VERUNO
FESTIVAL, 6 settembre 2019
Balletto
di Bronzo
(testo e foto di Giovanni Cionci)
Il testimone viene
raccolto da una vera leggenda del progressive rock italiano: il Balletto di Bronzo. Fumo e luci rosse accompagnano
l’ingresso di Ivano Salvatori (basso) e Riccardo Spilli
(batteria)… e, dopo pochi attimi, una figura avanza verso le tastiere,
celandosi dietro uno stendardo e con il viso coperto da una maschera nera... è
il mitico, istrionico Gianni Leone, probabilmente il tastierista più
influente della storia del prog rock italiano, un esteta che non scende a
compromessi con il tempo che passa, e che si presenta in forma smagliante.
Nonostante siano trascorsi ben 47 anni dall’uscita di “Ys”, vero
capolavoro della band, Leone conserva una verve intatta, una voce invidiabile
in grado di dare punti a frotte di “colleghi” più giovani, e una capacità di
coinvolgere il pubblico senza eguali... è davvero un animale da palcoscenico.
La scaletta è
incentrata su “Ys”, eseguito magistralmente. Leone dialoga col pubblico,
lancia (come di consueto) volantini, marchia alcuni dei presenti con il timbro
del Balletto di Bronzo e tutti i presenti con il ricordo indelebile di uno show
davvero speciale, che non poteva assolutamente mancare sul palco di Veruno.
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