Aspic parte uno” e “Lark’s Tongues in Aspic
parte due“.
Il Metal da Camera
non è morto.
Set list
1 Oblivion (Astor Piazzolla)
2 Gabriel’s Oboe (The
Mission)
3 Where The Streets Have No Name (U2)
4 Viva la Vida (Coldplay)
5 Resistence (Muse)
6 Book Of Love (The Magnetic Fields/Peter Gabriel)
7 With Or Without
You, con estratti di “Con Te Partirò” di Andrea
Bocelli (U2)
8 Human Nature (Michael Jackson)
9 Smooth Criminal, con parti di Billie Jean (Michael Jackson)
10 Welcome To The Jungle (Guns N’ Roses)
11 Thunderstruck (AC/DC)
12 Drum solo
13 Voodoo People (Liam Howlett)
14 Mombasa (Hans Zimmer)
13 They Do Not Care About Us (Michael Jackson)
14 Smells Like Teen Spirit (Nirvana)
15 You Shook Me All Night Long (AC/DC)
16 Highway To Hell (AC/DC)
17 (I Can’t Get No)
Satisfaction (Rolling Stones)
Encore
1 The Trooper, con
parti della ouverture del “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini (Iron Maiden)
2 Back In Black (AC/DC)
Encore2
1 Aria Sulla Quarta
Corda (suite in re maggiore, secondo movimento, di Johann Sebastian Bach)
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