Luca Scherani – “Everything’s Changing” (2023)
CD papersleeve
di
Alberto Sgarlato
Per gli appassionati di rock
progressivo italiano il nome di Luca Scherani
è una garanzia. Soprattutto in terra ligure, lo si associa al suo ruolo di
tastierista ne La Coscienza di Zeno, ma non solo: spesso ha prestato il suo
talento per le orchestrazioni come arrangiatore, ad esempio, per Fabio Zuffanti
(citiamo un progetto su tutti: Hostsonaten, quello dall’afflato più sinfonico)
e per lo storico cantante del Museo Rosenbach Stefano “Lupo” Galifi.
Dire che Scherani ha fatto di
tutto nella sua vita artistica è ancora limitante: dal docente di musica in
varie scuole, alle tribute-band, fino al flautista nella sua banda cittadina.
Eppure, tanto prodigo sa essere al servizio altrui, tanto parco è nella sua
produzione solista: tre soli titoli nell’arco di circa un paio di decadi.
Questo suo terzo “Everything’s Changing” è un lavoro (a parte
tre capitoli) quasi interamente strumentale. E avendo parlato all’inizio della
recensione delle svariate collaborazioni dell’autore del mondo del rock
progressivo, ecco che alla parola “strumentale” ogni lettore si sarà già fatto
il proprio percorso mentale: ci sarà chi pensa al sapiente cocktail tra
languori floydiani e jazz canterburyano dei Camel, chi pensa alle
sovraincisioni polistrumentistiche di Mike Oldfield, chi pensa ai delicati
“acquerelli in musica” di Anthony Phillips, Jean-Pascal Boffo e Gordon Giltrap…
ecco: no, no e poi no.
Sgombrate immediatamente la vostra
mente, affrontate l’ascolto con orecchio puro: questo “Everything’s Changing”
non è un album di rock progressivo strumentale, forse non è nemmeno un disco
rock. Potremmo definirlo “musica neo-classica”, termine sgraziato, cacofonico e
formalmente impreciso. L’etichetta più esatta potrebbe essere “musica
contemporanea”, ma nel mondo accademico questa definizione ha assunto altri
significati, riferendosi o a chi nel Novecento ha sperimentato con l’atonalità
o la dodecafonia, a chi si è spinto fino alla ricerca dell’essenza del “suono
puro” (nomi come John Cage o Alvin Lucier), oppure al minimalismo dei Reich,
dei Glass, dei Riley.
Alla fine, è difficile etichettare
e catalogare le composizioni di Scherani, quasi sempre tonali, spesso
cantabili, caratterizzate da toccanti, struggenti momenti cameristici e
crescendo più orchestrali. Al limite, se proprio volessimo trovare un
collegamento con quel vastissimo universo progressivo menzionato all’inizio,
potremmo forzare un paragone con i primissimi album degli Enid di Robert John
Godfrey, con i primi tre del Banco del Mutuo Soccorso e con i Syndone, tre
formazioni che hanno saputo davvero travalicare generi e stili.
LS (come egli stesso timidamente
si firma nelle note dell’album) amministra il suo monumentale parco di tastiere
con sapienza: non troverete mai i classici “luoghi comuni” ormai stereotipati
di certo prog-rock, la “cavalcata” di Minimoog o il crescendo di Mellotron
piazzati dove te li aspetti; al contrario, Luca emunge al massimo le
potenzialità non solo dei sintetizzatori, ma anche dei VST (Virtual Studio
Technologies, strumenti “virtuali” per computer) per ampliare le potenzialità
timbriche della sua tavolozza verso territori inaspettati, con suoni ora
algidi, ora tintinnanti, ora cangianti. E oltre ai tasti bianchi e neri, il
polistrumentista chiavarese si alterna a una serie sbalorditiva di strumenti:
flauto, vari sassofoni, basso a 5 corde, bouzouki, chitarre acustiche a 6 e 12
corde… E per completare al meglio il “percorso sonoro” funzionale alla
complessità delle sue creazioni si avvale non di una band, non di un ensemble,
ma si potrebbe quasi dire di un “esercito” di musicisti (tra percussionisti,
chitarristi, fiati, intere sezioni di archi) e di voci maschili e femminili. Ai
collaboratori diciamo: perdonateci se non vi menzioniamo tutti, ma sappiate che
siete stati eccelsi, ognuno nel suo ruolo.
A tratti, come ad esempio nelle
introduzioni strumentali di “Il discorso” e “Un viaggio verso un
sogno” (due dei tre brani cantanti) si avverte, in una certa “ossessività
percussiva”, la scuola di molti autori dell’Est Europeo tra ‘800 e ‘900 cari
anche a Keith Emerson; ma per fortuna, contrariamente a quanto tristemente
talvolta si ascolta nel prog, qui nulla diventa macchietta, caricatura o
parodia emersoniana. La lezione di
Nella title-track “Everything’s
Changing” c’è il minimalismo di Glass, ma anche l’elettronica tribale ed
etnica di Peter Gabriel, i Japan con il loro basso ficcante e i sax suadenti,
atmosfere che solo in parte ritroviamo in “Awondalimba”, ma qui
declinate con suggestioni da colonna sonora.
E a tal proposito non sfigurerebbero
come “main theme” di colonne sonore anche tracce come l’opener “Piccole
gocce”, l’inquietante “Ghiaccio calpestato” (perfetta per un horror
ambientato a Natale), la commovente “Nebbia sul buio”.
A ulteriore dimostrazione
dell’imprevedibilità scheraniana non si può tacer “Cristina”, sorta di
tango/jazz pianistico su scansioni ritmiche assurde e inafferrabili.
“Il Cosmo” è forse il brano
che più riavvicina l’ascoltatore agli stilemi del progressivo classico, con il
suo alternarsi di crescendo epici e più delicati momenti acustici arpeggiati.
E si chiude con “Ein Lied: der
soldatenfriedhof in Brunick" (il cimitero di guerra di Brunico)” che, come
il titolo stesso recita, è una romanza (lied in tedesco), un canto lirico per
voce soprano.
Oggi un merito delle grandi piattaforme multinazionali di cinema e serie in streaming è quello di avere dato celebrità e visibilità a tanti validi autori, grazie al loro apporto nel campo delle colonne sonore. Rattrista e fa rabbia, in questo panorama, pensare che un talento come quello di Luca Scherani debba essere relegato ad artista apprezzato per una nicchia di veri appassionati, quando questo disco dimostra che potrebbe sedere nell’Olimpo dei Grandi riconosciuti a livello internazionale.
Album capolavoro: vi spiazzerà a ogni
nota, vi saluterà al termine dell’ascolto lasciandovi una ricchezza interiore
diversa.
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
1 Piccole gocce 1:28
2 Il discorso 8:14
3 Prologo frammentario 4:02
4 Everything’s Changing 4:09
5 Un viaggio verso un sogno 6:24
6 Nebbia sul buio 1:47
7 La ragione 9:17
8 La necessità 3:21
9 Ghiaccio calpestato 2:12
10 Cristina 2:35
11 Awondalimba 2:03
12 Il cosmo 5:37
13 Ein Liedder Soldatenfriedhof in Bruneck 4:42
https://www.facebook.com/lucascherani
https://www.youtube.com/@tastieru
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