Commento di Fabio Rossi
Artista: June 1974
Album:
Please Destroy Me
Genere: Heavy Metal
Anno: 2023
Casa discografica: Visionaire Records
Tracklist:
1.
The World Destroyer feat. Rick Rozz
(Death/Massacre) 01:39
2.
Incognito feat. Steve Smyth (Nevermore/Forbidden/Vicious
Rumors/Testament) 03:52
3.
Abstract feat. Daniel White (Mordred)
03:16
4. Omero feat. Tommy Talamanca (Sadist)
03:37
5.
Rhapsody feat. Dave Young (The Devin
Townsend Project) 03:08
6.
Valhalla feat. Lust Kilman (God
Seed/Gaahls Wyrd) 03:04
7.
Mind Assassin's Eyes feat. Francesco
Montesanti (Antropofagus) 04:52
8.
Epitaph feat. Terrance Hobbs
(Suffocation) 02:18
9.
Theorema feat. Bobby Koelble (Death)
04:23
10. Wanderlust
feat. Christian Vidal (Therion) 02:21
11. Stargazer
feat. Patrick Mameli (Pestilence) 03:23
12. The
Claw Of The Iron Mask feat. Richard Shaw (Cradle Of Filth) 04:51
Line
Up
Federico Romano: all instruments
Il progetto June 1974, nato nel 2009, ruota attorno alla
fervida e prolifica creatività del suo fondatore, ovvero il poeta, scrittore, musicista
e grande appassionato di heavy metal Federico Romano.
Il nuovo album, intitolato Please Destroy Me, è stato recentemente
pubblicato a distanza di meno di un anno dal precedente Greetings From Mars,
segno evidente che Federico si trova in uno stato di febbrile attività
compositiva e, a giudicare dalla qualità di entrambi i dischi, va ritenuta di
elevato livello complessivo. Please Destroy Me, mixato al Nadir Music
Studios da Tommy Talamanca (Sadist), è un inno al tanto amato metal nel quale
attraverso tracce interamente strumentali, che fortunatamente hanno il dono di
non essere prolisse, abbracciano molteplici sfumature del genere, con
particolare riguardo a quello più estremo. Numerosi gli
special guest provenienti dai Death, The Devin Townsend Project, Cradle Of
Filth, Antropofagus, Therion, Pestilence… (mica pizza e fichi!) che hanno contribuito a rendere
l’opera stimolante specie per chi ama un sound potente, eterogeneo, scevro da
compromessi ed eseguito con assoluta maestria.
Dodici brani taglienti come rasoi
dove a predominare è la chitarra elettrica con chicche di rilievo quali la
violentissima The World Destroyer, la brutale Epitaph, il classic
metal espresso in Abstract e l’abrasivo alternative metal di Stargazer,
nel quale l’apporto di Patrick Mameli è davvero notevole.
In generale, non si ravvisano cali di
tensione che sovente, in un lavoro di tale fattura, non sono così rari, questo
è un pregio, ed in effetti, ascoltando ripetutamente l’album, finisce per
piacerti sempre di più (in vari frangenti mi ha rammentato lo stile dei
Ministry, gruppo che adoro).
Gli amanti del virtuosismo alla sei
corde troveranno momenti di alto spessore artistico come nel caso di Incognito,
insomma c’è materiale per tutti i gusti.
Un paluso a Federico anche perché non
era facile ripetersi dopo l’ottima prova di Greetings From Mars.
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