Delirium
+ Annie Barbazza live al Club il Giardino - Lugagnano (VR) 29/04/2016
di Marco Pessina
Un'altra serata riuscita, la quarta nell'ambito
della rassegna della musica "colta", organizzata da qualche anno dal
piccolo club di Lugagnano. Erano di scena i genovesi DELIRIUM, nome storico del
progressive italiano di inizio anni '70. Prima della band ligure occorre fare
un plauso alla bravissima ANNIE BARBAZZA. Giovanissima e in possesso di una
gran voce, si è messa in luce di recente tanto da essere prodotta da GREG LAKE.
Insieme al chitarrista-flautista LORENZO
TRECARDI, ha dato vita ad un set acustico di quarantacinque minuti,
deliziando la platea con una serie di brani, passando disinvoltamente
attraverso la musica dei mostri sacri internazionali, JETHRO TULL, GENESIS,
YES, CRIMSON e qualche altra chicca, come una composizione propria riarrangiata
per l'occasione, che apparirà nel suo album di prossima uscita. Meritatissimi
gli applausi finali di un buon pubblico che, anche in questa occasione, non ha
fatto mancare il proprio apporto, anche numericamente!
Il tempo di una
riassettata al palco ed entra in scena la band ligure, forte di ALESSANDRO CORVAGLIA (voce, chitarra
acustica e tastiere addizionali), FABIO
CHIGHINI (basso e cori), MICHELE
CUSATO (chitarra), ALFREDO VANDRESI
(batteria), ETTORE VIGO (tastiere),
unico membro tra i fondatori della band, e MARTIN
GRICE (flauto e sax), inglese che nel 1972 sostituì IVANO FOSSATI.
Il concerto dei DELIRIUM si baserà sull'ultimo
recentissimo lavoro in studio, L'ERA DELLA MENZOGNA - buon album
con testi rigorosamente in italiano - ma anche sui pezzi che resero famosa la
band in ambito nazionale, risalenti al primo periodo. Un piccolo incidente di
percorso impedisce a GRICE l'uso del sax e quindi il musicista, ironicamente
rammaricato, è costretto a "ripiegare" per tutto il concerto nell'uso
del flauto traverso, suonato peraltro in maniera sublime.
Le nuove composizioni appaiono fresche e
godibili, buona la sezione ritmica che esalta le doti virtuose di CUSATO alla
sei corde. CORVAGLIA si cala bene nella parte, alla voce, alle tastiere e alla
chitarra. Il sound è fluido e ben amalgamato e gli applausi arrivano copiosi da
un pubblico attento e partecipe! Godibili anche i nuovi arrangiamenti che
valorizzano le vecchie composizioni, che vengono alternate agli ultimi pezzi
nel corso della serata. Stupendo il brano di 11 minuti, IL CASTELLO DI MAGO MERLINO, in cui si trova tutta l'essenza del
prog sinfonico. Il concerto si avvia verso la conclusione, dato che abbiamo
oltrepassato la mezzanotte abbondantemente, ma GRICE, prendendo in contropiede
la band che stava per uscire per il classico rito del bis, intona col flauto
una melodia blues che diventa quasi subito la celeberrima DOLCE ACQUA, a cui farà seguito un altro classico come JESAHEL, brano che vendette parecchio e
che ebbe il suo momento di gloria al Festival di Sanremo del 1972. Il pubblico
partecipa assecondando il canto dei due brani. Si conclude un'altra bella
serata con il giusto tributo di applausi finale. Alla prossima.
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