Usciva fine marzo / primi di aprile del 1970 "Déjà Vu", il primo album del supergruppo Crosby, Stills,
Nash & Young, disco registrato con attenzioni meticolose e
certosine.
Un album trasversale da cui furono estratti ben 4 singoli, e
che fece conoscere la band in tutto il mondo.
Da avere assolutamente!!!
Wazza
CSN&Y con l'aggiunta di Dallas Taylor (drums) e Greg
Reevers (bass)
Déjà vu (Già visto). Ovvero l’impressione di trovarsi in un ambiente
già noto anche se
razionalmente sappiamo che non lo è. E’ capitato a tutti ed è stato raccontato da molti. E’ un insieme di sensazioni
che si accavallano lasciandoci perplessi in balìa del nostro inconscio. Déjà vu (Già
visto). Letteralmente qualcosa che non è una novità, qualcosa che è stato già
fatto o sperimentato da altri. Déjà vu (l’album). Forse un misto delle due definizioni precedenti.
Titolo azzeccato, ma andiamo con ordine.
Siamo negli anni '70 e chi ha un minimo di conoscenza
(musicale e non) sa cosa sta accadendo in questi anni. Sono gli anni della
guerra in Vietnam, della rivoluzione femminista. Sono gli anni degli hippies
con i loro “peace and love”
e della rivolta studentesca. Anni di contestazione, anni difficili da
descrivere stringatamente in una recensione che dovrebbe parlare di musica.
Nell’aria aleggia
una gran voglia di comunicare, di esprimersi, di far sentire la propria voce. E
quale mezzo di comunicazione è più diretto della musica? Migliaia sono i gruppi che si formano in questi
anni e che segneranno la storia del rock. Fare una lista richiederebbe alcune
pagine. Tra tutte le band che nascono e muoiono e ce ne sono tre che stanno per
perdere tre loro componenti fondamentali. Sono i The Byrds (che si apprestano a
perdere Crosby) e i Buffalo Springfield (che stanno per perdere Stills) e gli
Hollies (che verranno presto scaricati da Nash). Tre storie diverse ma simili,
tre “personaggi”
che per un motivo o per l’altro si vedevano “chiusi” all’interno delle loro rispettive band.
Eccezion fatta per Stills che era la vera “anima” dei Buffalo. Tutto ciò non avrebbe nessuna nota positiva se
non fosse che questi tre giovincelli decidono di iniziare a strimpellare
insieme, un pò per gioco, un pò per passione, un pò perchè si intendevano a
meraviglia anche prima di formare la band. E allora eccoli qui. Nessun nome
alla band (anche perchè band non è), solo i loro tre nomi in ordine sparso
Crosby, Stills & Nash. Nel frattempo un certo Neil Young, pur se impegnato
nei suoi progetti da solista, decide di unirsi al trio dando vita al quartetto
conosciuto col nome di: Crosby, Stills, Nash & Young.
Il loro primo album in studio viene intitolato Déjà vu (vedi
sopra). Non c’è nulla di nuovo
sotto il sole ma è un pò come arrivare allo stato dell’arte di qualcosa già sentito in precedenza! Siamo all’apice del folk-country-rock
americano. Un pezzo di storia del rock, da paragonare assolutamente come
impatto e importanza a capolavori come Led Zeppelin 1 o Are you Experiencd? di
Hendrix. Pezzi come “Teach Your Children” o “Carry On” sono
diventati un classico della musica country e le sfuriate psychedelic-folk di Déjà vu (la canzone) ci fanno capire che questi 4
ragazzotti di talento ne avevano da vendere! E ne hanno venduto tanto.
"Almost cut my hair" è diventata un inno della generazione Hippy.
Dieci canzoni che si srotolano leggere e pesanti allo stesso tempo. Dieci perle
senza tempo fissate nel tempo. Questo disco trasuda “west coast” da tutti i pori, si può
quasi sentire l’odore delle terre dell’ovest americano solo sfilando il vinile dalla copertina. Le
chitarre acustiche e pulite si fondono perfettamente con le voci tanto diverse
quanto perfettamente amalgamate.
Il calore nella voce profonda e roca di Stills, la passione
country in quella di Crosby, i toni alti e nasali in quelle di Nash e Young
imbastiscono quella trama sonora che li ha resi riconoscibili tra mille. Certo,
quattro cantanti solisti assieme non possono essere un gruppo perfetto, non
possono avere quella compattezza di suono che già allora era prerogativa degli
Who, dei Floyd, dei Led Zeppelin oppure degli stessi The Byrds di Crosby. Però
questo disco ha una carica emozionale infinita. Vedere suonare “quei quattro” a Woodstock dal vivo è
stata un’esperienza che
pochi della nostra generazione hanno fatto ma pagherei oro per tornare indietro
nel tempo e vederli lì, imbracciare la chitarra, scherzare al microfono per un
pò e iniziare a suonare un po' come si fa tra amici ma con la classe che solo
quattro fuoriclasse possiedono. Da avere. In vinile! Categoricamente!
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