Fusion, del duo francese Pat and
Co (appena
uscito su etichetta La Stanza Nascosta Records) potrebbe a buon diritto, per
l’indiscutibile qualità e per le sue caratteristiche, essere una pubblicazione
della leggendaria Motown Records, specializzata nel crossover di generi
musical e pioniera del c.d. "Motown Sound”.
La fusion di Pat and Co, lontanissima
da quella mancanza di vissuto e ambiguità di fondo sia a
livello culturale sia a livello sociale, denunciata dal musicologo Renzo Cresti nel
saggio Fare musica oggi (Del Bucchia, Viareggio 2011) muove
dall’importante consapevolezza che l’umano è un métissage,
senza cadute di stile o tonfi nel commerciale.
Claude Lai, diplomato in Pianoforte e
sperimentatore dell’arte del campionamento o sampling, è un artista autentico,
elegante e anticonformista nella scelta delle soluzioni sonore.
La vocalità e la personalità di Patricia si
presterebbero ad una serie infinita di paragoni lusinghieri. Ascoltandola ci
viene in mente una frase di Billie Holiday: «Sappiate
che questa mia vecchia voce non può salire o scendere più di tanto. È una voce
irregolare. Non ho una voce regolare. La mia voce è un casino, chi suona con me
deve sapere bene quello che fa».
Ecco, quella di Patricia è una voce
meravigliosamente irregolare: il suo portamento vocale, l’emissione
improvvisamente troncata, un fraseggio autonomo rispetto alla melodia ne fanno
la perfetta sintesi del suono del jazz.
Nel più genuino spirito della jam-session
Patricia riesce a trascendere la dimensione della mera esecuzione, in una
continua rielaborazione dei brani.
Uno dei brani più potenti è, a nostro avviso,
La dechirure, un pezzo serratissimo, nel quale Patricia crea una
stupefacente tensione nell’ascolto.
Di grande impatto anche Power, che
sembra uscita da un album dei Portishead (scusate se è poco), mentre
l’inarrivabile I am standing- capolavoro di pathos e suggestione- ci
induce a pensare che Patricia potrebbe, a suo modo, interpretare anche le
ardite parti vocali di Clare Torry in The Great Gig in the Sky.
La sua è infatti una voce che trasforma il
limite in possibilità, capace di dispiegare una forza emotiva e una
drammaticità che travolgono, letteralmente, l’ascoltatore.
Il “CO” nel nome del duo riflette
l’apertura alle collaborazioni artistiche e la potenziale versatilità della
line up; il che ci fa ben sperare in merito a future collaborazioni di
livello.
Nel frattempo, ci godiamo questo, pregevole,
album di debutto.


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