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martedì 8 maggio 2018

Compleanno targato BANCO: Maurizio Masi e Nicola Di Già hanno in comune l'8 maggio!



Un paio di compleanni oggi in… “ambito BANCO”!

Compie gli anni oggi, 8 maggio, Maurizio Masi, batterista, arrangiatore, regista di videoclip. Dal 1994 al 2014 è stato per venti (20) anni batterista del Banco Del Mutuo Soccorso, partecipando a sette album, centinaia di concerti e tour mondiali; tecnica, dinamica, precisione, queste le sue doti migliori! Endorser della UFIP e della Tamburo, ha suonato in studio, o dal vivo con: Morrissey, Michele Zarillo, Edoardo Bennato, Lionel Ritchie... ha suonato batteria e percussioni in varie colonne sonore di film.
Impegnato insieme alla compagna Claudia Delli Ficorelli nel progetto "Coreacore", canzoni popolari romane, con arrangiamenti e sonorità, con un respiro internazionale, e testi che danno forti emozioni.  
Happy Birthday Mau!



Ma non basta! Anche Nicola Di Già è nato lo stesso giorno: chitarrista, arrangiatore, tecnico del suono. Dal 2014 anche chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso.
Tra le molteplici attività, nel campo musicale è anche sound engineer e direttore artistico del Balletto di Bronzo.
Happy birthday Nicola!
Wazza


Intervista a Nicola, per saperne di pìù…
di Francesco Vaccaro

  
Che rapporto hai con il disco Io sono nato libero e che rapporto hai con questo La libertà difficile, avendolo vissuto da protagonista? Quanto li vedi legati?
Da non fan del Banco, quale ero da ragazzino, è il disco che mi piace di più, perché ci sono molti riferimenti acustici: le chitarre avvolgenti  di Non mi Rompete, la bellissima seconda parte di Canto Nomade tra lacustica del grande Rudy e le percussioni, Dopo niente è più lo stessoinvece mi ricordava i racconti dei miei nonni sul ritorno dalla guerra.
La libertà Difficile mi vede protagonista è ovviamente una prospettiva diversa, cè molto di me in questo album: oltre alle chitarre, ovviamente, cè il mandolino messo insieme allelettronica, che è un sogno che avevo fin da ragazzo. I due lavori sono profondamente legati: nella proposta della Legacy Edition da parte della Sony, Vittorio Nocenzi, non ha voluto la semplice ristampa, magari arricchita solo da qualche, a volte inutile, bonus track, ma ha voluto proprio realizzare un Cd di musica inedita, prendendo in prestito alcuni elementi presenti nellalbum e sviluppandoli differentemente. Cè poi il brano che dà il titolo allalbum, che nasce dalla penna, o meglio dalle mani al pianoforte di Michelangelo, il figlio di Vittorio, il quale ha portato nuova linfa e nuova carica alle idee compositore di Vittorio: un vero e proprio alter ego! 

Io sono nato libero, che purtroppo visti i tempi in cui viviamo risulta essere ancora attualissimo, è un titolo molto forte. La libertà difficile sembra esserlo altrettanto, cosa significa? Cè invece una sorta di libertà facile?
La libertà non è mai facile, non è facile da ottenere ed è ancora più difficile da mantenere, perché in libertà ci si devono assumere delle responsabilità, che fin troppo spesso vengono delegate.

Comè stato per te entrare a far parte del Banco del Mutuo Soccorso? Non eri un fan del Banco quindi?
Come dicevo prima, no, non ero un fan del Banco, ma per un motivo ben preciso: essendo un adolescente degli anni 80, crescevo a pane e New Wave quindi mi trovavo spesso a confronto con quelli più grandi, tra cui mio padre che non facevano altro che dirmi: non ascoltare quella robaccia ascolta il Banco!! Quindi puoi immaginare in un ragazzino, leffetto contrario che faceva. In un certo senso però cè stato una specie di filo rosso: mio padre ha organizzato un paio di concerti negli anni ’’80 e negli anni ’’90 il produttore della band con cui suonavo era proprio un ex bassista del Banco. Poi un giorno mi arriva una telefonata dal mio manager, che era anche il loro manager : serve un programmatore nello studio di Vittorio, per realizzare un brano del Banco insieme a Battiatoho chiamato la scuola di musica dove insegno e gli ho detto che mio padre si era sentito male e che dovevo correre al pronto soccorsoinvece sono andato in studio a Genzano! Certo li per li è stata una esperienza misticain casa del nemico!!! Poi invece rivelatosi molto meno nemico del previsto ed anzi, ormai sono legatissimo a Vittorio, alla sua famiglia, a Filippo Marcheggiani, ho avuto una bellissima esperienza  di studio con Rodolfo Maltese che dire? Come dicono i fans: il Banco è una famiglia.

