Libro: Napule’s Power – Movimento Musicale
Italiano
Autore: Renato Marengo
Edizioni: Tempesta
Anno: 2021
Recensione a cura di Fabio Rossi
Il giornalista, scrittore, autore televisivo e radiofonico,
produttore discografico Renato Marengo ha
da poco compiuto ottant’anni. Mi capita spesso d’incontrarlo alle edizioni
romane del Music Day, la nota fiera del disco, sempre sorridente, operoso e costantemente
impegnato alla divulgazione della tanto amata cultura delle sette note.
Un giorno mi ha detto: “Caro Fabio, finché avrò le forze,
continuerò con passione a dedicarmi alla musica. Non vado in pensione!”. Un
esempio da seguire, alla stregua di Maurizio Baiata e Fiorella Gentile, non a
caso tutti e tre redattori della mitica rivista Ciao 2001. Ho letto con grande
interesse il suo “Napule’s Power – Movimento
Musicale Italiano”, un corposo tomo dedicato al fermento che esplose
nella città partenopea agli inizi degli anni Settanta. Fu proprio Renato ad etichettarlo
Napule’s Power, ispirandosi al Black Power sviluppatosi in America nel decennio
precedente.
Si tratta di un saggio che rievoca magistralmente quel multiforme
movimento circoscritto al capoluogo campano. I musicisti iniziarono a fondere l’approccio
melodico, unito all’’inconfondibile spirito mediterraneo, con le variegate
sonorità provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Si plasmarono in
tal modo una serie di proposte innovative in cui jazz, rock, folk, blues,
elettronica si contaminarono con l’estro degli Osanna, Nuova Compagnia di Canto
Popolare, Napoli Centrale, Saint Just e innumerevoli altre band, nonché compositori
del calibro di Alan Sorrenti, Edoardo Bennato e dell’incommensurabile Pino
Daniele. L’importanza di tale fenomeno è talmente elevata che Napoli può essere
considerata il fulcro della controproposta musicale che in quegli anni si stava
imponendo in Italia.
Renato ci tiene ad affermare il concetto che il Napule’s Power è
ben lungi dall’essersi esaurito grazie a nuove formazioni come gli Almamegretta
e 99 Posse che tengono alto il vessillo del movimento. Il libro, curato da
Paolo Zefferi e con la prefazione di Renzo Cresti, raccoglie le testimonianze
di personaggi quali Carmine Aymone, Peppe Ponti, Antonella Putignano, Anna
Cepollaro, Lini Vairetti e altri ancora che hanno vissuto in prima persona la
storia del Napule’s Power.
Pur non essendo un’autobiografia, c’è tanto della vita di Renato
e, come brillantemente evidenziato dallo storico della musica e editore Francesco
Coniglio nel capitolo di presentazione dell’autore La ricerca della bellezza, occorre
persuadere i protagonisti a raccontare le proprie vicissitudini prima che
svaniscano con l’incedere del tempo. Solo così possiamo preservare la cultura.
Forse Napule’s Power – Movimento Musicale Italiano è un’opera di nicchia non
accessibile a tutti, ma la sua valenza è enorme.
Da acquistare al di là di ogni ragionevole dubbio.
Nessun commento:
Posta un commento