Giovanna Carone – Mirko Signorile
MIRAZH
(Digressione Music)
di Andrea Zappaterra
Per apprezzare questa raccolta di canzoni del duo Carone/Signorile bisogna innanzitutto predisporsi ad uno stato d’animo scevro
della realtà e calarsi in un’altra dimensione, sospesi tra cielo e terra, dimenticando
per lo spazio dei brani le nostre vicissitudini, e forse proprio questa
“astrazione” costituisce il fascino di questa lavoro.
Non è esattamente musica “facile”, cioè “orecchiabile”, ma sicuramente è riservata ad uditi
raffinati, capaci di cogliere sfumature musicali dei vari generi, e dopo alcuni
ascolti ci si addentra in questo mondo fantastico fatto di una coreografia
poverissima, essenziale, ma in grado di dilatare il tempo e lo spazio, con solo il pianoforte e la voce di Giovanna
Carone .
La matrice è un jazz melodico che attinge ad ogni genere
musicale, dal classico al pop, con spunti e intuizioni sorprendenti.
Si apre con un’ouverture strumentale, “Where is here”, elegante e profonda, piacevolmente disarmonica. Segue “Oltre”, una canzone che sembra il manifesto musicale del Duo, un invito
a spingersi nel loro mondo fantastico; “Quando Vedrai Despina” è un brano intervallato da meravigliosi assoli di pianoforte,
mentre “Aponim
Fedora” ha la grazia di una fiaba narrata in musica.
“Eufemia Bazar” è una vivace esecuzione,
forse la più jazzistica delle altre, cantata come uno scioglilingua dalla brava
Giovanna in lingua italo/Yiddisch; seguono a ruota “Inseguendo Zobeide”, una dolcissima canzone d’amore, “Shmaragden”
una marcetta in lingua Yiddish,quasi lirica, “Bauci Sospesa”,
un brano elegantissimo che crea un’atmosfera sognante e sospesa, “Armilla”, “VIA Shpil: Ipazia”,“Despina
Me-Eyver-Le-Yam” ballate che attingono alla tradizione popolare, e infine
“Mirazh”, il brano che da il titolo all’album, una melodia in crescendo che
accompagna all’uscita da questo mondo onirico.
La timbrica non è mai sopra le righe, la voce sempre pacata e soave, quasi narrante.
Il dialetto Yiddish aggiunge un pizzico di esoticità e un
po’ come nei brani di Paolo Conte si avverte un fascino misterioso trapelare
dalle note e dalle parole, si intravede un racconto, una citazione, che offrono
lo spunto per far galoppare la fantasia.
I testi di Marisa Romano e Luca Basso ispirati a “Le Città
Invisibili” di Italo Calvino ed a “Il Libro dei Viaggi” di Beniamino di Tudela, rafforzano lo sforzo
culturale del Fairlibe duo
L’anima Jazz di Mirko fa capolino di tanto in tanto, ma lo spazio è quasi classico, sonate che
ricordano ballate popolari, melodie mediterranee e nordiche, fino ad arrivare a
veri e propri brani sinfonici (sarebbe interessante sentirli eseguiti da
un’orchestra), in un tempo indefinito tra il passato e l’ultramoderno, teatrali
e leggeri al tempo stesso.
Vivamente consigliato.
Vivamente consigliato.
Bio
Composto da Giovanna Carone e Mirko Signorile, il farlibe
Duo nasce in modo quasi casuale, allorquando lui jazzista e lei cantante
barocca si incontrano su un terreno altro, quello della canzone d’autore in
lingua yiddish, ed in questo territorio straniero trovano una poetica ed un
suono comune. Diplomatasi in conservatorio con Hector Pell in canto e musica
vocale da camera sotto la guida di Amelia Felle, Giovanna Carone dopo
l’esperienza come solista in formazioni specializzate nel repertorio storico,
da alle stampe “Primo Libro de’ madrigali à quattro voci” di Pomponio Nenna
(Tactus, 2002), e per la prima esecuzione moderna della messa “Adieu mes amour”
di Rocco Rodio (Dad Records). Nel 2008 è la volta di “Donnamor” per Digressione
Music su musiche del primo Seicento italiano con il tiorbista Sario Conte e le
percussioni di Pippo D’Ambrosio. Nel suo percorso non sono mancate le
esplorazioni intorno alla musica contemporanea e collaborazioni con la docente
Marisa Romano e l’Università di Bari, per il recupero e la diffusione della
canzone d’autore in lingua yiddish. Il suo ultimo lavoro discografico è “Il
Bacio alla Barese”, L'Ottavo libro di madrigali di Pomponio Nenna, inciso con
Orkestra Petronius diretta da Jacopo Raffaele (Digressione Music, 2014). Mirko
Signorile, che del duo rappresenta l’anima compositiva, è da anni attivo sulla
scena jazz nazionale sia come leader di progetti a suo nome che come sideman.
Nel corso degli anni si è esibito con Dave Liebman, Greg Osby, Coung Vu, Enrico
Rava, Paolo Fresu, David Binney, Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Gaetano
Partipilo, Roberto Ottaviano, Davide Viterbo. La sua attività abbraccia anche
altre arti come il cinema, il teatro e la danza contemporanea. Ha al suo attivo
sei album. “In full life” (Soul Note, 2003), “The Magic Circle” (Soul Note,
2005) e “Clessidra” (Emarcy/Universal, 2009) che ha riscosso un grande consenso
di pubblico e di critica (miglior album per “Argo Jazz”) portando il
conferimento del prestigioso Italian Jazz Awards 2010 nella sezione “Best Jazz
Act”). Il 30 Novembre 2012 è uscito
”Magnolia”, edito per l’etichetta Auand “piano series”, mentre recentissimo è
il suo ultimo album “Soundtrack Cinema”. Pur essendo due musicisti
profondamente diversi per formazione e carattere, Giovanna Carone e Mirko
Signorile con la loro collaborazione hanno dato vita ad un percorso di
riscoperta musicale rivelando una incredibile affinità artistica e poetica,
attraverso uno stile che va oltre il pop, il classico, il jazz e l’etnico.
Luogo d’elezione per la loro musica è il palco, la musica yiddish è rivisitata
in modo originale, non filologico. Dopo aver debuttato nel 2010 con “Betàm
Soul”, a due anni di distanza li ritroviamo con “Far Libe (Per Amore)” con il
quale raccolgono grande consenso di pubblico e critica, con passaggi
radiofonici in diverse trasmissioni di Radio3 come Battiti, e Primo Movimento.
Invitati più volte al Goethe Institut di Roma, hanno calcato insieme i palchi
di tutta Italia, suonando in festival prestigiosi come Times Zones, Adriatico Mediterraneo,
Sulle Ali della Bellezza, Nel gioco del Jazz e MiTo, nonché esibendosi dal vivo
per la trasmissione 6 gradi e nel gennaio 2012 per i Concerti del Quirinale. Il
loro ultimo album “Mirazh” è presentato in anteprima a Bari al Teatro Forma il
30 novembre 2014, segnalandosi sin da subito come l’opera più rappresentativa
della cifra stilistica del duo.
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