Raccontaci un pò questa formazione attuale del Banco. Cosa ci dobbiamo aspettare dal vivo?
Tanta energia! Sembra una frase fatta, ma invece è proprio così! Perché siamo una band di amici, non cè manierismo, non cè professionismo fine a se stesso, cè solo tanta voglia di suonare e stare insieme. Ovviamente nella formazione attuale non può mancare Vittorio al piano ed ai synth, alla voce è stato reclutato Tony Dalessio, amico storico di Filippo, insieme hanno realizzato quel bellissimo album degli Scenario,  è stato molto ben accettato dai fans; ovviamente Filippo Marcheggiani ed io alle chitarre, col quale mi trovo splendidamente bene, sia umanamente perché abbiamo legato molto, che musicalmente: venendo da esperienze completamente diverse non ci scontriamo mai, ma interagiamo di continuo; al basso cè Marco Capozi, questa volta mio amico praticamente da sempre, proveniente dal Balletto di Bronzo, altra band storica di cui sono sound engineer e produttore ed infine Fabio Moresco, ex batterista dei Metamorfosi, amico stretto di Marco ho voluto sottolineare le nostre amicizie, proprio per tornare alla musica come voglia di stare insieme, di suonare perché abbiamo tanto da dire, tanto da raccontarci, prima cosa tra noi e di conseguenza al pubblico.

Il prog in Italia negli ultimi anni sta mostrando una rinascita, sia dal punto di vista di nuovi lavori e nuove band, ma soprattutto per quanto riguarda una rinnovata attenzione da parte di critica e pubblico. A cosa pensi sia dovuta questa nuova fioritura? 
Penso che la musica attuale sia molto standardizzata, molto di più di quello che credevano i grandi negli anni ’’80, questo fa si che chi rifugge dagli schemi trovi rifugio nella musica senza schemi. Come ricorda spesso Vittorio, ma anche altri protagonisti del prog: loro non chiamavano prog la musica che suonavano, la suonavano e basta!

Quali sono le tue influenze da musicista?
Sono molto variegate se vai alla lettera M della mia collezione di musica, trovi Milva, i Metallica e Madonna ascolto veramente di tutto tranne il Jazz (mea culpa). Quando ho iniziato ad ascoltare musica ero diviso tra i Duran Duran e Vasco Rossi dagli inglesi ho imparato una cosa fondamentale: David Bowie che è il crocevia di tutte le musiche! Da Vasco, o meglio da Maurizio Solieri, è lui che mi ha fatto innamorare della sei corde, ed ha collaborato anche con noi in alcuni concerti, ho imparato il rock internazionale: Led Zeppelin; Hendrix, Clapton, Beatles e Rolling Stones. Dal Vasco paroliere ho imparato limportanza della parte letteraria in un brano (cosa che ho ritrovato fondamentale nel Banco) e quindi ho imparato i cantautori italiani: Lucio Dalla, De Gregori, quel genio delle parole che è Claudio Baglioni

Su Tuttorock abbiamo una rubrica chiamata ConsigliPerGliAscoltidove settimanalmente consigliamo dei dischi, e altrettanto spesso chiediamo di farlo ai nostri intervistati. Cè un disco al quale ti senti particolarmente legato e che vorresti consigliare ai nostri lettori? 
Sì, il disco che non manca mai nel mio ipod è Rio dei Duran Duran, allepoca sottovalutato è stato poi inserito nella classifica dei dischi più belli e influenti di sempre, un disco completo dove cè tutto: il rock delle chitarre, lelettronica primordiale ed artigiana delle tastiere di prima che inventassero il protocollo midi, il funky della batteria e del basso (ormai John Taylor viene spesso accreditato come uno dei migliori bassisti, una bella rivincita) e la poesia dei testi di Simon le Bon. Oltretutto ha un sound molto morbido, gradevolissimo.




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