di Marco Pessina
Anche per il 2018
é partita la rassegna di musica progressiva del locale veronese. Giunta ormai
alla sua tredicesima edizione, si va consolidando sempre più come una delle più
importanti rassegne europee, con un programma corposo che abbraccia un pò tutto
il panorama di quello che offre il mercato del settore. Una delle chicche di
quest'anno era rappresentata dalla band svedese degli Agusa. Presi al volo dallo staff del
Giardino in occasione di questo loro mini tour italiano, che ha toccato anche
Roma, al mitico Stazione Birra. La band di Malmoe, formata nel 2013 dal
chitarrista MIKAEL ODESJO e dal bassista TOBIAS PETTERSON a cui si é aggiunto
il tastierista JONAS BERGE, ha successivamente imbarcato in questo interessante
progetto il batterista TIM WALLANDER e la flautista di origini cubane JENNY
PUERTAS. La curiosità di vederli all'opera era tanta ed il pubblico presente in
sala era in un numero confortante, anche se il locale non era pieno. A fine
concerto possiamo affermare che, una volta tanto, gli assenti hanno avuto
torto. Forti dei loro quattro album prodotti in questo quinquennio e di un
sound potente che raccoglie, all'interno delle numerose suite come nel classico
progressive di vecchio stile, tutto ciò che contiene questo stile di musica. Il
sinfonico si mischia spesso con tratti psichedelici e perfino con qualche
accenno rock blues senza trascurare le origini celtiche sempre presenti
all'interno delle band nordiche. Il tutto rigorosamente strumentale, dove tutto
é oliato alla perfezione con un drumming potente e preciso di WALLANDER, una
vera forza della natura. Gli applausi scrosciano alla fine dei lunghi brani, a
testimonianza del gradimento in sala. In oltre un'ora di immaginifici tappeti
organo/chitarra, assecondati dal flauto traverso della bravissima JENNY
PUERTAS, c'é tutto il condensato di una musica pensata bene e suonata
altrettanto bene. La band verrà acclamata per il classico bis finale a notte
inoltrata e le espressioni facciali dei protagonisti, denoteranno una certa
soddisfazione per l'apprezzamento che il pubblico ha dimostrato nei loro
confronti.
Non possiamo non
menzionare il quartetto veronese dei LOGOS, che hanno avuto l'onore e l'onere di aprire
ufficialmente il festival. Formatisi nel 1996 per mano del tastierista e
cantante LUCA ZERMAN, del bassista FABIO GASPARI e del batterista ALESSANDRO
PERBELLINI, conta sulla presenza del tastierista CLAUDIO ANTOLINI. Il loro
ultimo lavoro L'ENIGMA DELLA VITA é stato bene accolto in giro per il mondo,
ristampato recentemente. Nel loro set di un'ora hanno pescato qua là nel loro
repertorio, vecchio e recente, aggiungendo nella seconda parte del concerto,
del nuovo materiale che uscirà prossimamente. La band é ben oliata da anni di
lavoro e sfoggia un buon prog di stampo sinfonico. La tredicesima edizione del
festival é partita sotto una buona stella, e se il buongiorno si vede dal
mattino, sarà l'ennesimo successo del locale. Prog on.
Nessun commento:
Posta un commento