Commento di Fabio Rossi
Artista: DeaR
Album: Dear Me!
Genere: Sperimentale
Anno: 2023
Casa discografica: Music Force
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
1.Eight seconds of fame
2. The art of decluttering
3. Planetesimals
4. Axis Mundi
5. Sequeri
6. Wind
7. DeaR Me! (Sweet Philly)
8. The Skyline
9. Life after life
10. Whales weep not!
11. Cockles of my heart
12. Otherness
13. Song to Grace
14. Shadows: my soul
15. To Bacharach
16. I’m older than I (With no younger of the two)
17. Crickets (for Klaus)
Line Up
Davide Riccio: vocals & all instruments
Lo stakanovista, polistrumentista e scrittore Davide Riccio (aka DeaR)
continua a sorprenderci, sciorinando album di spessore e dopo l’eccellente Mon
Turin, che peraltro ho personalmente recensito (http://mat2020.blogspot.com/2023/02/dear-mon-turin-commento-di-fabio-rossi.html), è già l’ora di approfondire la sua nuova
fatica discografica: Dear Me!.
Il titolo riprende il suo pseudonimo, ma più
specificatamente è un’affermazione inglese che sta per “ahimè” o “povero me”.
Il lavoro comprende diciassette tracce di cui
tre strumentali - Whales weep not!, To Bacharach e Crickets
(for Klaus) -, incise nello studio di registrazione di Davide, il quale si
è occupato di ogni aspetto senza alcun aiuto esterno.
Riccio stavolta compone liberamente, scevro da
visioni preconcette o tematiche univoche. Dear Me!, quindi, non è
assolutamente un concept. L’artista vaga senza meta, fatto che rende ogni suo
pezzo una piccola gemma da ascoltare e riascoltare, plasmando un universo
sonoro costantemente caratterizzato dall’eterogeneità e, quindi, mai
ripetitivo. Davide usa egregiamente l’idioma inglese e si concede addirittura
un incipit in latino in Cockles of my heart, dove canta anche in
italiano.
La prima metà del disco comprende brani di
nuova concezione concepiti mettendo insieme alcune idee dell’autore fino al
risultato finale. Riccio, per sua stessa ammissione, si è ispirato come
metodologia compositiva all’ipotesi planetesimale di Viktor Safronov, secondo
la quale i pianeti si formerebbero da granelli di polvere che collidono e si
aggregano per formare corpi sempre maggiori. La seconda metà, invece, è stata
assemblata ripescando brani che risalgono agli anni Ottanta, estrapolati
dall’archivio di Riccio per essere messi a disposizione di tutti. Non c’è nulla
di scontato in Dear Me! e, seppure non sia un album eccessivamente complesso,
è una specie di miracolo che si staglia tra le tante nefandezze che, purtroppo,
ci propinano in continuazione. La voce profonda di Davide domina l’intera multiforme
opera, districandosi magistralmente tra le sue armonie, sublime espressività di
arte che, a poco a poco, ti conquista il cuore. Eccellente.
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